Ruffolo: un Alto Commissario per il Po di Andrea Di Robilant

Ruffolo: un Alto Commissario per il Po Il ministro ha annunciato la nuova figura durante i lavori della Conferenza interregionale a Palazzo Chigi Ruffolo: un Alto Commissario per il Po Dovrà gestire i fondi e coordinare gli interventi di quattro Regioni - Ripartiti i finanziamenti per l'88: 104 miliardi alla Lombardia, 62 al Piemonte, 45 all'Emilia e 38 al Veneto - Il ministero dell'Ambiente intanto dovrà predisporre il grande piano degli interventi fino al Duemila ROMA—n Piano triennale per il risanamento del Po dispórrà'di fondi stimati a circa 3 mila miliardi. Lo ha annunciato il ministro per l'Ambiente RuiTol o dopo la riunione della Conferenza permanente interregionale del Po che si è tenuta a Palazzo Chigi. Ruffolo, che ha definito l'inquinamento della Valle Padana «il più grande problema ambientale italiano», ha aggiunto che il Piano sarà coordinato da un segretario generale del Po ancora da nominare. Quest'autorità avrà larghi poteri di supervisione in quattro regioni: Lombardia, Emilia, Piemonte, Veneto. «E' la prima volta che viene creata una figura dì questo tipo», ha detto Ruffolo. «Ed è già molto che le regioni abbiano accettato di lavorare sotto un coordinatore unico: Alla riunione della Conferenza permanente, presieduta da Ruffolo, hanno partecipato i presidenti delle quattro Regioni In attesa del Piano triennale, che prenderà il via l'anno prossimo, le Regioni potranno avviare subito il risanamento delle acque con i 300 miliardi già stanziati per il 1988. La torta è stata così ripartita: 104 miliardi alla Lombardia, 62,5 al Piemonte (che avrà anche 30 miliardi per gli interventi di risanamento della Val Bormida), 45 all'Emilia Romagna e 38 e mezzo al Veneto, n resto, 50 miliardi, andrà al ministero dell'Ambiente. Quasi la metà dell'intero stanziamento per l'88 — 140 miliardi — sarà utilizzata per finanziare interventi di depurazione ideile acque. Il resto sarà speso per abbattere carichi zootecnici, salvaguar¬ dare risorse potabili, creare parchi, smaltire rifiuti. I miliardi destinati al ministero -dell'Ambiente andranno invece a finanziare le ricerche e gli studi relativi al cosiddetto «Master Pian del Po», il grande piano che dovrà definire le direttive e gli investimenti fino al 2000. Ruffolo ha precisato che alla redazione del «Master Pian» contribuiranno anche gli esperti europei che hanno lavorato sui grandi progetti di risanamento del Tamigi, del Reno, del Danubio. Il ministro dell'Ambiente ha sottolineato l'importanza del fatto che per la prima volta in Italia si affronta un problema ambientale di queste proporzioni in modo programmato e in un contesto interregionale. Il piano per il risanamento del Po costituisce anche il primo passo nel disinquinamento dell'Adriatico. Secondo Ruffolo, il disastro ecologico è per due terzi attribuibile al Po. E tuttavia i rappresentanti delle Regioni hanno lasciato .Palazzo Chigi,eon.un-Pf>'';d'amaro in bocca. La scure del ministro del Tesoro non ha risparmiato la questione ambientale e nella legge Finanziaria gli stanziamenti destinati al piano per il Po sono stati ridotti. Per il primo anno, il 1989, la somma è stata dimezzata, da 600 a 310 miliardi. Ruffolo ha spiegato: «La ri¬ duzione dei fondi per il Piano triennale farà diluire nel tèmpo iprogrammiperii risanamento. Ma questo non significa che il piano partirà in ritardo o che sarà sospeso». H ministro ha aggiunto che integrando le risorse del Piano triennale a quelle delle Aree a rischio e del Fondo investimento occupazionale, le risorse disponibili nei prossimi tre anni sono state stimate in 3 mila miliardi. Le Regioni, intanto, spera- no che il governo ci ripensi. «Altrimenti sarà scontro aperto», ha detto il presidente dell'Emilia Romagna Guerzoni. «L'intenzione di ridurre tutti i finanziamenti potrebbe risultare una misura politicamente avventata per il governo, dopo la drammatica emergenza dell'Adriatico». I sindacati, dal canto loro, hanno presentato una piattaforma comune nella quale invitano il governo a risolvere il problema dell'inquinamento a monte, cioè nel ciclo produttivo delle industrie. Secondo loro, il ministro Ruffolo pone troppo l'accento sui depuratori e troppo poco sulle cause inquinanti. «/ soldi non fanno una politica», ha detto ieri Emilio Gabaglio (Cisl). «Ci sembra che poco o nulla del Piano sia destinalo a rimuovere le cause». Una critica simile viene avanzata dai Verdi. «E' inutile spendere tutti quei soldi per i depuratori», ha spiegato Paolo Galletti. «L'obiettivo dovrebbe essere rinaturalizzare i corsi d'acqua. I fiumi, infatti, hanno grosse capacità di auto-depurazione. E lo fanno pure gratis. Purché non ci si versino sosta-nze tossiche e il carico organico sia sopportabile». Nella conferenza stampa, il ministro Ruffolo ha respinto le critiche sostenendo che per quanto riguarda io stanziamento 1988 — l'unico in cui le spese sono state allocate — «solo la metà dei fondi sono destinati ai depuratori mentre il resto sarà speso per colpire il fenomeno a monte. D'altra parte ci troviamo di fronte ad un'emergenza e i depuratori sono necessari». Andrea di Robilant