Nella Babele delle velocità si dissolve l'accordo sui 120 di Ruggero Conteduca

Nella Babele delle velocità si dissolve l'accordo sui 120 Dopo tre tentativi di votare alla Camera, torna tutto in commissione Nella Babele delle velocità si dissolve l'accordo sui 120 Ogni partito ha una sua «inedia europea» - De pri, pli e msi: 130 - Pei: 120 - Ferri insiste: 114 ROMA—«Tutto come prima. Dal che si deduce che il governo è stato saggio a consentire una velocità massima di 130 chilometri orari in autostrada solo per cinque giorni alla settimana, riducendola a 110 nei weekend». Il primo commento a caldo è del ministro dei Trasporti Giorgio Santuz: dopo tre tentativi di votazione andati a vuoto per mancanza del numero legale, neanche ieri la Camera dei deputati è riuscita ad approvare il documento che dovrebbe impegnare U governo ad adottare limiti uguali per tutti i giorni della settimana ed adeguati alla media europea. Uno dopo l'altro, il missino, il comunista, il repubblicano e gli altri rappresentanti della maggioranza di governo, hanno ritirato la propria firma dalla mozione sicché alla fine non c'era più il documento su cui votare. Ora tutto torna in commis¬ sione, nella speranza che venga trovato un accordo fra gli stessi partiti per formulare meglio la dizione di «media europea». Proprio su questo punto, infatti, si sono scontrate le tesi di governo e Parlamento da una parte, e di comunisti e maggioranza dall'altra. Qual è la «media europea» dei limiti massimi di velocità in autostrada? Per i comunisti è 120 chilometri orari. Per democristiani, repubblicani, liberali e missini è 130. Per 11 ministro dei Lavori pubblici Enrico Ferri, padre del decreto sui 110 in vigore l'estate scorsa e ispiratore del provvedimento attualmente in uso sui 110 e 130 a seconda dei giorni della settimana, non ci sono dubbi: la media è 114, più vicina quindi ai 110 che non ai 120, valore quest'ultimo sul quale sembrano essere più orientati 1 socialisti. Una vera Babele, insomma, sulla quale appare or¬ mai difficile possa trovarsi un accordo. I comunisti, che hanno chiesto la convocazione della commissione Trasporti per oggi, hanno già preannunciato che non cederanno e che se è il caso presenteranno una mozione da soli. Democristiani, repubblicani, liberali e missini hanno intenzione di apporre nuovamente la firma alla stessa mozione con una correzione: là dove si parla di media evi opea, sarà chiaramente indie r.o 130 chilometri orari. Ce il rischio, perciò, che qu?ndo la risoluzione tornerà ~: aula per essere votata — ormai dopo la Finanziaria, e quindi non prima di un mese nella più rosea delle ipotesi — possa < 3sere respinta perché priva di una adeguata maggioranza. Nel frattempo su autostrade e superstrada si continuerà a «correre» a giorni alterni: 130 nei giorni feriali e 110 nei festivi. Unii soluzione, questa, che il inlni- stro Ferri, ieri duramente attaccato In aula dagli stessi esponenti della maggioranza di governo, non cessa di propagandare. Dopo la seduta. Incurante anche delle allusioni pesanti rivolte nei suoi confronti, ha ripreso a sciorinare cifre su morti e feriti. Secondo dati forniti dalla polizia stradale dal 12 settembre (giórno di entrata in vigore del decreto sulla doppia velocità) al 17 ottobre ci sono stati 190 morti, 8273 feriti e 11.196 incidenti in meno. Il riferimento è al perìodo che va dal 14 settembre al 19 ottobre 1987. quando i dati furono però diffusi dall'Istat, l'istituto centrale di statlstii. Nonostante tutto, però, la Camera è contro il ministro. Ieri gli sono piovute critiche da tutte le parti. Nessuno gli ha perdonato quella sua anticipazione alla stampa secondo la quale la media europea è di 114 chilometri orari. Il missino Pazzaglia è giunto a chiedere alla fine della seduta persino le sue dimissioni. Sfiducia al ministro? «Certo — dice il socialista Antonio Testa, che come presidente della commissione Trasporti era riuscito ad ottenere sulla mozione poi ritirata anche l'adesione di comunisti e missini — l'atteggiamento della Camera nei suoi confronti non si può dire di fiducia. Dopo le sue dichiarazioni nessuno è più disposto a credergli». •Quando ho parlato di media europea — si difende Ferri — alludevo alla media aritmetica, non a quella politica. E le cifre si possono verificare». Ma quella di oggi la giudica una vittoria o una sconfitta? «Né una vittoria, né una sconfitta. Sono venuto alla Camera solo per assistere alla seduta giacché sapevo che per regolamento non sarei comunque potuto intervenire. L'ho fatto per rispetto al Parlamento». Ma il Parlamento non vuole rispettare i suoi limiti e vuole cambiarli. Tutti uniti nel criticare il decreto sulla doppia velocità, i deputati non riescono però a mettersi d'accordo sulla soluzione da proporre al governo. E Ferri continua ad avere buon gioco. Ruggero Conteduca

Persone citate: Antonio Testa, Enrico Ferri, Giorgio Santuz, Pazzaglia

Luoghi citati: Roma