Patate e silicio, la nuova frontiera bavarese di Alfredo Venturi

Patate e silicio, la nuova frontiera bavarese Boom dell'alta tecnologia ma senza sfrattare l'agricoltura: la marcia in più sugli altri Laender, garantita dall'armonia sociale, è la vera eredità Strauss Patate e silicio, la nuova frontiera bavarese DAL NOSTRO INVIATO MONACO — -La California tedesca? Perché mai? Noi esistiamo da qualche secolo in più: ci pensino i californiani, se proprio ci tengono, a chiamarsi la Baviera americana!'. Non è facile appiccicare etichette ai bavaresi, gente gelosa fino all'eccesso della propria identità. Il commento che ho raccolto nel Ratskeller di Monaco, quel labirinto di sale e salette che occupa l'interrato del grande municipio neogotico, si riferisce a un accostamento ormai tradizionale. Per due ragioni il Freistaat viene paragonato alla West Coast americana: l'Impetuosa fioritura dell'alta tecnologia e delle industrie d'avanguardia, e 11 fatto che questa rivoluzione produttiva non ha mortificato la tradizione agricola. Né la tradizione nazionale nel suo insieme. Nel Paese dell'elettronica di punta è frequente vedere gli Schuetzen che salano, negli antichi costumi, al suono di pifferi e tamburi. Questa armonia apparentemente paradossale era perfettamente impersonata in Franz-Josef Strauss, il grande capo scomparso: era facile vederlo in tenuta montanara nei chiassosi riti di birrerìa, ma era altrettanto facile trovarlo ai comandi del suo reattore, con il quale scorrazzava nel cieli d'Europa facendo affari e politica. Non a caso il rude dirigente bavarese aveva ricevuto insieme, dai rotocalchi tedeschi, la- corona reale dei Wittelsbach e il titolo di Herr der Luefte, signore del cielo. L'irruzione del microcircuiti ha trasformato la terra dei Bavari in una Siliziumt al, una valle del silicio. E' un capitolo a sé nella vicenda del miracolo economico tedesco, n diplomatico Hans Arnold ricorda il dato di partenza: 'Una regione priva di tradizioni industriali, con poche eccezioni come la Krauss-Maffei, ma anche una situazione ideale per l'industria moderna-. Su queste condizioni si è innestata l'azione politica: •Riconosciuta l'opportunità, i governi bavaresi si sono dati da fare per attrarre gli investimenti industriali'. Altro elemento chiave: 'Abbiamo avuto decenni di governi conservatori, dunque un clima politico at¬ traente per chi volesse investire in imprese industriali'. Come nota Umberto Rinaldi, direttore a Monaco dell'Istituto italiano di cultura, Gastprofessor in questa università e attento osservatore della realtà bavarese, il conservatorismo del Freistaat si caratterizza per essere 'autoritario in materia di sicurezza pubblica ma liberista in economia'. Ha dunque favorito lo sviluppo industriale in due modi: assicurando da un lato condizioni che incoraggiassero gli investimenti, dall'altro garantendo imo sfondo di rapporti sociali altrettanto Incoraggianti. Di fatto la pace sociale in Baviera, cosi come nel vicino «P per molti versi simile Baden-Wuerttemberg, è dipesa più dalla congiuntura felice che dal guardingo atteggiamento ufficiale in materia di relazioni industriali. Cosi 1 governi conservatori di Monaco possono sbandierare, accanto ai vistosi successi produttivi, un invidiabile successo sociale. Con 11 Baden-Wuerttemberg la Bavie¬ ra è fra gli Stati federati quello che ha 11 minor tasso di disoccupazione: circa la metà rispetto alla Renania del Nord-Westfalia e agli altri Laender settentrionali, dove sono al potere i socialdemocratici. Naturalmente il divario, nella sua clamorosa evidenza, ha ragioni strutturali che vanno ben oltre la gestione politica. E' un fatto per cosi dire di merceologia industriale. Al Nord l'economia si basa su settori come le miniere, l'acciaio, i cantieri navali, tutti più o meno in crisi. Nel Mezzogiorno abbiamo invece 1 settori produttivi del futuro. n segreto della vitalità bavarese risiede anche nella relativa novità dell'industrializzazione, che ha portato con sé la scelta'dei comparti trainanti: elettronica, informatica, meccanica, ingegneria aerospaziale. Cominciò la Siemens, il colosso berlinese che nel dopoguerra abbandonò la capitale divisa per installarsi qui. E poi lo sviluppo degli altri giganti: la Bmw e la Mbb. Queste tre imprese, operanti nell'elet¬ tronica, nel settore automobilistico e aero-strategicospaziale, rappresentano i vertici dimensionali del fenomeno. Ma il vero tesoro è costituito dalle imprese minori, dal fittissimo tessuto di aziende operanti nell'informatica e nella telematica, che fanno di Monaco la capitale tedesca della comunicazione. Il tradizionalismo bavarese ha avuto un effetto positivo nell'armonia dei grandi settori economici. Accanto al secondario che si sviluppava impetuosamente si è infatti salvaguardato e rafforzato il primario: questa regione fortemente industrializzata rimane urla delle più floride aree d'Europa per le produzioni agricole. E se da una parte si sono volute gelosamente conservare le rustiche radici del passato, dall'altra proprio le tecnologie della Siiiziumtal hanno dato all'agricoltura tradizionale nuove ali per volare più alta. Lo sviluppo è stato vigoroso ma non devastante. Ci si domanda quale supporto culturale sia stato die¬ tro alle trasformazioni degli ultimi decenni, il Freistaat è molto attento ai valori della cultura. E qui abbiamo l'ennesima contraddizione apparente: nella Baviera postindustriale, nella terra convertita al microcircuiti, la cultura è vissuta in un senso classicheggiante e elegantemente arcaico. Poiché l'istruzione è uno dei settori di più esclusiva competenza regionale, questa attenzione si manifesta in una organizzazione scolastica molto rigidamente conservatrice. Siamo al paradosso che certi titoli di studio tedeschi qui non vengono riconosciuti. Sono quelli rilasciati dove «la - demagogia al potere», cioè i governi socialdemocratici, ha allentato in misura inaccettabile, secondo i conservatori di qui, la necessaria severità degli studi. Sulla vecchia scuola, la Baviera fa buona guardia. Come ricorda lo scrittore Heinz Riedt il sistema presenta molti inconvenienti, è infatti selettivo e guidato, avverso alla creatività dei docenti, ma anche alcuni vantaggi. Si sono infatti evitati certi errori, che per eccesso di zelo i socialdemocratici hanno commesso nei loro Laender: l'allentamento a volte effettivamente eccessivo del rigore didattico, il disinteresse per la cultura umanistica Sta di fatto che la Baviera è uno dei pochi posti ih cui lo studio del latino è ancora una cosa seria. Un altro ambito in cui la difesa dell'autonomia è tenacissima, e si colora di tinte ancora più accesamente conservatrici, è la tematica dell'ordine pubblico. E' significativo che proprio a ima questione di ordine pubblico sia stato ridotto, da queste parti, il problema dell'Aids e dei mezzi per affrontare il flagello. Peter GauweUer, sottosegretario- agli Interni nel governo di Monaco, si è fatto promotore di un durò sistema repressivo. Obbligo di denuncia e schedatura per i sieropositivi, isolamento per i malati, espulsione per gli stranieri aggrediti dal virus. Un atteggiamento che nel dopo-Strauss è giudicato eccessivo, tanto che a Gau- weiler hanno tolto questa specifica competenza, ma che certo non è sgradito alla maggioranza dei bavaresi. Immersa nella nuova realtà postindustriale, la tradizione resta ben salda nel Freistaat: non a caso nella prospera Monaco le vetrine che esibiscono i capi firmati dell'alta moda offrono anche gli abiti ispirati ai classici costumi di queste montagne. Fra le circostanze che hanno protetto le antiche radici è persino il capriccio delle strategie alleate durante la guerra. Le bombe hanno devastato le grandi città, Monaco, Norimberga e Augusta. Ma hanno risparmiato l'essenziale di alcuni centri di eccezionale interesse storico: come Ratisbona o Passau, Bamberga, Coburgo, Landshut. E così le antiche città di Baviera arricchiscono, con la loro grazia intatta, il fascino di questa terra. E una ghirlanda di castelli, dalle arcigne rocche medioevali alle fantasie ottocentesche di re Ludwig, punteggia la Siiiziumtal. In molti di quei ca¬ stelli vive una aristocrazia folta e socialmente attiva: si contano ancora sette principi bavaresi. Quella che abita queste terre è una società a molti strati: ma non ci sono chiusure, l'intercomunicazione sociale è anzi una delle sue caratteristiche. La vecchia nobiltà nostalgica dei Wittelsbach non disdegna il contatto con la nuova borghesia tecnologica, né con la gente del cinema, di cui Monaco è la capitale tedesca. Un mondo pluralistico, sfaccettato, tradizionalista ma non misoneista, fedele al passato e insieme proiettato verso il futuro. E' davvero straordinario notare i contrasti psicologici di questa terra. Mi raccontano che sulle montagne verso Garmisch, là dove Ludwig fece costruire alcuni fra i suoi castelli, come Linderhof, come Neuschwanstein, non è raro ascoltare testimonianze di misteriose visioni notturne. ' C'è un'apparizione ricorrente che riempie della sua magia le sere d'inverno. La Madonna? Ma no, re Ludwig, il giovane sovrano malinconico sulla sua slitta dorata, che percorre nella notte le valli diretto alle sue dimore di fiaba e sorride, salutando con un gesto della mano. Alfredo Venturi

Persone citate: Hans Arnold, Heinz Riedt, Herr, Josef Strauss, Krauss, Maffei, Strauss, Umberto Rinaldi