Caso Sofri, 8 dal giudice
Caso Sofri, 8 dal giudice Ex esponenti di Lotta continua (accusati di rapina?) Caso Sofri, 8 dal giudice Tutti torinesi - Cinque già sentiti ieri e subito rilasciati - Nei loro confronti un «mandato di accompagnamento» - C'è anche Angelo Luparia, condannato per il rogo del bar «Angelo azzurro» TORINO - L'inchiesta sull'omicidio Calabresi ha portato gli inquirenti milanesi a indagare su alcune rapine che militanti di Lotta continua avrebbero commesso a Torino verso la fine degli Anni Settanta. Ieri, a sorpresa, alcuni (di certo cinque) ex esponenti di Le sono stati prelevati all'alba nelle loro abitazioni e portati a Milano nella caserma dei carabinieri di via Moscova. Dopo gli interrogatori durati fino alle 17, gli ex esponenti di Le sono stati rilasciati e hanno fatto ritorno a Torino. Chi sono gli inquisiti? Sonò nomi più o meno noti del vecchio gruppo torinese di Le. Tra questi, in particolare, Angelo Luparia, 32 anni, ex leader dei Cangracetros, tra le formazioni dell'ultrasinistra particolarmente attiva nei cortei e nelle proteste violente. Luparia ha legato il suo nome ad una delle pagine più inquietanti della cronaca torinese di quegli anni: il rogo del bar Angelo Azzurro, in via Po. Nel locale, attaccato a colpi di molotov dai dimostranti, si era rifugiato lo studente lavoratore Roberto Crescenzio, 22 anni. Impaurito dalle bottiglie incendiarie si era nascosto nel bagno: nessuno degli assalitori si accorse di lui. Fu estratto dalla macerie con orribili ustioni sul corpo: morì tre giorni dopo in ospedale. Per quel fatto che diventò il simbolo di un gesto di follia, Angelo Luparia è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere nella primavera dell'84. Oli altri nomi: Renzo Marauda, ex operaio; Roberto Sibone; Francesco Caccavari, medico nella cintura torinese; Daniele Gracis, operatore turistico; Ariha Totaro; Giorgio Marpillero,.procuratore legale e Paolo Buffa, ex marito di Laura Buffa Paravia, già sentita come teste nel caso Calabresi. Tutti hanno ricevuto un mandato di accompagnamento firmato dal giudice istruttore Antonio Lombardi: un provvedimento che il magistrato adotta quando vuole garantirsi la presenza dell'indiziato all'interrogatorio. Qualcosa di più di una semplice comunicazione giudiziaria o del mandato di comparizione: nel caso del mandato di accompagnamento, infatti, la persona viene prelevata dalla forza pubblica e portata davanti al giudice. Di che cosa sono accusati? Le rivelazioni del pentito Leonardo Marino che hanno riaperto le indagini sull'assassinio del commissario di polizia Luigi Calabresi, ucciso a Milano nel '72, hanno anche offerto lo spunto per indagare su una serie di rapine che esponenti di Le avrebbero effettuato per autofinanziarsi tra il '69 e l'81. Per molti di questi episodi criminosi è già scattata la prescrizione (quindici anni). Quelli sui quali il magistrato ha interrogato gli indiziati si riferiscono a rapine commesse tra il '79 .e l'81, con «risvolti» fino all'87. Ma quali siano questi episodi e soprattutto quali possano essere i «risvolti» che arrivano fino all'anno scorso, nessuno è in grado di dirlo. Dalla caserma dei carabinieri e dall'ufficio istruzione di Milano non trapela la minima indiscrezione. Si riesce a malapena a scoprire che delle otto persone raggiunte da mandato di accompagnamento, soltanto cinque risultano essere state interrogate ieri. Delle altre tre — in particolare Anna Totaro, Daniele' Gracis e Paolo Buffa—non si ha notizia: 'probabilmente, saranno sentite nei prossimi giorni. Circolano anche altri nomi di personaggi legati in qualche modo al gruppo di Lotta continua, ma il riserbo da Milano è assoluto. Una cosa però appare certa: il ritorno a casa degli indiziati dopo gli interrogatori lascia presumere che le loro posizioni siano state in qualche modo chiarite. Si tratta come, per l'appunto, di episodi lontani nel tempo. Leonardo Marino, U pentito che ha messo nei guai Adriano Sofri, segretario di Le quando U commissario Calabresi venne assassinato, ha vissuto a lungo a Torino; degli esponenti di Lotta continua e delle loro azioni dovrebbe conoscere molte cose. Gli inquirenti milanesi stanno ora passando al vagUo e cercando riscontri ai suoi racconti. In particolare si sta indagando su alcune rapine in armerie. Luigi Bobbio, uno dei leader storici di Lotta continua commenta: 'Non ho mai saputo di rapine. Mon ho mai avuto neppure l'idea che la nostra organizzazione si finanziasse con assalti». Nino Pietropinto
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