La Farnesina nel mirino Br di Giovanni Bianconi

La Farnesina nel mirino Br Indiscrezioni sui bersagli che il nucleo romano voleva colpire La Farnesina nel mirino Br Il segretario generale Bottai era il primo obiettivo - Fra gli schedati, numerosi altri diplomatici, un dirìgente comunista (Cotturri) e Ruggero (Mei, collaboratore di De Mita ROMA — Lo schedario delle Br era una cartellina di cartone rossa. Dentro, fra appunti e volantini di rivendicazione di altri omicidi, c'era una busta bianca, con scritto 'schede da comporre». Conteneva l'elenco dei prossimi bersagli brigatisti. Al primo posto Bruno Bottai, ambasciatore, segretario generale del ministero degli Esteri. Su fogli e foglietti scritti a mano i numeri di alcune targhe di automobili e annotazioni varie. E poi tre ritagli di giornale. Sotto il nome di Bottai, su un foglio di quaderno a quadretti, quelli degli altri obiettivi br. Dentro il palazzo della Farnesina ce n'erano diversi: il sottosegretario Gilberto Bonalumi, il capo di gabinetto Luigi Cavalchili!, l'ex-direttore generale Giulio Cesare Di Lorenzo. E ancora l'ambasciatore a Londra Boris Bianchieri, il rappresentante italiano all'Ocse Luigi Fontana Giusti, il consigliere diplomatico di Cossiga Giovanni Dominedò, il vice-questore della Dlgos Luigi Impeciati, i generali Carlo Jean e Ciro Martino, gli ammiragli Mario Porta. Sergio Majoli, Franco Pisano. L'elenco era nell'appartamento-covo di piazza Villaci- dro, a Passoscuro, dove si nascondevano cinque dei brigatisti arrestati dai carabinieri nel blitz del 7 settembre scorso. A parte quella su Bottai, le inchieste sugli altri obiettivi dovevano ancora cominciare. E accanto ai nomi c'era una sorta di «manuale» su come si spiano le future vittime. Venti fogli dattiloscritti divisi in paragrafi: 'Chi fa l'inchiesta», «A che cosa serve l'inchiesta», 'Che cos'è l'inchiesta operaia e proletaria». Ma rovistando nel covo, fra pacchi di carte, chiavi, chincaglieria di ogni genere, pistole con caricatori e proiettili, documenti d'identità veri e falsi, i carabinieri dell'antiterrorismo hanno trovato dell'altro. Nell'ingressetto che funzionava anche da cucina c'era, dentro una busta di plastica bianca, fra libri e fogli sparsi, un appunto su Giuseppe Cotturri, membro del comitato centrale del pei, direttore del centro per la riforma dello Stato fondato da Pietro Ingrao. Sotto il nome due indirizzi. E in mezzo ai ritagli di giornale, nella stessa busta, su un frammento di copertina di block-notes, altri tre nomi: di nuovo quello di Bonalumi; Giulio Orlando, responsabile affari esteti del¬ la de; Ruggero Orfei, classifi-'" cato come 'esperto di politica internazionale - attualmente lavora nello staff di De Mita». Cotturri sostiene di non essere mai stato informato dagli inquirenti sul fatto che il suo nome fosse stato trovato negli schedari delle Br. Per lui, l'ufficio stampa del pei ha distribuito ieri un comunicato nel quale si dice: «E' sorprendente che mentre i terroristi apprestano piani per colpire le forze e gli uomini impegnati nel rinnovamenbto delle istituzioni democratiche, ci sia da parte di alcuni organi inquirenti una simile superficialità». Orfei invece lo sapeva da tempo. Non è la prima volta che compare nelle liste brigatlste. Che le Br-partlto comunista combattente stessero per colpire, gli investigatori lo deducono dal volantino scritto in collaborazione con la Raf tedesca. In un altro covo smantellato nel bitte di settembre c'era la versione italiana della rivendicazione dell'attentato al segretario tedesco alle finanze Tietmayer. Mancava solo la data, che doveva essere quella dell'azione. E la presenza di numerosi obiettivi «internazio¬ nali» confermerebbe èhe attentato in sintonia con quello della Raf stava per essere portato a termine. Non è la prima volta che i terroristi puntano il mirino sugli uomini della Farnesina. Lo scorso anno, in una base dell'Ucc, fu trovata la scheda dell'allora segretario generale della Farnesina, Renato Ruggiero, oggi ministro del Commercio estero. In uno degli ultimi documenti scritti dal capo brigatista Ravalli, arrestato il 7 settembre, si parla esplicitamente di 'Operatività compiuta da Raf e Br concretizzata nella pratica, primo passo per lo sviluppo del fronte comune antiimperialista». Di documenti di questo tenore, nei covi Br, ce n'erano a decine. A Passoscuro i carabinieri hanno trovato una parte dell'archivio storico delle Br, con i volantini di rivendicazione e le ultime risoluzioni strategiche. E fra le tante carte, i riscontri degli ultimi atti delle Br-pcc. In un grosso quaderno verde c'erano le relazioni delle 'riunioni di strutture»; immediatamente prima degli arresti si erano infittite: le ultime si sono svolte il 25, 26,27, 31 agosto e 3 settembre. Giovanni Bianconi

Luoghi citati: Londra, Roma