Il giovedì nero di Rocard di Enrico Singer

Il giovedì nero di Rocard Come all'epoca di Chirac, lo sciopero degli statali scuote il governo Il giovedì nero di Rocard Scuole, poste, ferrovie e infermieri: cresce il fronte della protesta in Francia • La Cgt torna a sfilare con i sindacati minori - Il premier socialista difende la strategia del rigore, ma il suo partito «comprende» le richieste di aumenti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Il 60 per cento degli insegnanti, il 72 dei dipendenti delle Poste, il 65 dei ferrovieri e degli addetti ai trasporti urbani, r 8 o degli infermieri, anche la metà dei controllori di volo. L'elenco di tutti gli statali francesi che hanno partecipato allo sciopero generale di ieri sarebbe lungo. Quasi un bollettino di guerra, accompagnato dal bilancio dei disagi: blocco dei treni locali, una scuola chiusa su due, autobus e metropolitane con il contagocce, uffici pubblici deserti, aeroporti nel caos. E, a Parigi, tutto esasperato da un maxiingorgo. Fino alle 10 la capitale è stata assediata da fiumi di auto lungo le principali vie d'accesso: in totale, 220 chilometri di code che si sono riformate la sera, sotto la pioggia. Un giovedì nero. Come ai tempi degli scioperi dei ferrovieri dell'86 contro il governo Chirac. E con quell'agitazione, che andò avanti per due mesi paralizzando la Francia, la nuova protesta ha molti punti in comune. E' partita venti giorni fa da una categoria (gli infermieri, in questo caso) in nome di rivendicazioni salariali, ma ha rapidamente svegliato tutti gli altri. Ed è stata lanciata da un coordinamento spontaneo che ha spiazzato ì sindacati costringendoli ad una affannosa rincorsa. Anzi, questa volta, per evi tare «ritardi» i sindacati han sindacale — il governo socialista di Michel Rocard è riuscito a superare il governo di centro-destra di Jacques Chirac. E non è certo un caso: contestare le linee di politica economica degli amici-nemici socialisti, per il sindacato di fede comunista è una soddisfazione di prima grandezza. E' un modo per richiamare gli ex alleati dell'union de la gauche del 1981 a quella che ieri il segretario della no anche messo da parte le ormai consolidate divisioni tanto che ieri, nel corteo (80 mila persone) che ha attraversato Parigi, i comunisti della Cgt erano.insieme alle altre centrali sindacali. Da undici anni la Cgt non partecipava ad una manifestazione comune: aveva sempre organizzato il suo corteo o la sua giornata di sciopero. Anche nell'autunno caldo dell'86. Così—almeno nel capitolo dell'unità del fronte Cgt, Henri Krasucki, ha definito 'la necessità di una sincera scelta di sinistra» ripetendo la formula cara al segretario del pcf, Georges Marchais, Ma il governo Rocard continua a resistere alle richieste degli statali in sciopero. Concedere gli aumenti salariali che le diverse categorie chiedono significherebbe smentire quella strategia di rigore che ha, in parte, risanato i conti della Francia. Qualche concessione è sta- ta promessa, ma entro i «tetti» previsti per contenere l'inflazione al livello del 2,9 per cento programmato per l'89. La linea Rocard, però, non fa l'unanimità nemmeno all'interno del partito socialista. Anzi, ieri il segretàrio del ps, Pierre Mauroy, ha dichiarato di «comprendere» le ragioni dell'agitazione e ha invitato il governo «a fare un passo in direzione dei dipendenti del settore pubblico». Mauroy, che parlava all'Assemblea Nazionale durante il dibattito sul bilancio dello Stato, ha anche detto che «non si possono rimettere in discussione i grandi equilibri economici» e, così, ha smussato la critica al governo Rocard. Ma le sue parole sono la prova dell'imbarazzo profondo che domina oggi i ranghi del partito socialista che vuole essere, sempre secondo Mauroy, «zncarncKtone dei suoi elettori e sostegno del governo». Con gli elettori nelle strade e il partito al go verno, è un doppio ruolo diffi Cile da interpretare. E qui sta l'aspetto più delicato e imprevedibile di questo autunno caldo versione '88. Anche perché il leader di uno dei sindacati più moderati, André Bergeron (Force Ouvrière), ha detto ieri che un accordo è ancora possibile ma che «se non sarà raggiunto entro la prossima settima na, la situazione diventerà incontrollabile». Per Michel Rocard, insomma, il tempo stringe. Enrico Singer

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