Il Kuwait si oppone al diktat sulla Bp

Il Kuwait si oppone al diktat sulla Bp Su ordine di Londra dovrà dimezzare la sua quota nella compagnia petrolifera inglese Il Kuwait si oppone al diktat sulla Bp «Faremo i passi necessari per proteggere i nostri interessi» - Gli Emirati Àrabi propongono che le-azioni che dovrebbero essere cedute siano acquistate dai Paesi del Golfo - Ma ci sono aspiranti americani e^ KUWAIT — Si accende la guerra intomo alle azioni della British Petroleum in mano al Kuwait; la questione sta diventando sempre più un caso politico intemazionale come emerge chiaramente sia da un comunicato ufficiale emesso dal governo dello Stato arabo, sia da dichiarazioni rese dal governatore della banca centrale degli Emirati Arabi Uniti (Eau). Nel suo comunicato, reso noto dal ministro per gli ariari di gabinetto Aziz Al-Rashed, il Kuwait esprime •estremo disappunto e stupore' per l'invito del governo inglese a ridurre dal 21,69% al 9,9% la quota detenuta dal Kio (il braccio finanziarlo del Kuwait) nella British Petroleum. Il ministro Al-Rashed ha inoltre aggiunto che il proprio governo ha discusso l'argomento e ha deciso di intraprendere tutti i passi necessari per proteggere gli interessi economici del Kuwait in Gran Bretagna. L'imposizione al Kio di dimezzare la propria quota nel la Bp è stata spiegata con il fatto che una presenza tanto Importante della compagnia britannica rappresenterebbe un pericolo per l'autonomia della politica energetica britannica; in un memorandum per il governo approvato all'unanimità dalla commissioni contro i monopoli si afferma che la quota del Kuwait nella Bp «è contraria al pubblico interesse: n ministro dell'Industria, Lord Young, in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi, ha sottolineato che il Kuwait è uno Stato sovrano con grossi interessi strategici in campo petrolifero e che, quindi, potrebbe usare la propria influenza nella grande compagnia britannica per sostenere i propri interessi. C'è da sottolineare, a questo proposito, che la Bp controlla l'intera quota britannica del petrolio del Mare del Nord; tale petrolio, il Brent, è assurto negli ultimi due anni, a termometro dello stato di salute del mercato del greggio e a punto di riferimento dei prezzi sul mercato libero. Intanto si moltiplicano le reazioni nel mondo arabo: il governatore della banca centrale degli Emirati Arabi Uniti, Al-Hammar, ha dichiarato ad un quotidiano di Dubai che *sarebbe una buona idea se quelle azioni» di cui il Kuwait deve disfarsi fossero acquistate «da uno o più Paesi del Golfo». Al-Hammar afferma che vi sono voci di un interesse americano e giapponese ad acquistare la quota nella Bp che dovrebbe essere abbandonata dal Kio ed osserva che gli investimenti arabi all'estero 'Sono costantemente messi in pericolo da fattori politici». Vista in quest'ottica la decisione della commissione britannica fusioni e monopoli potrebbe rivelarsi un «boomerang» per l'economia inglese dato che in quel Paese il Kuwait ha investito circa un quinto degli 85 miliardi di petrodollari (circa 117 mila miliardi di lire) accumulati sin dall'epoca del boom del prezzi petroliferi degli Anni 70, e che l'eventualità di un loro anche parziale disinvestimento non sembra cosi remota. Ma le conseguenze di questo caso potrebbero non fermarsi qui: la reazione proveniente dagli Emirati Arabi Uniti lascia presagire, in prospettiva, una maggiore coesione dei Paesi aderenti all'Opec, r. e. s.

Persone citate: Aziz, Hammar, Lord Young, Rashed