Pinochet & Gorbaciov

Pinochet & Gorbaciov Pinochet & Gorbaciov BARBARA SPINELLI Nulla di più bello che la caduta di un tiranno, soprattutto quando porta il nome di Augusto Pinochet Ugarte. Le strade italiane si riempiono di folle giubilanti, i giornali esultano, a Bologna si segnalano brindisi di popolo e a Roma girotondi in piazza Navona: la maggioranza del popolo cileno ha detto no al Generale, e la sua vittoria un poco è anche la nostra. Così almeno si direbbe, a giudicare dal brivido materno che percorre 1 commenti, dai cuori che illanguidiscono e trepidano. La tragedia del Cile finisce e la democrazia è di-ritorno, si sussurra lanciando complici sguardi, e grande è l'emozione perché il fronte dei no ci riporta alla memoria i nostri fronti, le battaglie che anche noi abbiamo fatto, prima di accasarci: l'antifascismo quando l'Italia era mussoliniana, e poi l'antifascismo che abbatté Salazar, Franco, i colonnelli greci. Rassicuranti sono 1 lieti fini che conosciamo e per questo il Cile ci è straordinàriamente vicino, sempre ci è stata accanto la sua sorte iellata, sempre abbiamo ascoltato gli Inti immani scambiandoli per eroi del '68. Per li Cile abbiamo alzato la voce, manifestato, ammonito. Achille Occhetto addirittura partorisce l'alba democratica di Santiago: -il Cile è entrato nel sangue e nella carne della nostra politica», comunica. E avverte che adesso però 'occorre vigilare, affinché siano sventati i tentativi repressivi». Mi unire! al giocoso coro, se sapessi quale idea di democrazia abiti 1 cervelli del manifestanti. Se non avessi visto gli stessi partorienti entusiasmarsi per ogni mossa di Gorbaciov, tremare per la sua perestrojka quando 1 polacchi hanno chiesto la legalizzazione del sindacato Solidarnosc, tacere infine sugli ultimi progetti di Ceausescu. Altro che Pino¬ chet! Il grande Conducator, in Romania, ha in mente ben più ardue avventure: entro il Duemila intende radere al suolo settemila villaggi (dopo aver demolito decine di chiese e affamato la popolazio ne, cosa che Pinochet non ha fatto) e traslocare come fossero mobili 6 milioni di contadini. Nessuna vigilanza, in questo caso, nessuna «tragedia romena». Andreotti ha annunciato che adesso sono di nuovo possibili normali relazioni diplomatiche, con Santiago. Con Bucarest le relazioni non hanno mai cessato di esserlo. Un uso così spudorato di due pesi e due misure crea un certo malessere, suscita sospetti. Se Pinochet è un arrogantissimo despota, per aver indetto un referen dum e creduto di vincerlo, che cosa esattamente Gorbaciov? L'idea di organizzare un referendum sul potere del partito unico neppure sfiora il Cremlino, e però gli occidentali chiamano democratica la sua perestrojka. Gorbaciov prende tutti i poteri, e subito è paragonato a un presidente francese, o americano. Resta da capire il perché di tanta doppiezza Forse non è la democrazia che ci lnte ressa, la noiosa e antieroica democrazia d'Occidente, che il Cile deve ora edifica re, ma l'attimo sensuale in cui i cileni rea lizzano le canzoni degli Inti Illimanl, i greci le canzoni di Teodorakis. Il Terzo Mondo da sempre emoziona di più, da sempre è carne della nostra carne. La Ro mania è in Europa ma non inebria. Quel che è vicino è lontano, quel che è lontano lo portiamo nel ventre. E in cuor nostro lo sappiamo: mai smetteremo di aver bl sogno di terzi mondi, di negri che lavori no per l'Occidente a prezzi stracciati. Ma la nostra coscienza è sempre pulita: 1 nostri negri non sono in Cile, dove l'econo mia per altro è prospera. Sono a due pas si da casa nostra: a Varsavia, a Praga, e Bucarest 11 giorno che Ceausescu vorrà.