«Ci vuole un killer per vostro padre»

«Ci vuole un killer per vostro padre» L'agricoltore ucciso a Siracusa «Ci vuole un killer per vostro padre» Moglie e figli decisero la morte dell'uomo SIRACUSA — Assoldarono un killer per liberarsi del padre-padrone.; Ma furono scoperti e finirono in carcere sia loro, Carmelo e Sebastiano Cantone, uno di 18 anni, l'altro di 17, sia il sicario, Carmelo Lo Giudice, anch'egli diciassettenne, pregiudicato. Adesso, a più di quattro mesi dal delitto, è stata arrestata anche la madre dei due ragazzi. Concetta Zappuìla, di 37 anni. E' accusata di concorso nell'uccisione del marito, Nunzio Cantone, 43 anni, agricoltore di Floridla, un grosso centro a una decina di chilometri da Siracusa. Secondo il giudice istruttore Luigi Lombardo per uccidere l'uomo fu organizzata una sorta di consiglio di famiglia: madre e figli complici prima nell'eseguire l'omicidio, poi nel tentativo di sviare le indagini. E tutto allo scopo di liberarsi di un uomo violento, che li obbligava a lavorare nei campi dalla mattina alla sera, e a non allontanarsi dalla loro casa di campagna, in contrada Mort illaro. «Quello non era un padre, ma un tiranno — si sono giustificati i due ragazzi —; lavoro, sempre lavoro, mai un divertimento. Diceva che se rincasavamo tardi la sera l'indomani saremmo stati troppo stanchi per lavorare». Il delitto fu commesso il pomeriggio del 4 giugno. Fu la stessa Concetta Zappiate a dare l'allarme ai carabinieri. «Dormivo nella stanza accanto a quella di mio marito. Mi ha svegliato una scarica Hi fucile àpàìleitòni. Ho cercato di aiutarlo, ma Nunzio era già morto, raggiunto da una fucilata alla testa. I killer? Non ho visto nessuno». Una versione che fin dall'inizio non convinse i carabinieri. In paese tutti conoscevano il carattere di Nunzio Cantone, detto «Cavaddu», le continue liti con i figli, soprattutto dopo che il più giovane dei ragazzi, Sebastiano, si era fidanzato con una coetanea. Tre giorni di indagini portarono i carabinieri a ricostruire almeno' in parte la vicenda. L'arma del delitto era stata il fucile da caccia di proprietà dello stesso Nunzio Cantone. I due ragazzi furono arrestati. Assieme a loro finì in carcere l'autore materiale del delitto: Carmelo Lo Giudice, considerato il «bullo» del paese, già noto ai carabinieri per numerosi forti. A lui i fratelli Cantone e, forse, anche la loro madre (non è ancora chiaro il ruolo della donna in tutta la vicenda) si rivolsero per portare a termine la missione di morte. Prezzo del «lavoro»: poche centinaia di migliaia di lire. Carmelo Lo Giudice, d'accordo con ì due ragazzi, scelse il momento propizio per entrare in azione: la siesta pomeridiana, quando Nunzio Cantone si riposava al termine di una mattinata di lavoro. La fucilata fu sparata da distanza ravvicinata. ala.

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