Cinema specchio dei giovani

Cinema, specchio dei giovani Da pubblico e specialisti la consacrazione per il Festival torinese Cinema, specchio dei giovani Oltre 4500 biglietti venduti in quattro giorni, abbonamenti triplicati, ragazzi che rinunciano alla discoteca per il grande schermo, sale esaurite anche a mezzanotte • Per i dilettanti che si presentano al giudizio dei coetanei è un'occasione per comunicare e forse di successo - Delusione per il forfait di Polanski bloccato a Parigi In via Maria Vittoria 5, quartier generale del sesto Festival internazionale «Cinema Giovani», gli organizzatori non hanno dubbi. L'edizione di quest'anno segna il definitivo successo di un'iniziativa nata quasi per scommessa nel 1982, con l'aìlora assessore alla Gioventù e allo Sport, Fiorenzo Alfieri, e oggi radicata profondamente nel tessuto culturale, fino a costituire uno degli appuntamenti annuali più qualificanti per la città. E non basta la delusione di ieri (il regista Roman Polanski, bloccato a Parigi dallo sciopero dei trasporti, ha disdetto gli appuntamenti di oggi con il Festival) per attenuare l'entusiasmo. Lo sottolinea anche Gianni Rondolino, presidente dell'ente che cura la manifestazione, sciorinando una serie di cifre che compongono l'identikit del festival: 4500 biglietti d'ingresso giornaliero venduti da giovedì a domenica (2500 nei primi quattro giorni dell'edizione '87); 319 abbonamenti (101); come lo scorso anno 300 produzioni, di cui 200 video a «Spazio Aperto»; 35 film della retrospettiva polacca; 53 lavori in concorso; 175 giornalisti accreditati; recensioni su riviste del calibro di Varìety e Screen International. -Nell'universo delle immagini — commenta Rondolino — i giovani sembrano muoversi con grande libertà e in ventiva, dimostrando che il cinema è per loro qualcosa di diverso, forse un modo per comunicare e confrontarsi". Come dire che probabilmente è una nuova forma di socializzazione che ha come punto di riferimento le quattro sale in cui si tengono gli spettacoli (cinema Centrale, Vittoria, Lilliput e Centre cultural Francais), da quasi una settimana al centro degli interessi di giovani cineasti dilettanti, attori e cinefili. L'ipotesi viene confermata dal costante afflusso di pubblico e dìfilmakers alle proiezioni che si tengono con ciclo continuo in tutti 1 locali dalle 9 alle 24, dalla partecipazione ai dibattiti che sfociano dopo gli spettacoli e dalle code al Vittoria (1000 posti) dove, assicura il direttore della sala, Peter Freeman, 'soprattutto alla proiezione delle 24 si registra l'esaurito, tanto che i giovani, per riunirsi, sembrano preferire il cinema alla discoteca». •Sale piene—conferma An¬ drea Lioy, studente in Lettere di Torino, aspirante regista, scenografo, attore—in un clima quasi da'festival di Cannes o di Venezia, ma con la differenza che i protagonisti in vetrina siamo noi giovani con la nostra fantasia di dilettanti». Lo scopo non ultimo dell'iniziativa è, infatti, quello di scoprire nuovi talenti; speranza mai andata delusa in passato, visto che con il festival hanno cominciato la professione di registi Francesco Calogero di Catania, l'americano Alex Cox, presente quest'anno con un lavoro fuori concorso, «Walker», e il torinese Tonino De Bernardi, autore di «Elettra», prodotto dalla Rai. Tre nomi scelti fra tanti altri emersi nelle precedenti edizioni del festival torinese dal pianeta dell'anonimato, lo stesso ambiente in cui si muovono in questi giorni i 200 giovani (circa 120 torinesi) che cercano un'opportunità partecipando con i loro video a «Spazio Aperto», settore della rassegna libero a tuttL 'Rappresenta un'occasione unica — commenta Roberto Tarano, 29 anni, impiegato alla lite, presente con «Virginie in Italy» — che dilettanti non possono perdere»; oppure -qualcosa di più dì un palcoscenico occasionale — come ritiene Luca Villata. a Londra 3 anni fa per studiare tecnica cinemato- grafica —, perché alla manifestazione partecipano giovani di tutto il mondo». «Cinema Giovani» inteso, dunque, da tutti come luogo di libero confronto e possibile trampolino di lancio per un fllmaker o per una neoattrice al pari di Luisa Passega, di Brescia, presto sugli schermi di Rai-Tré con 'Provvisorio, quasi d'amore» di Silvio Soldini, ^venuta a Torino per mantenere i contatti con l'ambiente e conoscere gente». Nella show room del festival anche produttori e distributori confermano; mentre per Fernanda Moneta, direttrice della «Magnifica distribuzione» di Ivrea, e per Paola Maccarone, di «Tape Connection» di Roma, è addirittura "l'unico posto in Italia dove si può avere una panoramica completa della produzione internazionale e tracciare il bilancio annuale». E il pubblico di cinefili, protagonista spesso dimenticato di tutte le rassegne cinematrografiche, ma terrore dei dilettanti e degli indipendenti, cosa pensa di «Cinema Giovani»? Con le code agli ingressi, il continuo spostarsi da una sala all'altra, dimostra di gradirlo e di accettare con spirito «Offrii proposta, perché — sottoliena Stefano Alberione di Torino — è una regola dei festival aperti». C'è addirittura chi suggerisce agli organizzatori di abolire i premi dato che è difficile 'giudicare un video quando questo viene realizzato in casa senza mezzi finanziari». Comunque, tutti gli spettatori hanno la sensazione che attraverso le immagini i giovani vogliano comunicare i loro problemi, più che cercare l'opportunità di diventare grandi registi o attori. Emanuele Monta PLATfc'A Giovani in coda alla biglietteria del Vittoria, una delle quattro sale che ospitano la rassegna