Ultimi flipper nel delirio di videogames di Liliana Madeo

Ultimi flipper nel delirio di videogames Alla Fiera dei giochi a Roma juke-box dell'SOO tra monitor, fotocellule e scenari spaziali Ultimi flipper nel delirio di videogames , ROMA — C'è una sorta di test anagrafico-culturale che si può fare tra gli stand della rassegna dei giochi (ufficialmente: esposizione nazionale apparecchi divertimento automatici) in corso alla Fiera di Roma. Da una parte — immersi in un regno tutto loro di competenza e allegria— ci sono i destinatari di questo parco deUe meraviglie, punteggiato da musiche assordanti', monitor, fotocellule, sibili e saette, pulsanti e manopole elettroniche, scenari spaziali e animali coloratissimi. .Sono 1 rappresentanti della 'Videogames-generation», eia massima 25 anni, che si destreggiano benissimo fra tante diavolerie e ne usano le potenzialità creative; giocano e inventano assieme, percorrendo le piste tracciate da geni come Arthur Clarke, con '2001 Odissena nello Spazio», o Ray Bradbury, l'autore di 'Farenheit 451». Sono loro 1 «clienti» del quasi 200 mila videoglochl presenti in Italia, che nell'87 hanno incamerato 218 miliardi. Gli altri—quelli che hanno incontrato da adulti il mondo dell'elettronica—si aggirano fra gli stand con aria timorosa e perplessa. Un po' smarriti e un po' nostalgici. Ecco finalmente, in loro soccorso, una macchina che li riporta al gioco e al divertimento della loro giovinezza: il juke-box. Ma questo che viene riproposto al mercato è una specie di feticcio, a metà tra il kitsch e il post-moderno, tutto un trionfo di plastica che Imita la radica di noce, colonnine sporgenti che inquadrano uno schermo percorso da righe luminose, e, come copertura, una cupola bombata. E' fatto sul modello dei prototipi americani, che apparvero cento anni fa a Chicago, dove fra un mese si celebrerà il loro anniversario. Quando si diffuse in Italia, nel secondo dopoguerra, il | juke-box aveva già ridimen¬ sionato il suo aspetto. E, con le proporzioni a tutti note, ha vissuto la stagione del suo massimo fulgore: fra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando le canzoni più gettonate erano quelle di Paul Anka e Henry Belafonte, Modugno e Villa. Ora la concorrenza che gli viene fatta è enorme: di apparecchi ce ne sono appena 20 mila, che nell'87 hanno •Inghiottito» 8 miliardi di lire (due sono andati alla Siae per diritti d'autore, uno allo Stato). Ma per 1 ragazzi di oggi quel marchingegno è pateticamente superato. Per loro — pensandoli in locali spaziosi, panlnoteche, jeanserie — hanno creato il video-jukebox, con 1 primi piani del cantanti e le figure Intere in movimento, i suoni e i colori che si esaltano a vicenda, le immagini che Si moltipllcano senza sosta, su pannelli sempre più vasti. Come il juke-box, è ormai superato anche il vecchio flipper. Che, quando apparve nel nostri bar, sempre nel dopoguerra, al ritmo del rock e del calypso, fu vissuto come «un omaggio all'americanismo-. Allora quei ragazzi con le mani strette ai fianchi dell'apparecchio, che urlavano e litigavano con la pallina impazzita, furono un fenomeno da analizzare. •Simulano un'aria di vizio consumato e di furbizia incallita — scriveva nel '58 Andrea Barbato —. Contagiati dalla "droga elettrica", seguitano con lo sguardo ormai inebetito ad accendere e spegnere i cavalli, le odalische, i razzi interplanetari infantilmente disegnati sul tabellone di vetro-. Contro 'questi bigliardini automatici dal nome e dalle caratteristiche esotiche- si pronunciò l'on. Giulio Andreotti: sono, disse, un 'fenomeno che colpisce particolarmente la gioventù-, che •non possiamo non guardare con preoccupazione-. Anche in America, dove era nato negli Anni Venti, In for¬ ma ridotta e meno rutilante, il flipper aveva provocato polemiche e ostracismi. Nel '42 il sindaco di New York, Fiorello La Guardia, aveva bandito dalla città questi 'oggetti di corruzione-. Nel '51 un atto del Congresso aveva dichiarato illegale la produzione e l'uso di qualsiasi strumento di gioco sul territorio degU Stati Uniti. Ma tutto questo non aveva impedito che sul mercato italiano si riversassero 1 primi flipper. Per vie Illegali o traverse, passando per l'Olanda, il Belgio. Ufficialmente arrivavano come regali di fantomatici zi) d'America. Nel '58 ne funzionavano 25 mila; oggi sono 40 mila Ma sono diversi. Più rumorosi, con scenari complicati, con figure della storia o del fumetti Su uno, alla Fiera di Roma, sono raccolti insieme Gorbaciov, Marilyn Monroe. Santa Klaas. Costano da un milione e mezzo a 3 milioni, ma per giocarci bastano 200 lire. Liliana Madeo