Anno 2008: l'Africa invade l'Europa
Anno 2008: l'Africa invade l'Europa Anno 2008: l'Africa invade l'Europa un'ampia ricerca della Fondazione Agnelli su 'Transizione demografica, migrazioni internazionali e sfide culturali-, presentata Ieri da Marcello Pacinl, in apertura di un convegno di due giorni, con economisti e sociologi, dagli americani Zolberg e Morgan, al francese Tapinos, agli italiani Blangiardo, Colini, Buttino, Ortona, CollottiPischel. Cosa ci insegnano le esperienze e le tendenze in atto negli altri Paesi? I conflitti etnici, più longevi delle lotte di classe, sono cronaca quotidiana, dall'Armenia alla Jugoslavia, dall'Ulster all'Alto Adige: come hanno dimostrato gli storici dulie «Annales-, è più facile mutare tecnologie e economie che estirpare radici culturali Negli Stati Uniti sono in rapido aumento gli asiatici e soprattutto gli ispanici: a metà del prossimo secolo saranno quasi il 20 per cento della popolazione e 'l'orientamento culturale degli Usa TORINO—I numeri parlano chiaro, ma nessuno 11 ascolta. Oggi gii ttalianl sono 57 milioni, tra vent'annl saranno un milione in meno, nel 2037 scenderanno a 45 milioni, l'età media supererà i 45 anni. Il grafico del nostro calo demografico sarà allora una parabola a precipizio. Vogliamo diventare il Paese della terza età? E chi pagherà le spese, chi produrrà le risorse? Abbiamo tempo una generazione per decidere. Davanti si aprono due strade: o riprendere a fare figli, per assicurarci almeno una «crescita zero», o accettare tra noi sempre più immigrati che premono dalle frontiere africane. Qualunque sia la scelta, servono fin da ora una cultura e una politica capaci di comprendere e governare il futuro delle popolazioni. A meno che l'Europa post-industriale voglia perdere identità e ruòlo, rassegnarsi al declino. Il problema è al centro di si sposterà sempre più verso il Sud America». Ci si era illusi che dal «melting pot» delle nazionalità potesse nascere il «nuovo americano»: hanno preso atto che le differenze etniche non si assorbono né si eliminano. E oggi Dukakis il greco può correre per la Casa Bianca. La situazione non è molto diversa in Unione Sovietica, altro crogiuolo di popoli, dove i musulmani crescono in percentuale quattro volte più degli slavi, e dove esiste ad esempio una minoranza di 2 milioni di tedeschi, discendenti da immigrati nella Russia della grande Caterina, che per una buona metà hanno conservato lingua e cultura. Chi è tornato in Germania A PAGINA 11 «lo, turco fuggito dalle fame» di Francesco Covasco Federale — oltre 120 mila negli ultimi due anni — parla un tedesco antiquato ma fluente. Le minoranze cinesi, insediatesi nell'800 nel Sud-Est asiatico, dalla Malesia alle Filippine alla Thailandia, studiano il mandarino nelle loro scuole. Hanno 1 loro ospedali e persino il loro corpo dei pompieri. Gli immigrati non vogliono solo conservare la memoria: pensano a un futuro proprio. Non chiedono di essere assimilati, ma di poter esprimere e «valorizzare la propria diversità». Mentre noi pensiamo che loro «muoiano dalla voglia di diventare uguali». La popolazione dei Paesi arabi raggiunge i 150 milioni di abitanti. Di questi, 108 vivono nel Nord Africa (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan). Il loro tasso di crescita annuo non è mai inferiore al 2 per cento, spesso supera il 3 (mentre quello dell' Europa occidentale è fermo ano 0,1 ). Tra U1985 e il 2000 si prevede un aumento di 4 milioni di abitanti l'anno, la popolazione in età lavorativa raddoppierà. Tutta l'Africa avrà una «velocità demografica» pari a 11 volte quella dell'Europa. Nel 2025 i Paesi in via di sviluppo saranno l'83 per cento, della popolazione mondiale. In Europa oggi vivono oltre dieci milioni di africani. E continuano ad arrivarne 250 mila all'anno, con mogli e figli. Tra vent'annl saranno più del doppio, oltre 20 milioni, pari alla attuale popolazione di Olanda e Belgio. Francia e Germania già stanno attuando misure di blocco e di rientro nei Paesi d'orìgine, rimandando a casa le «/acce di turco». • In Italia, ha denunciato Patini, da 15 anni si importano stranieri, con -assurda noncuranza». L'immigrazione è fenomeno clandestina Non Luciano Genia (Contbvja a pagina 2 in terza colonna) Il Vecchio Continente dovrà diventare «multietnico» o rilanciare la politica della natalità
Persone citate: Blangiardo, Buttino, Dukakis, Marcello Pacinl, Ortona, Patini
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