Morto Issigonis: creò la grande Mini di Michele Fenu

Morto Issigonis: creò la grande Mini Scompare a Birmingham il progettista della più celebre utilitaria inglese Morto Issigonis: creò la grande Mini Dal 1959 la «Britìsh Motor» ha prodotto più di cinque milioni di esemplari della vetturetta - Il suo inventore, figlio di un pescatore greco, non terminò neppure gli studi al Politecnico BIRMINGHAM — Sir Alee Issigonis, progettista della piccola, celebre automobile inglese Mini, di cui vennero venduti oltre cinque milioni di esemplari in tutto il mondo, è morto nella sua residenza di Birmingham. Lo hanno reso noto ieri i suoi familiari. Sir Alee aveva 81 anni. Issigonis, nato a Smirne nel 1906, è morto domenica: da anni aveva il morbo di Parkinson. La crisi di Suez faceva sentire 1 suoi effetti e in Gran Bretagna, in quel lontano 1956, la benzina era razionata. Giravano per le strade curiose vetturette, per lo più a tre ruote, con cui gli inglesi cercavano di arrangiarsi. Léonard Lord, presidente della British Motor Corporation, la maggiore industria nazionale, era stufo di quegli strani ibridi. 'Voglio — disse ai suoi uomini—una auto vera, piccola ed economica, a quattro posti e quattro ruote, con un motore 4 cilindri. Possibile che non ci sia nessuno capace di farla?». Quel qualcuno venne trovato: Alee Arnold Constantinò Issigonis, classe 1006, figlio di un pescatore greco naturalizzato inglese e di una bavarese. Un tecnico che non aveva neppure completato gli studi al Politecnico di Londra ma che era pieno di idee originali e che aveva realizzato nel 1948 il progetto della Morris Minor (prima auto popolare inglese con scocca portante). Issigonis si mise al lavoro. Non amava le cose complicate e andava spesso controcorrente. «/I mio sogno era quello di creare una vettura piccola fuori e grande dentro», disse ima volta con una felice immagine, destinata a essere ripresa in tutte le salse. Computer e progettazione elettronica allora non esistevano e Issigonis escogitò un sistema che oggi fa soni' aere, ma che funzionò. 'Tolsi i sedili di una nostra vecchia utilitaria — raccontò poi — e li disposi sul pavimento di una stanza do¬ ve lavoravamo. Feci accomodare quattro robusti collaudatori alti più o meno come me, un metro e ottanta, e con un gesso disegnai le linee esterne, piazzando ai quattro angoli le ruote. Così nacque la Mini». Si era nel 1957, l'anno in cui i sovietici spedivano in orbita il primo satellite artificiale. Il progetto fu sviluppato in appena 15 mesi da Issigonis e da nove collaboratori. Richiese una spesa di 100 mila sterline. La nuova auto fu lanciata il 26 agosto 1959: le prime Mini, poste in produzione in due versioni, una a Longbridge (la Austin Seven) e una a Cowley (la Austin Mini Minor), costavano 496 sterline. Potenza 34,5 CV, velocità 115 km/h. Patria della tradizione, la Gran Bretagna aveva creato con Issigonis qualcosa di veramente rivoluzionario, destinato a piacere alla generazione che avrebbe scoperto i Beatles, i Rolling Stones e la minigonna. Una vettura destinata a far moda. Una moda che non nasceva da un caprìccio ma che aveva una spiegazione assai semplice: la Mini era effettivamente un'auto diversa da tutte le altre, più comoda e razionale di quelle allora esistenti. Si può dire che Alee Issigonis, nominato baronetto dalla regina Elisabetta per i suoi meriti di progettista, fosse in anticipo rispetto ai tempi. il tecnico inglese aprì con la Mini la via alla diffusione della trazione anteriore (oggi due vetture su tre costruite in Europa adottano tale soluzione) e a una nuova categoria di vetture. Da allora al 30 giugno scorso sono state prodotte 5 milioni e 84.800 Mini e già fervono i preparativi per festeggiarne, il prossimo anno, il trentennale. La piccola inglese, di cui sono state costruite innumerevoli varianti (chi non ricorda le guizzanti sportive Mini Cooper del Rally e di Montecarlo?), è ancora oggi in produzione, seppure in modesti quantitativi. Michele Fenu - Londra. Sir Alee Issigonis In un'immagine del 1969 accanto alla «sua» Mini (Telefoto Epa)