Stalin innamorato di Pasternak e Majakovskij di Lia Wainstein

Stalin innamorato di Pasternak e Majakovskij IL DITTATORE E LA LETTERATURA: UN INEDITO DEL POETA KONSTANTLN SIMONOV Stalin innamorato di Pasternak e Majakovskij La demolizione del mito staliniano, ormai tema fisso nella pubblicistica sovietica, si fonda prevalentemente su argomenti quali i vari massacri: del kulaki, dei vecchi bolscevichi, degli intellettuali. Uepurazione di 40 mila appartenenti all'Armata Rossa nel 1937-38 e le repressioni degli ufficiali, riferite a Hitler dall'addetto militare a Mosca, coL Krebs, indussero il Fuhrer -ad affrettare gli eventi» scrive il generale Dmitrlj Volkogonov. in un libro su Stalin, Il trionfo e la tragedia (Pravda 20 giugno).' Talvolta nel coro si levano voci insolite, come quella di JNikolaJ Dorizo, poeta patriottico, che in un lungo testo in versi, Jakov Dugasvili. Realtà e leggenda. Tragedia, rievoca la storia del figlio maggiore di Stalin e della prima moglie Ekaterina Svanidze (Moskva nn. 2-3). Sempre irritato da Jakov (n. 1908) Stalin gli volle • proibire di sposarsi, e vi fu un tentativo di suicidio, poi, quando Jakov venne fatto prigioniero dai tedeschi, Stalin ordinò di arrestare la nuora ebrea, Julija Isaakovna Melcer. Rifiutò quindi lo scambio \ del figlio col feldmaresciallo Paulus, prigioniero dei sovietici. Nel 1943 Jakov, mentre fuggiva dal Lager, fu ucciso. n rapporto di Stalin con la letteratura è rivelato da un testimone, lo scrittore - poeta - drammaturgo - giornalista Konstantta Simonov (1915 79). Vergato quando l'autore era in fin di vita e pubblicato ì postumo, l'attuale testo, inizio d'un libro su Stalin, fu dettato tra febbraio e aprile nel '79, ma Simonov non fece in tempo a scrivere la seconda parte, Stalin e la guerra (Glazami celoveka moego pokolenija - Razmyslenija o l. V. Statine, Con gli occhi di un uomo della mia generazione - Riflessioni su Stalin, Znamja nn. 3-5). n comportamento, spesso contraddittorio, di Simonov, fu denunciato nel 1980 dallo scrittore emigrato Mark Popovsldj, che nel '49 era stato collaboratore della Literatùrnaja gazata (Uno scrittore sovietico ideale, Kontinent n. 24). Rampollo di nobile famiglia per parte di madre, Simonov a 23 anni diventò direttore della Literaturnaja gazeta, vi tornò nel '50 (fino al '53), nel '46 non s'oppose all'espulsione di Zoscenko dall'Unione degli scrittori di Leningrado, nel '53 pubblicò dei feuiUetons antisemiti. Benvoluto da Stalin sin dal '37, riceve sei volte il premio e cospicue somme di denaro, è vicesegretario dell'Unione degli scrittori, candidato al Comitato centrale, deputato al Soviet supremo. Nel '56 Simonov è direttore del Novyj mir e vi pubblica il romanzo di Dudincev Non si vive di solo pane, ma tosto mette ai bando lo scrittore e lo stesso anno, come ricordano sia Popovsktj, sia Pasternak (Novyj mir n. 6) si rifiuta di pubblicare Il dottor Zivago. n 13 maggio 1947 Fadeev, presidente dell'Unione degli scrittori, illetterato Oorbatov e Simonov sono ricevuti al Cremlino da Stalin, Molotov e Zdanov. Non si usava prendere appunti davanti al dittatore: Simonov scrisse quanto ricordava il giorno dopo e integro le sue note rei 79. Pri¬ mo argomento è l'onorario degli autori, che non ricevono nulla per le edizioni successive e poco per le grandi tirature. Così, risponde Stalin, 'abbiamo voluto evitare che lo scrittore scriva un'opera dì valore, viva di essa, si costruisca delle dacie e non faccia più nulla». Propone che si nomini una commissione, s'interessa all'organico dell'Unione degli scrittori, alla situazione degli alloggi e ai temi di attualità. In primo piano è la guerra, dice Fadeev, mentre produzione e industria sono descritte soprattutto da letterati mediocri, mandati in missioni creative. •E i grandi scrittori perché non ci vanno?, domanda Stalin. Non vogliono?». 'Difficile smuoverli», risponde Fadeev. 'Tolstoj però non andava in missioni creative», osserva Stalin, e prosegue: «C'è un tema molto importante, il nostro patriottismo sovietico... è un sentimento insufficientemente sviluppato nella nostra intelligencija scientifica che ammira in modo ingiustificato la cultura straniera... È' una tradizione arretrata, proviene da Pietro. Pietro aveva delle buone idee, ma vi fu tosto un'invasione di tedeschi, poi di francesi...: Argomenta* principale è la trasformazione della Literatumaja gazeta in un giornale non solo letterario ma anche politico, per le masse: La Literaturnaja gazeta (in quanto giornale dell'Unione degli scrittori, e perciò non ufficiale) può affrontare alcuni problemi in modo più incisivo, più a sinistra, può divergere nella sua impostazione dall'o¬ pinione ufficiale senza temere le critiche. La tiratura di 50 mila copie deve passare a 500 mila con due numeri alla settimana invece di uno. Simonov, quale direttore del Novyj mir, chiede che alla sua rivista siano concessi 18 fogli di stampa, perché dodici non bastano. Stalin ne dà diciassette e rimanda alla commissione la richiesta dei due redattori capo supplementari. Secondo Simonov, per Stalin la letteratura era l'arte più importante: 'Gli piaceva leggere... Aveva una certa vena artistica forse proveniente dalle sue poesie giovanili... ma considerava l'assegnazione dei premi un fatto innanzi- tutto politico. Il suo gusto non era infallibile. Non voglio formulare delle supposizioni sulla misura del suo amore per Majakovskij o Pasternak, o su quanto considerasse Bulgakov un artista serio». H 4 marzo '53 Simonov con altri candidati e mèmbri del Comitato centrale è convocato al Cremlino per leggere i bollettini sulla salute di Stalin. Il giorno dopo, davanti al Comitato centrale, al Consiglio dei ministri e al Soviet supremo Malenkov dichiara che Stalin lotta con la morte e che è indispensabile formare un governo, Berija propone come presidente del Consiglio Malenkov, questi come quattro primi sostituti nomina Berija, Molotov, Bulganin, Kaganovic. Appresa la morte di Stalin, Simonov scrive dei versi: 'Vergai le prime due strofe e a un tratto — non me l'aspettavo — scoppiai in singhiozzi... Piangevo non di dolore, né di pietà per il defunto, erano lacrime causate dallo sconvolgimento. Poi portai i versi alla Pravda e mi recai alla Literaturnaja gazeta-. Lo sgomento provato daU'élite intellettuale sovietica ispira tante formulazioni analoghe. 'Non vi sono parole per rendere I Tutta l'intollerabile sofferenza e tristezza I Non vi sono parole per narrare I Come la rimpiangiamo, Tovarisc Stalin» scrive Simonov, e Tvardovskij, la cui famiglia era stata tutta deportata quando si perseguitavano i kulaki (1931) non è da meno: «7n quest'ora di massima tristezza I Non trovo le parole I Che esprimano fino infondo I La sventura nostra, dì tutto il popolo». Nel 1979, quando fa una specie di esame di coscienza, Simonov attribuisce 'la complessità» del suo atteggiamento negli anni tra la morte del dittatore e il XX Congresso del pcus (1953-56) al fatto che egli stesso crebbe, si sviluppò e fece la carriera cui si è accennato all'epoca di Stalin, ma che in quell'epoca fu arrestato e poi liberato il suo patrigno, varie zie e cugine vennero deportate, e che sempre in quell'epoca risuonarono i discorsi sulla letteratura che a Simonov sembravano intelligenti e giusti e, in pieno contrasto con essi, si scatenarono la campagna contro il cosmopolitismo e un'ondata di arresti nel dopoguerra. L'atteggiamento assunto da Simonov nel 79 si era andato formando durante un quarto di secolo, ma il 19 marzo '53 aveva scritto un articolo di fondo per la Literatuma ja gazeta, intitolato 'Il sacro dovere dello scrittore», in cui si legge: «/I più importante, il più alto compito, che si presenta con la massima itisi stenta alla letteratura sovietica, consiste nell'imprimere in tutta la sua maestà e in tutta la sua pienezza nei con temporanei e nelle generazioni future l'immagine del più grandioso genio di tutti i tempi e popoli, dell'immortale Stalin». Krusciov, furibondo, lo voleva cacciare dalla Literaturnja gazeta e in seguito pur avendo rinunciato all'espulsione, considerò sempre Simonov un inveterato stalinista. Lia Wainstein

Luoghi citati: Leningrado, Mosca