Cala il sipario sul "7 aprile"

Cala il sipario sul "7 aprile" La Cassazione conferma le riduzioni di pena secondo la sentenza d'appello Cala il sipario sul "7 aprile" Gli esponenti di Autonomia operaia riconosciuti colpevoli di banda armata (e non di insurrezione) Negri, 11 anni e mezzo, e Scalzone, 9 anni, vivono a Parigi: la Francia ha rifiutato l'estradizione ROMA — A distanza di quasi dieci anni dagli arresti del «7 aprile» 1979 che ha dato il nome al «caso», la Cassazione ha messo ieri sera la parola fine ad uno del più tormentati processi celebratisi in Italia, che ha destato molte polemiche anche tra le forze politiche. Dopo una permanenza di otto ore in camera di consiglio la prima sezione penale della Suprema Corte, presieduta da Corrado Carnevale, ha sostanzialmente confermato il verdetto emesso un anno e mezzo fa dalla Corte d'assise d'appello di Roma nei confronti dello stato maggiore e di altri esponenti di «Autonomia operaia» Sono quindi divenute definitive le condanne ali anni e mezzo di reclusione per Toni Negri e a 9 anni per Oreste Scalzone. Entrambi latitanti, vivono da tempo a Parigi, essendo stata respinta la richiesta di estradizione avanzata dal nostro governo. L'ex deputato radicale è stato ritenuto responsabile di banda armata, associazione sovversiva e partecipazione, sotto il profilo del concorso, alla ra¬ pina di Argelato che costò la vita al brigadiere dei carabinieri Andrea Lombardini. Il «professore» ha però beneficiato ieri di una riduzione di pena di 5 mesi e mezzo perché sono caduti in prescrizione alcuni reati minori. In primo grado era stato condannato dalla Corte d'assise a 30 anni di carcere, mentre Scalzone aveva avuto 20 anni. Nel ricorso in Cassazione Negri e Scalzone avevano invocato la nullità delle condanne perché la Francia ave¬ va negato l'estradizione. Ma la loro richiesta è stata respinta dai supremi giudici, che hanno tuttavia cambiato parere rispetto ad un anno fa, quando annullarono la condanna inflitta a Scalzone in primo e secondo grado dai giudici di Milano proprio perché la Francia aveva respinto la domanda di estradizione. La Corte di Cassazione ha definitivamente assolto per insufficienza di prove l'attuale deputato radicale Emilio Ì Vesce (ha scontato ingiusta- mente 5 anni e mezzo in carcere), Luciano Ferrari Bravo, Paolo Vlrno e Lucio Castellano, che in primo grado erano stati tutti condannati a pene variabili tra i 12 e i 14 anni. Tuttavia, grazie all'entrata in vigore del nuovo Codice di procedura penale, tutti e quattro potranno ottenere automaticamente nell'ottobre '89 il proscioglimento con formula piena, essendo stata abolita con effetto retroattivo l'assoluzione Tra gli altri imputati del processo «7 aprile» Oreste Strano ha avuto 7 anni di carcere, mentre Mario Dalmaviva e Libero Maesano 4 anni e 2 mesi ciascuno. La Cassazione ha invece disposto un nuovo processo di secondo grado a Roma per Francesco Bellosi e Gianfranco Pancino, uno dei collaboratori di Negri di recente arrestato e scarcerato in Francia, che era stato condannato in appello a 26 anni e mezzo di reclusione. In applicazione della legge sui «dissociati» è stata inoltre dimezzata la pena per Leandro Barozzi, ridotta ora a 2 armi e 1 mese di carcere. p. f.