L'Urss si candida per i «caschi blu»

L'Urss si candida per i «caschi blu» Il sottosegretario Petrovski alle Nazioni Unite L'Urss si candida per i «caschi blu» Proposta anche una flotta Orni - Seul offre la pace al Nord n:.' :i: 'ir: DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — L'Urss ha proposto aìl'Onu la formazione di una flotta di pace internazionale e l'apertura di punti di controllo nelle aree di potenziale crisi, offrendo di parteciparvi insieme con gli altri membri permanenti del Consiglio di Sicurezza «c/te lo desiderano», ossia Usa, Cina, Inghilt erra e Francia, più Paesi 'volontari». Parlando al Palazzo di vetro di New York a nome di Gorbaciov, 11 sottosegretario àgli Esteri Petrovski ha affermato che «le Nazioni Unite devono ora addentrarsi in aree nuove» e che le grandi potenze devono mettere a loro disposizione •contingenti delle proprie forze armate». La guerra degli otto anni nel Golfo Persico, ha aggiunto Petrovski, «fta dimostrato che l'Onu potrebbe mantener libera la navigazione e eliminare le mine nei mari e negli oceani». Le proposte deli'Urss, che si rifanno al plano Gorbaciov del)'85 per la riforma delle Nazioni Unite, hanno sollevato scalpore. Esse adombrano la formazione di un direttorio internazionale, di fatto il Consiglio di Sicurezza, «c/te dovrebbe svolgere un ruolo più attivo nella soluzione delle dispute tra gli Stati», come ha detto chiaramente il sottosegretario agli Esteri sovietico. Il mese scorso, nel discorso d'inaugurazione dell'Assemblea Generale, Shevardnadze aveva suggerito riunioni periodiche dei 15 membri del Consiglio, i cinque permanenti e i dieci a rotazione, a New York, Mosca, Pechino, Londra e Parigi. Il disegno va contro la tradizione dell'Onu: i cinque grandi non hanno mai fatto parte dei «caschi blu» per non aggravare con nuovi motivi di tensione le crisi regionali. Sull'intervento di Petrovski, allo Special Politicai Committee, che ha competenza sulle missioni di pace, si è aperto subito un acceso dibattito. Il punto su cui il diplomatico russo ha insistito maggiormente, e a cui l'Assemblea Generale è parsa più sensibile, è stato quello della prevenzione delle crisi regionali. Ha sostenuto che 'il mondo compirebbe un importante passo avanti verso la distensione se l'Onu riuscisse a prevenire le teri' siòni internazionali». Per questo, Petrovski ha chiesto che equìpes di osservatori vengano mandate a pattugliare i confini •quando lo chieda un Paese che rischia interferenze esterne»; Oggi siamo tutti interdipendenti — ha dichiarato il sottosegretario — e la diplomazia dell'emergenza è anacronistica... Bisognerebbe dare anche maggiori poteti al segretario generale». L'Ambasciata americana all'Onu non ha fatto mistero della sua opposizione all'idea di trasformare il Consiglio di Sicurezza in un organo soprannazionale, e tanto meno a quella di istituzionalizzare una presenza militare delle grandi potenze nelle crisi regionali. «Non crediamo proprio che la presenza deli'Urss in Medio Oriente sia costruttiva» ha dichiarato un funzionario Usa, trincerandosi nell'anonimato. L'ambasciata ha espresso il proprio apprezzamento per •l'adesione sovietica a molti dei principi delle Nazioni Unite, manifestatasi ad esempio nel ritiro dall'Afghanistan», ma ha definito •in parte prematuro e in parte strumentale» il piano Gorbaciov per un nuovo sistema di sicurezza. La Casa Bianca ha smentito che Reagan e Gorbaciov possano tenere un ultimo vertice su questi problemi.-1 • Insieme con l'intervento di Petrovski ha suscitato grande interesse il discorso di Roh Tae Woo, il primo presidente sudcoreano a parlare al Palazzo di vetro. Roh Tae Woo ha proposto alla Corea del Nord un vertice e un patto di non aggressione, e si è impegnato a non usare mai la forza per primo contro i nordcoreani. Dopo aver sottolineato che sta cercando di migliorare i rapporti con i Paesi comunisti ha propospto anche «una conferenza consultiva di pace delle due Coree con gli Usa, l'Urss, la Cina e il Gi'àp'pone». •Dobbiamo propiziare una primavera di riconciliazione nella nostra penisola» ha detto Roh Tae Woód rivolto a Klm II Sung, 'dobbiamo incontrarci quanto prima». L'ambasciatore della Corea del Nord Pak Gii Yon non ha abbandonato la sala, e ha seguito il discorso con grande attenzione. e. c.