Mercato ambito e difficile

Mercato ambito e difficile Mercato ambito e difficile L'immenso mercato automobilistico degli Stati Uniti (140 milioni di vetture e 42 milioni di veicoli industriali circolanti, immatricolazioni annue oscillanti fra gli 8 e 1 quasi 12 milioni di sole automobili), fin dall'epoca della sua espansione, cioè attorno al 1910 con l'enorme successo della popolare Ford «T», è stato ambitissimo dalle case costruttrici europee, proprio a ragione della sua straordinaria ricettività. Ma, storicamente, un po' per motivi di orgoglio nazionalistico, molto per 11 diverso modo di usare e vivere l'automobile da parte degli americani rispetto agli europei, chi si era addentrato nell'impresa di esportare vetture negli States, nella quasi totalità dei casi era andato incontro a gravi delusioni. Le sole auto che 11 pubblico americano mostrava di gradire erano quelle di gran lusso e di gran nome, che comunque rappresentavano poche decine di unità l'anno. Qualche anno prima dell'ultima guerra, poi, si registrava una profonda divaricazione nella tipologia delle vetture americane e europee: grandi, pesanti, superconfortevoli le prime, di configurazione utilitaria o poco più le seconde. Finito il conflitto, tale differenza veniva ulteriormente accentuata< con la conseguenza di creare ulteriori difficoltà ai tentativi dell'industria del Vecchio Continente per sbarcare Oltreoceano. Tuttavia, tentativi in questo senso non sono mancati, sia sotto forma di introduzione nel mercato attraverso la fitta rete di dealers, sempre disponibili a lasciare una marca per l'altra di fronte a possibili nuove fonti di guadagno, sia creando nel Nord America un'apposita struttura di distribuzione e di assistenza (è il caso della Renault negli Anni 60), o addirittura arrivando a montaggi locali (Volkswagen of America e ancora Renault). In ogni caso con vistosi insuccessi di fronte a un pubblico del tutto indifferente. Poi c'è stata una svolta, e precisamente quando l'industria automobilistica giapponese, che per vent'anni dopo la fine della guerra era quasi inesistente, aveva Iniziato la sua sorprendente espansione produttiva, trovandosi presto nella necessità di trovare sempre più vasti spazi commerciali, cominciando appunto dal Ubero mercato americano. Dapprima con una politica di bassi prezzi, poi attraverso accordi diretti di distribuzione dei suoi modelli, o di joint-ventures per il montaggio e infine la produzione locale di veicoli. Per la storia, il primo accordo In tal senso è del 1972 fra la General Motors e la Isuzu (costruzione in Usa di componenti meccanici). Ferruccio Bernabò

Persone citate: Ferruccio Bernabò

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