Ecco il Cile figlio del No

Ecco il Cile figlio del No Popoli referendum sul Generale, eosì è cambiata la mappa politica del Paese Ecco il Cile figlio del No Pinochet: ha perso il carisma del tiranno - L'esercito: si accentua la frattura tra i «puri» e chi è coinvolto nella politica - L'opposizione; la de è leader - La Chiesa: finite le vecchie ambiguità DAL NOSTRO INVIATO SANTIAGO — n voto del 5 ; ottobre ha cambiato profon; damente 11 Ole. Non Importa che Pinochet resti ancora al; la Moneda, che icarabinero* ; continuino a venire ogni mati tina a suonargli qualche aria ! napoletana sotto il balcone, ' che 11 partito comunista sia sempre illegale, che alla VicaI ria de la Solidaredad sia sempre lunga e silenziosa la coda ; di quelli che chiedono notizie : dei parenti uccisi, o torturati, ; o'tenuti in carcere senza pro; cesso, il regime mostra i primi segni di una spaccatura ; insanabile. Il ministro Fer: nàndez tenta di coprirla insi: stendo a ripetere che il Si ha : vinto perché combatteva da isolo contro 16 avversari e Pi! nochet perciò è il più grande : di tutti gli statisti della Ter| ra; ma con la Piattaforma per :il Consenso presentata ve'. nerdi da Aylwin è cominciata .in realtà la fase finale della transizione alla democrazia. E il vocabolario politico del ; Cile va aggiornato. , Pinochet — La sconfitta >nel plebiscito ha separato il destino del dittatore dalla Giunta militare, e ha restituito alle sole Forze Armate la centralità nella mappa politica della transizione.. Pinochet non ha perduto il suo potere, ma certo ha perduto il carisma del tiranno, la certezza del suo ruolo futuro, la disponibilità assoluta del comando. Cadute con il tempo tutte le illusioni su una diffusa capacità di protesta da parte della società cilena, che aveva dovuto accettare il trasferimento di Ogni inziativa al governo, i militari pos sono scegliere con sufficiente discrezionalità, anche dopo 'un plebiscito perduto, i lem pi e i modi dell'uscita del re 'girne. i In questo quadro di potere ^ancora intatto, il voto del 5 'ottobre ha introdotto però un cuneo decisivo: che una volta rotta la continuità del ■regime di Pinochet, le Forze Armate ora debbono accet tare il principio che possa essere rimesso in discussione anche il futuro del processo ; fondato nei 15 anni di dittatura. E le cronache degli ultimi giorni distinguono tra vi, genza della Costituzione, che ;dà legittimità al potere militare, ed elaborazione dei programmi politici, che riguardano'soltanto la gesti&tie del 1 poteri legislativo ed esecutivo, ij'ì- I Forze Armate — n cuneo ha avuto effetti già immediati, però lavora anche sulla profondità della linea di crepa. L'immagine di compattezza che le Forze Armate tendono a rappresentare di se stesse non corrisponde più alla realtà. Non c'è dubbio che il principio di un intervento militare nella politica, affermato durante la crisi di Unidad Popular e poi radicato nella dittatura, sia ormai destinato a sopravvivere anche alla fine della dittatura; però la logica di poteri e di privilegi che questa sopravvivenza comporta dovrà trovare costantemente un equilibrio con l'esercizio costituzionale della pratica di governo. E la ricerca dell'equilibrio corrompe già in questa transizione l'antico monolitismo militare di marcata derivazione prussiana. Una prima frattura si era definita col tempo, nel corso di quésti anni, accentuando le differenziazioni tra l'esercito, che ha il potere reale delle armi, e gli altri corpi — marina e, soprattutto, aviazione — che sono stati ristrutturati per un uso della loro forza volto esclusivamente all'esterno. Ma più interessante ancora è la seconda frattura, quella tra i profesionales e gli apilutados: i primi, militari interessati soprattutto alla pratica del mestiere delle armi e diffidenti verso le troppe tentazioni del potere civile; gli altri, più coinvolti già nell'esercizio politico del potere militare e legati incondizionatamente al carro di Pinochet. Il professionalismo è la caratteristica più marcata delle forze aree e, da molti mesi a questa parte, anche dei carabineros, che con Stange si sono progressivamente depurati del loro ruolo di repressori istituzionali. E' significativo però che il processo di istituzionalizzazione abbia spaccato anche il corpo più forte e conv patto, l'esercito: voci di qualche . consistenza^ superano oggi i muri delle caserme, e raccontano di 7 mila domande di «passaggio alla riserva» presentate da ufficiali di grado intermedio; soprattutto comincia a essere diffusa una Usta attendibile di alti ufficiali che si collocano nell'uno o nell'altro campo. Il capo di Stato Maggiore, gen. Roberto Soto MacKenney, guida le file dei profesionales, più restii a farsi conoscere in pubblico, mentre quelli che hanno traffici da spartire sono guidati dal vicecomandante in capo, gen. Santiago Sinclair, e hanno nomi più noti: Serre, Siebert, Bravo, Salas, Badiola, Garcia, Guillard, Ojeda, Aburzùa. Le prossime promozioni faranno capire come Pinochet intenda usare l'Alto Comando dell'esercito. Intanto,. Matthei e Stange, tedeschi che tra loro parlano il tedesco, luterani del potere militare, si differenziano sempre più dai due cattolici di sangue spagnolo, Pinochet e Merino, crociati dell'anticomunismo fideistico; e tendono ad accorpare su di loro le esigenze prfesslonali delle forze armate). Le dichiarazioni che più volte hanno fatto in questi giorni, proprio nel momenti di maggior incertezza sulla definizione dei ruoli che il potere militare andava assumendo, hanno ribadito la divisione interna alla Giunta, e, contemporaneamente, l'accettazione di un principio di negoziato. «Verrò il tempo di incontrare i partiti», ha detto per ultimo Matthei. I partiti del No—Sono stati per lunghi anni fantasmi inconsistenti, portavoce di una capacità di lotta popolare che non esisteva più. La repressione selettiva praticata duramente dal regime, e la loro litigiosità ideologica viziata da una irresponsabile -gelosia dì partito, avevano fi¬ nito per staccarli dal corpo della società e lasciarli in balia delle scelte del regime. Il risultato del 5 ottobre gli restituisce spazio di manovra e credibilità. Va dato atto alla de e al socialismo di Lagos di aver saputo cogliere alla fine le enormi potenzialità di rottura contenute nel voto del plebiscito, e di aver saputo trascinare addosso a questo clamoroso errore del regime non solo l'intera società ma anche le resistenze e le renitenze dei comunisti. La gestione della vittoria pare condotta ora con una giusta memoria degli errori passati. Il principio dell'unità viene considerato da tutti un dovere inderogabile, perché è l'unica forza che possa apparire credibile ai militari. E le tentazioni di una diversificazione — della sinistra radicale, di alcune formazioni socialiste — restano ancora contenute In poco dannose dichiarazioni di principio. L'egemonia democristiana dell'opposizione è accettata, con qualche difficoltà, anche dal pc, che continua a dibattersi tra un'ala «togliattìana» e una tentazione più massimalista; ma arrivati in forte ritardo sulla scelta del plebisicito, oggi 1 comunisti non hanno grandi spazi di manovra in un progetto politico che deve muovere' lungo linee di moderazione e di attendismo. Governo — Pinochet sta tentando di rilanciarlo come strumento politico del regime, però i sondaggi condotti presso molti potenziali ministri ricevono soltanto rifiuti poco imbarazzati: nessuno tra i potenti della vecchia società vuole imbarcarsi in un governo sconfitto, senza prospettive politiche; e le mano-, vre di intorbidamento che cominciano a delinearsi (come la singolare intervista in prigione pubblicata sul Mercurio dal capo guerrigliero Diaz Caro) segnalano solo un disperato tentativo di serrare file già fin troppo diradate. L'ipotesi di un governo militare viene ora presa in considerazione, ma resta come ultima risorsa; è sarebbe anche il segno di un forte deterioramento del confronto con l'opposizione. Fernàndez è destinato comunque a essere dimesso à tempo breve: apparirà come l'unico battuto del 5 ottobre, insieme, forse, con il pc. Destra civilizada — E' un'alternativa interna al regime, che aspira a guadagnarsi la successione di Pinochet mantenendo la difesa degli interessi radicati nella parte più conservatrice della società. Fino al 4 ottobre, gli spazi per questa opzione politica erano estremamente limitati, schiacciati dal controllo del potere che il regime di Pinochet poteva vantare su qualsiasi tentativo di fronda intema; dopo il voto, però, il distacco di Jarpa e di Renovación Nacional ha acquistato un valore politico emergente, diventando un polo di riferimento obbligato per il dibattito che sta preparando la successione del regime. Ci sono ancora forti resistenze, ed è difficile immaginare un immediato accordo tra aspettative concorrenziali come quelle di Jarpa e di Guzman, o gli obiettivi di Allamand e Bulnes. Però si fa evidente il travaso di un peso politico dall'interno del regime a un territorio che gli sta fuori, già nel corpo della società civile; e molte dichiarazioni aperturiste dei rappresentanti della Confindust tria locale, la Cpc, già il giorno 6 ottobre, lasciano immaginare un forte interesse dei signori dell'economia cilena nella riuscita di questo programma di travaso. L'obiettivo del Gruppo dei 16 è di svuotare di rappresentatività il regime, facendo della destra civilizada l'interlocutrice di un progetto concordato di democratizzazione. La frase di Matthei che ogni I Costituzióne è modificabile purché si salvino i principi della proprietà privata e della libera impresa' appare un viatico già incoraggiante. Chiesa — La Chiesa cilena ha progressivamente perduto la spinta pastorale e umanitaria che aveva caratterizzato il tempo di Silva Henriquez. L'arrivo del card. Fresno aveva riportato entro limiti molto contenuti la critica costante alle pratiche violente del regime e il giudizio severo sulle su? violazioni dei diri tti umani; e anche se il Vicariato aveva potuto continuare in qualche difficile modo l'opera di assistenza e di aiuto alle vittime del regime, la Chiesa era arrivata al punto di rifiutare ogni giudizio sul plebiscito, ponendo sullo stesso piano il Sì a Pinochet e il No dell'opposizione democratica. L'appello del giorno 7 ottobre, all'unità del popolo e all'accettazione di un cambio della Costituzione, hanno riportato ora la Chiesa a una posizione di maggior presenza nella crisi politica del Paese. Stati Uniti—Si sono scaricati di una parte, almeno, delle gravi responsabilità che avevano per l'appoggio al golpe contro Allende. Hanno giocato pesantemente contro Pinochet, legandogli le mani nel suo tentativo di autogolpe ma, ancor prima, facendo . dell'ambasciatore Barnes un credibile punto di riferimento per le speranze e i bisogni dell'opposizione democratica. Il giudìzio del leader della coalizione Izquierda Unida, che comprende anche il pc, disegna le aspettative della sinistra cilena: »Gli Usa hanno avuto un ruolo importante per il plebiscito. Ma ancora più importante è il ruolo che avranno ora, speriamo che sappiano affrontarlo rispettando le scelte del nostro popolo». Nuovo Cile — Prepara un quadro politico di orientamento moderato, relegando il pc e le formazioni della vecchia sinistra allendista in un ruolo subordinato: ogni principio di mobilitazione sociale viene accantonato di fronte ai rischi di una drammatizzazione dello scontro, ma in questo modo la de diventa anche il referente obbligato ed esclusivo della lotta per la chiusura della transizione. Mimmo Candito SCARCERATO SOCIALISTA ALMEYDA Santiago. L'ex ministro degli Esteri, il socialista Clodomiro Àlmeyda, parla alla folla all'uscita dal carcere dopo quindici mesi di detenzione politica. La Corte suprema, infatti, gli ha condonato parte della pena. Incarcerato dopo il golpe del '73, era stato esiliato ma, rientrato in patria nell'87, era stato condannato a 18 mesi (Ansa)

Luoghi citati: Cile, Lagos, Santiago, Stati Uniti, Usa