«Guerra ai giochi di parte»

«Guerra ai giochi di parte» «Guerra ai giochi di parte» in un momento estremamente diffìcile, nel quale si giocherà, io credo, l'avvenire del teatro drammatico italiano — in messo a incoscienze, o indifferenti brutalità, che toccano l'esistenza culturale stessa di una nazione — il Piccolo non cede nulla al suo destino e nulla della sua missione, anche se registra gli accadimenti intorno a sé e li giudica. Abbiamo preparato un repertorio in cui temi diversi si intrecciano con coerenza e cercano di difendere in modo concreto la vita di una istituzione che deve essere al tempo stesso un servizio pubblico ma artistico, preoccupato soprattutto del valori della poesia, della ricerca della nuova teatralità e di nuove strade e metodi di consociazione del pubblico. Cosi sarà nel momento in cui gli offriremo i primi risultati della nostra ricerca sul Faust di Goethe. L'inizio di un lungo cammino con 2500 versi della prima parte, recitato in due sere consecutive, nella forma di uno spettacolo e dì una lettura al tempo stesso, in cui bagliori di fatti compiuti sì mescolano con intuizioni non ancora risolte, con interrogativi da sciogliere in un evento teatrale, nuovo per la sua forma, traccia viva di una elaborazione in atto in cui forse, io spero, il pubblico si sentirà partecipe di un travaglio di interpretazione e non soltanto spettatore di teatro. Continueranno gli Incontri, un nuovo modo di confrontarsi con il pubblico che si è rivelaio mollo interessante e proficuo; i temi sono Per Goethe, per l'uomo, da una parte il lavoro sul Faust, dall'altra il discorso ' sulla Rivoluzione francese e i diritti dell'uomo e della cultura. Assieme al Progetto Faust partirà il Progetto Italia, una stagione interamente dedicata alla drammaturgia italiana. Si aprirà una sezione nuova, quella che chiamiamo Spazio parola e anch'essa dovrà chiarirsi nel tempo e diventare una abitudine del Teatro Studio. Spazio parola è la rappresentazione — non del tutto ma abbastanza completa, professionistica, insomma resa teatro da vedere e sentire, con attori di rilievo — di novità di autori italiani, talvolta noti, il più delle volte sconosciuti, mai rappresentati o rappresentati poco. E' l'apertura verso l'incerto, il nuovo, forse l'imperfetto, della drammaturgia italiana contemporanea, che diventa un cuore della nostra attività futura per rappresentare quello che possiamo e sappiamo, e iniziare un dialogo con il pubblico su questo tema. Accanto a questo, abbiamo aperto un altro spazio: Spazio musica. Carlo de Incontrerà ha preparato questa nascita dei concerti del Piccolo Teatro-Teatro Studio, su un tema ben preciso: Pour le piano, il pianoforte, tra fin de siècle e primi del Novecento. E ovviamente lo spettacolo avrà il suo spazio nella nostra stagione. Faust, da me diretto e interpretato al fianco di Giulia Lazzarini e Franco Graziosi, è uno spettacolo certamente, e certamente lo sarà II Conte di Carmagnola, di Manzoni, diretto da Lamberto Puggelli, la tragedia amata tanto da Goethe. E'un gesto culturale prima ancora che un gesto teatrale e noi lo sottolineiamo nel momento in cui, alle basi, si tenta di distruggere il senso stesso della teatralità come fatto evidente di una civiltà nazionale. Né l'Europa è assente dal nostro programma: presenteremo La mouette di Cecov, nella messa in scena di Andrej Konchalovsky, uno spettacolo prodotto dal Théàtre de l'Europe di Parigi; Eduardo II, di Brecht-Marlowe, nel la messa in scena dei .Centro Dramatico, Nacional-featro d'Europa di Madrid diretto da Uuis PasquaL Tutto ciò al Teatro Studio, dove la nostra scuola allarga i suoi orizzonti e si apre ai tecnici del teatro, che sempre più oggi mancano, con l'apertura di corsi per tecnici teatrali. Da questa rapida sintesi di un programma intenso (apriremo il sipario 321 se re), risulta che la nostra sta gione è un gesto di fiducia nel teatro italiano. La mag¬ gior parte dei testi che rappresenteremo sono di autori italiani, autori di ieri e autori di oggi. Il Progetto Italia è una.realtà della quale io penso la scena nazionale dovrà tenere conto. Se dovessi definire tutta la mole di lavoro che abbiamo apprestato, in un momento cosi diffìcile per la scena italiana, io lo definirei con le parole fiducia, coraggio, volontà di essere contro l'incoltura, i giochi di parte, le semplicizzazioni strumentali che nulla hanno a che fare con un teatrod'arte. Volontà di essere noi anche da soli, con l'Europa, per l'Europa cU domani. L'Europa della tolleranza, della curiosità, della conoscenza reciproca e delle cose belle ed alte che ci uniscono tutti, in nome della cultura e dell'uomo. Giorgio Strehler

Luoghi citati: Carmagnola, Europa, Italia, Madrid, Parigi