Banditi delle Coop come terroristi

Banditi delle Coop come terroristi A Bologna, sparano per uccidere: fra le vittime due guardie Banditi delle Coop come terroristi BOLOGNA — Agiscono ! con le tecniche del gruppi terroristici. Puntano sulla sorpresa e sparano per uccidere. In pochi mesi hanno dato l'assalto a diversi supermercati Coop, attaccando con feroce determinazione e fulminea rapidità i furgoni portavalori che ogni sera ritirano gli incassi. Negli scontri a fuoco hanno ucciso due guardie giurate e altre sette sono state ferite. La banda delle Coop è tornata a colpire a Bologna. Obiettivo: il supermercato di via Massarenti, una strada di grande traffico alla prima periferia. L'azione è durata pochi secondi, ma il bilancio è stato pesante: due guardie giurate, Isauro Lollini e Valentino Neri, ferite gravemente; 'ina ventina di colpi sparati; panico e confusione tra i numerosi passanti, testimoni atterriti dell'improvviso blitz. 'Siamo di fronte a gente decisa a tutto — dice il dirigente della Mobile Salvatore Surace—sono gruppi di fuoco che agiscono non modalità che ricordano quelle dei terroristi. Gli elementi che accomunano le rapine alle Coop sono molti». Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Attillo Dardani, stanno cercando di mobile, ma appetibile perché contengono denaro "pulito'. Di fronte al livello dell'offensiva dei banditi bisogna aumentare le misure di sicurezza». Ma come? Già adesso i prelievi vengono effettuati da più guardie e con percorsi e orari- che cambiano ogni volta, decisi all'ultimo momento dalle pattuglie. «Si porrebbero dislocare le cassaforti in zone protette — risponde Cavina —. In modo che siano raggiungibili con l'automezzo blindato. Questo non obbligherebbe i vigilanti a scendere dal furgoni, diventando facili bersagli». Per Alfredo Filippini, titolare dell'Istituto di vigilanza «La Patria» maggior sicurezza potrebbe essere assicurata spostando durante di giorno i prelievi che normalmente avvengono la sera, con conseguente aumento dei rischi. 'Capisco però che questa proposta ha un inconveniente — osserva —. Quello dì mettere a repentaglio anche la sicurezza dei dipendenti e dei clienti». 'Le indagini proseguono intense. Speriamo di poterli bloccare — assicura Surace —. Non trascuriamo nessun particolare. Contiamo anche sullafortuna». Marisa Ostolani stabilire i possibili collegamenti tra i sanguinosi assalti. Troppe le analogie che avvalorano l'ipotesi di una «banda delle Coop» e che fanno pensare che il quartier generale di questa organizzazione sia in Romagna. Le armi usate sono sempre le stesse: fucili a pompa e a canne mozze. La tecnica anche: aggressione fulminea, con sparatoria. Identica la provenienza delle auto usate per la fuga, rubate in città romagnole. L'escalation cominciò 1130 gennaio, con un tentativo di rapina al supermercato Coop di Rimini, nell'ora di punta. Nell'assalto perse la vita una guardia giurata e rimasero feriti un altro «vigilantes» e sei clienti, tra i quali una bimba di 9 anni. Venti giorni dopo, la banda delle Coop colpi a Casalecchio di Reno. Qui i banditi usarono anche un ordigno esplosivo. Nell'agguato rimase ucciso un dipendente dell'istituto di vigilanza «La Patria» e altri tre furono feriti, uno gravemente. •L'interesse della malavita organizzata verso le Coop sta sostituendo quello per le banche — osserva Luciano Gavina, direttore della filiale bolognese dell'Istituto «Coop Sicurezza» — le casse delie Coop sono un bersaglio

Persone citate: Alfredo Filippini, Attillo Dardani, Cavina, Lollini, Luciano Gavina, Marisa Ostolani, Salvatore Surace, Surace, Valentino Neri

Luoghi citati: Bologna, Casalecchio Di Reno, Rimini, Romagna