Arte, se la cura è peggiore del male
Arte, se la cura è peggiore del male Arte, se la cura è peggiore del male Incontro al Lions sulle sponsorizzazioni culturali - Il presidente della Cri, Filippi: «In molti casi si è passati dall'incuria alla manomissione» «Banche e imprese hanno scoperto la cultura o viceversa?». A rispondere all'interrogativo e a sviluppare l'attuale tema delle «sponsorizzazioni culturali», i Lions torinesi hanno Invitato l'altra sera, all'Hotel Ambasciatori, il presidente della Cassa di Risparmio di Torino, Enrico Filippi, e il direttore delle relazioni esterne Fiat. Cesare Annlbaldi. La banca e l'Impresa sono, da anni, all'avanguardia nello stanziare cospicui fondi a favore di restauri di monumenti e opere d'arte. Tutti positivi e benefici i risultati? U seme del dubbio l'ha lanciato il presidente Filippi Sentiamolo: «C'è il rischio di passare dalla lunga fase dell'incuria a quella della manomissione. Potrei citare un lungo elenco di opere, in PiemoiUe, che, finanziate da sponsor, hanno sortito effetti nocivi. Cause: improvvisazione, mancan¬ za di ricerche storiche e di coordinamento con gli enti preposti alla salvaguardia dell'ambiente dove si operava. ' giacimenti culturali non nono una miniera da sfruttare soltanto in termini di tornaconto e di immagine. Il restauro va visto come un grande servizio a sostegno della crescita culturale di una comunità». Del «lungo elenco», Filippo ha citato un esemplo: la sistemazione del tetto del Castello del Valentino. Lavori di pochi anni fa. Risultato? «Oggi, purtroppo, non è più possibile recuperare l'originaria copertura». DI qui il suo monito: «Attenzione, non corriamo il rischio di creare, per la smania di protagonismo, più danni di quelli procurati dalla secolare incuria». ! Ma perché, è stato chiesto ad Annibaldi, la Fiat ha deciso di sponsorizzare tante opere di restauro a Torino, in Italia e all'estero? Soltan¬ to per un ritorno d'immagine? ili contributo finanziario per sistemare, ad esempio, la palazzina dì Stupìnigi — ha chiarito — non l'abbiamo deciso nella speranza di migliorare il nostro mercato. Una grande azienda come la Fiat intende creare rapporti con la comunità dove opera e tener conto dette sue esigenze. U nostro sostegno può essere o finanziario o organizzativo. Non vogliamo sostituirci, ma collaborare con gli enti istituzionali preposti atta salvaguardia dette opere o complessi d'arte». Come impresa multinazionale, ha inoltre osservato Annibaldi, la Fiat si muove, nella promozione di iniziative culturali, in maniera diversa nei vari Paesi, a seconda delle rispettive leggi. «Crediamo di alimentare il mondo della cultura non soltanto con gli interventi di restauro ma con l'organizzazione di mostre, di premi, con l'appoggio a università, centri di ricerca, accademie». L'incentivo degli sgravi fiscali è determinante per il mecenatismo delle Imprese? n prof. Filippi: «Una banca di diritto pubblico come la CRT ha per statuto l'obbligo di destinare una percentuale del reddito a beneficienza o a opere di interesse generale. Nell'ultimo anno, la Cassa torinese ha stanziato 5 miliardi alla Sanità, 5 per promuovere manifestazioni culturali, 12 per il recupero del patrimonio artistico», n sostegno, ha promesso, continuerà In rapporto agli utili prodotti. «A noi non importa se le aziende che sponsorizzane gli interventi di restauro si ripromettano o meno un ritomo di immagine e di utili — ha concluso Alessandra Pinto, Soprintendente ai beni artistici e storici —, noi ci compiacciamo che lo facciano». Guido J. Paglia
Persone citate: Alessandra Pinto, Annibaldi, Enrico Filippi, Filippi, Soltan
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