AMERICA: TRIONFANO GLI ALBERGHI DELLA TERZA GENERAZIONE di Furio Colombo

All'Hotel Fantasia, con foresta AMERICA: TRIONFANO GLI ALBERGHI DELLA TERZA GENERAZIONE All'Hotel Fantasia, con foresta Ce n'è uno tecnologico che ha un circuito per correre in finte Ferrari ■ Ma l'attrazione più comune è la giungla - Si arriva avendo l'impressione di aver superato pericolosi fiumi e cascate - Sotto le finestre uno zoo di bestie libere - Ma liberi non sono i clienti, costretti a rigidissimi orari, percorsi obbligati, avventure preparate - Due milioni e mezzo il giorno per famiglia NEW YORK — «Gli alberghi si dividono in generazioni, come 1 computer. C'è la generazione degli Hilton. Con essi è garantita la pulizia e lo spazio, non più di tanto, mal menò di tanto. C'è la generazione degli Hyatt. In essi aumenta lo spazio sociale, l'idea è che l'interno di un albergo è una zona da vivere, non solo le stanze, anzi le stanze sono la parte meno importante. Quello che conta è l'atrio, 1 giardini e le terrazze inteme, il fatto che persino dai loro ballatoi gli ospiti possono vedersi a vicenda. La terza generazione arriva adesso: sono gli Hotel Fantasia». Cosi dice Christopher Mamme ter, che in questo momento è considerato l'ideatore numero uno del nuovo genere di alberghi americani. La premessa è questa. La gente ha soldi da spendere quando viaggia, o perché viaggia a spese di un'azienda o perché segue la tipica vacanza americana: pochi giorni lontano da casa, ma in quei pochi giorni tutto dev'essere davvero diverso. Ma c'è un'altra 'tipica condizione» che gli uomini come l'architetto Hammeter tengono d'occhio. E'la televisione. In televisione tutto è un po' esagerato, un po' irreale e un po' 'troppo». Il nuovo mercato è nell'area del •troppo», che gli spettatori imparano a frequentare le sere della presentazione dei premi 'Oscar» o della scelta di Miss America. Infine c'è la crescente popolarità del mondo secondo Walt Disney. Le varie Disneyland e Disneyworld sparse per l'America da tempo hanno aggiunto ai tratti della fiaba, e del cartone animato che diventa vivo, quelli dell'avventura sportiva, degli animali amici, dell'avventura che coinvolge il pubblico dei giovani adulti oltre a quello, già garantito, dei bambini e dei genitori. Tutte queste so? ne, almeno, secondo i, nuovi architetti dell'ultima-'generazione» di alberghi, le componenti del gusto americano contemporaneo, il gusto di una massa che si situa un po' sopra la classe media, come capacità di spesa, che preferisce un viaggio costoso in America invece di un viaggio all'estero, si sente più tranquilla in un mondo di igiene e di cose note, e non deve confrontarsi con il solo terrore dei turisti americani, che pure sono un genere avventuroso: la lingua di un altro Paese. Il primo terreno della nuova sperimentazione sono le Hawaii, che sono tornate di colpo al vertice della popolarità forse perché combinano i due dati che non esistono al trave al mondo. La natura è esotica e il modo di vivere è completamente americano. Nelle Hawaii uomini come Hammeter sperimentano il nuovo concetto. Per esempio si realizza un rapporto con gli animali che tiene conto delle esigenze ecologiche dei bambini («Fate il bagno con gli amici delfini»; e dì quelle avventurose dei giovani adulti («Potrebbero esserci squali»). Gli squali naturalmente non ci sono e i delfini sono addestrati e forse un giorno ci diranno a quale prezzo si riesce a piegare questi intelligenti animali alle esigenze quotidiane della vita d'albergo. 'Albergo» in questo caso significa milioni di metri quadrati, la sensazione di essere circondati da una foresta impenetrabile, anche perché quellaforesta si può attraversare solo con i mezzi della società turistica che organizza la vacanza, nessuno spostamento è improvvisato, nessuno se ne va per suo conto. La ragione detta «il rispetto per gli animali». La ragione vera, dicono coloro che non sono stati ancora convertiti al nuovo tipo di vacanza, è che tutto serve ad appesantire il conto. Per esempio un picnic con le zebre costa. Un hamburger, spiegano senza reticenze i dépliant pubblicitari, costa 35 dollari per persona. Ma questo si spiega, perché dovete stare attenti a non farvelo rubare dalle scimmie (ammaestrate, pulite ma decise a farvi godere la vostra vacanza, dunque attivissime). Naturalmente sono a disposizione coccodrilli, uccelli dai nomi impronunciabili e dal canto bellissimo, pappagalli capaci di ripetere lo slogan della catena alberghiera. Una delle novità più apprezzate sono i «canati navigabili», che naturalmente non so- no una conquista della civiltà sulla natura. Semplicemente non esistevano, e sono stati scavati per consentirvi di avventurarvi con la vostra canoa, i bambini e la guida, in un'Amazzonia pulita dove tutto è prevedibile, soprattutto il conto. Una buona stanza, nel nuovo Westin Hotel di Lihue, costa, tutto compreso, intorno a 1600 dollari al giorno (circa 2,4 milioni il giorno), ma per famiglia, non per persona. Dunque bisogna capire in che cosa consiste il •lusso» del nuovo tipo di albergo. Non nei pasti o nella «prima colazione In' camera», che in genere viene scoraggiata, e che arriva comunque un'ora e mezzo in ritardo. Non nel tipo di cibo, che è un menu standard, detto •internazUh naie»'', basato soprattutto sul gusto dei bambini (hamburger e Coca Cola) e sulla fiducia (di solilo ben riposta) che qui «niente fa male, benché ci si trovi nella giungla». Ecco, la trovata è la giungla. Chilometri di foresta, che costa molto perché gli alberi bisogna portarli già adulti, e che richiede molto personale perché nessuno deve fare niente di sua iniziativa. Ma niente è naturale negli Hotel Fantasia. Non solo non lo è la natura e non lo è l'avventura. Non lo è neppure il rapporto fra abitazione e ambiente. Per far tornare i costi (si parla di investimenti di centinaia di milioni di dollari) bisogna costruire edifici immensi, di solito tre o quattro casermoni a semicerchio su una •laguna» finta. In questo modo ciascuna stanza è con •vista». La vista è sulla •giungla» e sugli animali che sono stati portati. Una specie di zoo che, per ubbidire alla nuova sensibilità verso gli animali, è composto di bestie libere. Liberi invece non sono i clienti, che seguono orari rigidi, percorsi precisi e avventure preparate. Uno non si butta a nuotare con «l'amico delfino» quando gli pare. Bisogna che vada bene per il delfino e che vada bene per i turni, che devono rispettare la stanchezza degli animali e il numero degli altri nuotatori. In questo periodo — dicono i giornali americani — il boom degli Hotel Fantasia sembra incontenibile. Ce n'è uno che è tutto basato sulla tecnologia: in un circuito simile a quello di Monza potete correre per quindici minuti su una finta Ferrari. In uno spaziodromo fate la fila per sperimentare il volo simulato verso le stelle. Allo •Hyatt» di Mahui si arriva avendo l'impressione di avere disceso pericolose cascate e risalito pericolosi fiumi gremiti di animali pericolosi. In Waikoloa il battello su cui viaggiate fa naufragio in una tempesta artificiale e venite salvati dai delfini. «Ormai la gente preferisce le finte avventure, dice l'esperto Darryl Hartley-Leonard, perché nelle vere avventure ci si diverte poco, ci si ammala più facilmente, e il costo è molto più alto». Ma, soprattutto, «la gente vuole credere che tutto il finto sia vero», dicono gli organizzatori degli Hotel Fantasia con la passione di nuovi predicatori. Evidentemente si riferiscono al fatto che il rapporto fra la gente è Id vita, per quelli che adesso hanno quarant'anni, e per i loro figli, è quasi solo la televisione. Questo ci dice perché uno dei più popolari Hotel Fantasia, anche questo alle Hawaii, è completamente costruito in un misto di antico romano e medio-orientale, con palme tipo Marrakesch e palazzi tipo Gli ultimi giorni di Pompei, e cfte per questa messa in scena grande come una città tutto è stato importato, persino l'erba, in un'isola carica di tesori naturali come le Hawaii. Il capitalismo, in qualche modo, si è agganciato — attraverso il consumo di massa — a certe forme di vita che in altri tempi qualcuna avrebbe immaginato come un •paradiso sovietico», dove tutto si fa insieme, ciascuno di fronte a tutti, dove •festa» vuol dire celebrazione collettiva con migliaia di altre persone, secondo riti rigorosi che, per ragioni organizzative e ragioni 'di costo, non possono essere variati. Come spiegare altrimenti gli Hotel dell'Amore, una variante nella crescente famiglia degli Hotel Fantasia, che, nonostante il nome arrischiato, non sono che versioni americane dei •palazzi del matrimonio» sovietici? Tutte le piscine (ce ne sono molte nel Cove Heaven di LakeviUe in Pennsylvania), tutti i •Jacuzzi» e persino le vasche da bagno nelle singole stanze, sono a forma di cuore. Qui il concetto di kitsch, di •già visto» nelle vecchie illustrazioni di Hollywood Anni SO, non ha sfiorato nessuno. E' a forma di cuore il sapone. La parte più alta dell'albergo si chia~.<. ^Champagne Towers» edtd luogo della celebrazione. Tutto il resto è un continuo richiamo, una continua parata delle nozze avvenute, che stanno per avvenire, che si sono già consumate, al punto che i saloni da pranzo dove riesci a mangiare pasti precotti tre una serie di turni, a cominciare dalle dieci e trenta del mattino e dalle quattro e trenta del pomeriggio, sono divisi in -da sposare», -appena sposati», con una terza sezione che discretamente allude al concetto di 'già consumato: Fra i tre immensi gruppi gli uomini si mandano salutigrida in codice simili a quelli delle feste universitarie, e le ragazze devono ridere coprendosi con la mano la bocca, abbassare gli occhi, oppure salutare trionfanti, a cose fatte, se siedono nella zona giusta. Che memoria resterà di questo tipo di avventurequale immagine di sé, di fronte alla moglie, ai figli? Gli Hotel Fantasia hanno pensato anche a questo. Alla fine vi danno un video-tape della durata di un'ora, in cui è riassunto tutto. In una inquadratura, stipati fra i vostrcompagni di felicità, ci siete anche voi, sorridete e alzate unamano per farvi riconoscere in quei cinque secondt Sfortunatamente.tutti alzanla mano, nello stesso momento. Furio Colombo it dll isperit il l iltanch t ll Hii è ihit i

Persone citate: Christopher Mamme, Darryl Hartley-leonard, Hyatt, Towers, Walt Disney