In Vojvodina vince la piazza

In Vojvodina vince la piazza Jugoslavia: centomila manifestano a Novi Sad, i dirigenti si dimettono in massa In Vojvodina vince la piazza I dimostranti serbi protestano per la crisi economica e vogliono sia adottata una linea dura contro gli albanesi nel Kosovo - Assediata la sede del partito, sassaiole, zittiti i funzionari al grido di «ladri» NOSTRO SERVIZIO BELGRADO — DI fronte alle proteste di circa centomila manifestanti radunati da due giorni a Novi Sad, capitale della regione autonoma della Vojvodina, nel tardo pomeriggio di ieri, i membri della presidenza del Comitato regionale della Lega comunista della Vojvodina sono stati costretti a dare le dimissioni. Nel corso di una riunione straordinaria del Comitato regionale del partito, trasmessa in diretta dalla televisione jugoslava, i dirigenti, accusati per la grave situazione economica e per non aver adottato una linea dura a favore della minoranza serba nel Kosovo, hanno ribadito le loro posizioni, accettando tuttavia la richiesta di dimettersi a causa della sfiducia espressa nei loro confronti dalla maggioranza della classe operaia. Poche ore prima, a Belgrado, si era tenuta una riunione straordinaria della presidenza del Comitato centrale della Lega comunista della Serbia. Slobodan Milosevic, il presidente del Comitato centrale e «uomo forte» della regione, ha espresso l'appoggio alle richieste dei manifestanti, invitando i membri della presidenza del Comitato regionale della Vojvodina a dimettersi. I massimi dirigenti serbi hanno anche chiesto che venga appurata la responsabilità politica dlognu. no di loro. La stessa richiesta è stata fatta per i direttori responsabili dei giornali e della televisione della regione. In giornata si è dimesso anche il presidente della presidenza della regione autonoma della Vojvodina Nandor Major. Dopo quarantotto ore di tensione si aggrava una vicenda iniziata domenica scorsa dopo il raduno di solidarietà con i serbi e 1 montenegrini del Kosovo che sarebbero vittima di soprusi e angherie, tenutosi a Backa Palanka, cittadina della Vojvodina distante una cinquantina di chilometri da Novi Sad. In quell'occasione, due dirigenti locali, Mihaij Kertes, segretario del Comitato'comunale della Lega comunista di Backa Palanka, e Radovan Pankov, presidente dell'Assemblea comunale, avevano duramente attaccato i dirigenti del Comitato regionale della Lega comunista della Vojvodina, sostenendo che questi non avevano fatto niente per risolvere la crisi del Kosovo e che addirittura avevano mentito negando l'esistenza di una «controrivoluzione» da parte degli albanesi. I due avevano chiuso i loro interventi dicendo che bisognava liberarsi al più presto di quei dirigenti che per anni avevano «ingannato il popolo». La reazione del Comitato regionale della Lega comunista della Vojvodina è stata immediata. Martedì la presidenza del Comitato regionale aveva emesso un comunicato uffioiale in cui si denunciava la responsabilità politica dei due dirigenti di Backa Palanka. Appena il comunicato è stato reso noto, mercoledì mattina 10 mila metalmeccanici della Majevica, una delle più grandi fabbriche di Backa Palanka, erano scesi in piazza per esprimere la loro solidarietà con Kertes e Pankov. Riunitisi in un primo tempo davanti all'edificio del Comune, i manifestanti deci¬ devano di andare a Novi Sad. A piedi, in macchina, in camion, si sono avviati verso la capitale della Vojvodina. Lungo il percorso la colonna è aumentata fino ad arrivare a circa 40 mila persone che protestavano chiedendo le dimissioni dei massimi dirigenti del Comitato regionale della Lega comunista. Per tutta la giornata di mercoledì il palazzo del Comitato, è stato assediato dalla folla. In serata è giunta la comunicazione ufficiale che si sarebbe tenuta la riunione straordinaria del Comitato. Ieri mattina le persone radunatesi a Novi Sad erano ormai più di 100 mila. Sventolando bandiere jugoslave, la bandiera della Lega comunista e striscioni in cui si chiedeva una dirigenza politica più unita, i manifestanti hanno atteso le decisioni della riunione straordinaria. Per tutta la giornata sono state chiuse le fabbriche mentre la gente aspettava per strada. La tensione era altissima: i manifestanti hanno cinto d'assedio la sede del partito, lanciando sassi che hanno mandato in frantumi le finestre, tenuti a bada a fatica da un imponente schieramento di polizia. Numerosi funzionari di partito sono stati zittiti al grido di «ladri, ladri» e «Vogliamo la libertà». In serata è giunta finalmente la notizia tanto attesa: i dirìgenti regionali della Vojvodina si sono dimessi. Dei 99 membri del Comitato regionale della Lega, 87 hanno votato per le dimissioni collettive della presidenza, 10 sono stati contrari, mentre 2 voti sono stati annullati. Ingiid Badurìna

Persone citate: Kertes, Slobodan Milosevic

Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Kosovo, Serbia