Vienna stempera il niet del Cremlino alla Cee

Vienna stempera il niet del Cremlino alla Cee L'Austria non ha fretta di entrare nella Comunità, ma respinge i richiami di Mosca alla neutralità Vienna stempera il niet del Cremlino alla Cee NOSTRO SERVIZIO VIENNA — L'Austria è impegnata a gettare acqua sul fuoco delle ultime dichiarazioni della dirigenza sovietica che non vede di buon occhio l'eventuale futura adesione di questo Paese, •neutrale per eccellenza», alla Comunità economica europea. n cancelliere socialista Franz Vranitzky, che da vecchia volpe della finanza non ha mal sostenuto a spada tratta l'ingresso incondizionato nella Ceé, ben sapendo anche i rischi a cui, in.alcuni settori, potrebbe andare incontro l'economia del suo Paese, al ritomo dalla «tre giorni» di Mosca, ha invitato tutti a ridimensionare il niet sovietico. In fondo, ha detto, si è trattato di incontri •molto positivi e molto amichevoli» e la cosa più importante è 'il rafforzamento dei contatti e del dialogo». Del resto, ha fatto rilevare il Cancelliere, non è la prima volta che i sovietici manifestano la loro contrarietà all'adesione di Vienna alla Cee. Infatti, prima il ministro degli Esteri, Shevardnadze, poi il portavoce governativo Gherasimov, già alcuni mesi fa avevano fatto intendere chiaramente — anche se non con la stessa •mancanza di diplomazia» usata adesso dal primo ministro Ryzhkov — che l'Austria deve assolutamente rispettare il suo status di neutralità,. Vranitzky non ha mancato dì fare Intendere allo stesso Gorbaciov che l'Austria non ha alcuna Intenzione di rinunciare alla sua neutralità, dato che l'adesione alla Cee significherebbe Integrazione economica e non un impegno politico e militare. Ma come si può ignorare che la Cee sia vista dall'Unione Sovietica «anche» come un patto militare. il niet di Gorbaciov non è categorico. In fondo, con le sue •raccomandazioni», egli ha voluto dire a Vienna: pro¬ vate, e buona fortuna, ma ricordatevi che la vostra neutralità deve avere la precedenza sull'adesione. Lo choc, In Austria, è stato notevole, anche se, in fondo, non tutti poi sono cosi accési sostenitori di questa nuova politica anti-isolazionista. Lo stesso Vranitzky, di recente, non aveva mancato di mettere in chiaro che l'eventuale richiesta alla Cee sarà presentata •solo sulla base di analisi ben fondate». Prima, sostiene l'ex banchiere, vogliamo conoscere a che punto è l'adattamento della nostra economia rispetto al mercato europeo e quali sono 1 settori che dobbiamo ancora rafforzare o quelli dove esistono ancora difficoltà strutturali. Una posizione, la sua, che non s'accorda con quella del suo vice e ministro degli Esteri Alois Mock, democristiano, fautore di un'integrazione a tempi brevi, il quale ha ribadito che .ogni timore di perdere la neutralità è in¬ fondato, perché essa è e rimane un elemento dell'identità nazionale». Una tesi che è appoggiata soprattutto dagli ambienti economici, anche se, proprio nei giorni scorsi, uno studio del ministero delle Finanze ha rilevato che, con l'ingresso dell'Austria nella Cee, gli agricoltori, ad esempio, perderebbero molti dei loro attuali privilegi, a beneficio (ma non troppo) del consumatori E viene riportato l'esempio classico: oggi un chilo di'zucchero costa In Austria 13 scellini e 9 scellini nel Paesi della Cee. Ma — ci si chiede — chi saranno I veri beneficiari.dei 4 scellini di differenza? Per questo, nel sesto punto della sua «scaletta» per l'incontro con Gorbaciov, Vranitzky si era annotato: 'L'Austria è un Paese aperto in tutte le direzioni e una "mania" del Mercato Comune potrebbe indebolire e non rafforzare la nostra posizione internazionale: r.p.