Da Treviso lezione di ospedale di Franco Giliberto

Da Treviso lezione di ospedale Viaggio nella Sanità che funziona: tra le corsie del Ca' Foncello Da Treviso lezione di ospedale Nessun «difetto» nei moderni reparti (1400 posti letto) - A tempo pieno l'89 per cento dei medici • Una politica rigorosa ha spinto l'anno scorso a rifiutare il ricovero considerato «inutile» di cinquemila pazienti • Restano però problemi di spazio DAL NOSTRO INVIATO TREVISO — Alla fine del 1988 la spesa totale del Servizio sanitario nazionale si aggirerà intorno ai 60 mila miliardi. E soltanto gli ospedali ingoiano circa 35-40 mila miliardi l'anno, per funzionare come funzionano: ovvero assorbono più del 55 per cento della spesa globale secondo il ministro Donat-Cattin; quasi il 70 per cento secondo la Federazione nazionale degli Ordini dei medici. Chissà quando si riuscirà a incidere su questa realtà per risparmiare. Meglio ancora, per rendere dignitosamente accettabile l'assistenza ospedaliera, magari prendendo a modello qualche isolotto pressoché felice in un arcipelago disastrato. Sì, qualche isolotto sereno esiste, a Treviso ce n'è un esempio. L'Ospedale regionale di Ca' Foncello costituisce una sorpresa per chi ha l'abitudine al più diffuso cliché dell'assistenza ospedaliera italiana: scoordinata e perennemente oscillante tra elefantiasi paralizzante e angustie strutturali, d'organico, professionali, igieniche, giudiziarie, sindacali. Se qui le cose funzionano bene, come prima reazione vien dunque da pensare che sarà per merito delle dimensioni: Treviso è una città piacevolissima e quieta, abitata soltanto da 86 mila persone, quante ce ne sono in un piccolo quartiere a Roma, Milano, Tori no. E' questo il segreto? In realtà Ca' Foncello non è un luogo di ricovero per pochi intimi. Serve un bacino d'utenza che oltrepassa il milione di abitanti, poiché vi gravita in pratica la popolazione di 22 Comuni della provincia trevigiana, oltre a larghe fette di «utenza» di altre province venete, e anche di altre regioni per quel misterioso «tam-tam» fra malati e loro familiari che si passano la voce: 'Hai sentito chea Treviso c'è una Neurochirurgia coi flocchi? Ti assicuro, anche la Cardiochirurgia, il centro dei trapianti renali, la Dialisi, l'Otoiatria funzionano come orologi svizzeri. Medici bravi, personale gentile, un ospedale che fa la concorrenza alle cliniche private e la vince...'. Il dott. Domenico SteUini, direttore sanitario, sostiene che, nel panorama italiano, complessivamente l'ospedale di Treviso si distingue nel mettere a disposizione servizi assistenziali soprattutto competitivi. 'Una delle maggiori soddisfazioni — dice — ci viene dalla condizione di spirito dei cittadini che, per qualsiasi patologia appena appena un po ' seria, anche se hanno la possibilità di farsi ricoverare in una clinica privata, non ci pensano su due volte: vengono danoi. -Dal 1970, quando avevamo duemila posti letto, siamo scesi agli attuali 1400 posti, privilegiando la crescita dei servizi e la selezione accurata delle capacità professionali di medici e paramedici. L'abbiamo fatto mentre da altre parti si aumentavano i posti letto a rotta di collo, si moltiplicavano i primariati. Forse è questa la politica sanitaria che la gente apprezza'. Ma vediamo qualche cifra con l'aiuto del dott. Adriano Cestrone, vicedirettore sanitario. L'altr'anno Ca' Fon cello ha ricoverato 35.073 persone, con una degenza media di 10,52 giornate. Sempre nel 1087, sono stati compiuti 15.271 Interventi chirurgici. 'Interessante è il rapporto — dice Cestrone — tra i ricoveri per necessità chirurgiche e le operazioni vere e proprie: ebbene, soltanto 79^9 persone, su 100 ricoverate per l'indicazione chirurgica, hanno subito l'intervento. A dimostrazione che una serie di ulteriori accertamenti hanno consentito di variare il programma terapeutico di molti malati, scegliendo cure più appropriate, logiche e razionali». Questa filosofia dell'aborrire la routine o l'esercizio assistenziale acritico è di¬ ventata una regola a Treviso, n dott. Stellini ricorda come nel 1987 (e In proporzione la stessa cosa sta capitando quest'anno) circa cinquemila persone siano state «respinte» da Ca' Foncello. 'Ma se respingiamo tanta gente, è perché non si tratta di individui meritevoli di ricovero — dice il direttore sanitario — ma di persone che diverrebbero pazienti inutili in ospedale. Questa cernita, naturalmente, è rigorosamente tecnica. Noi ci vantiamo di erogare un alto livello di assistenza, perciò chiunque approdi in ospedale non aspetta mai più di quanto la necessità richieda, ottenendo una notevolissima massa di accertamenti diagnostici (cominciamo addirittura a riflettere se non siano anche troppi). 'E' soltanto dopo questi controlli che, se i medici e i chirurghi lo ritengono, si rimanda a casa tanta gente tranquillizzata, o invitata a seguire comportamenti e protocolli terapeutici domestici, adeguati alla loro sofferenza, quando non è di pertinenza ospedaliera»'. Per far dò non basta enunciare regole di comportamento o indicare accademicamente schemi d'ammissione o di rifiuto. Ca* Foncello, in pratica, è costituito da due ospedali in uno: all'ingresso, strettamente collegate al pronto soccorso, vi sono due divisioni: di chirurgia generale e di medicina, entrambe deputate ad accogliere (con il filtro degli «ambulatori d'urgenza* per le diagnosi) 1 malati In prima Istanza. Malati che in entrambe queste divisioni ricevono, secondo le patologie, tutte le cure necessarie, anche di lunga durata. Le divisioni specialistiche dell'ospedale, a questo modo, sono sgravate dalle incombenze più laboriose e «indaginose», consentendo nello-stesso tempo a varie équtpes di medici e chirurghi — diciamo cosi: sulla soglia dell'ospedale — di arricchire la propria casistica adempiendo a quell'importantissimo compito di cor sia medica e di sala operatoria, spesso d'alto livello, che tutte le tradizionali urgenze comportano, anche le più catastrofiche. Sono 1247 i dipendenti del ruolo sanitario (844 gli infer¬ mieri), 759 i tecnici, 62 gU amministrativi. I reparti di Emodinamica, una Unità coronarica fra le più aggiornate d'Europa, Neurochirurgia e Cardiochirurgia, il Centro di emodialisi, le Rianimazioni «gemelle» (costruite in modo che alternativamente una funzioni e l'altra, per due settimane, stia chiusa fra 1 vapori di formaldeide, per la discrezione ), una fantascientifica divisione per le patologie neonatali, Otoiatrla e Ginecologia, Neuroradiologia e Dayhospital pediatrica Dunque tutto funziona all'ospedale di Treviso? Qualche problema c'è anche qui. In attesa di una ambiziosa ristrutturazione, alcuni reparti costruiti negli Anni Sessanta conservano ancora, seppur tirati a lucido, qualche camerata a dieci letti; gli ammalati psichiatrici sono sistemati in locali piuttosto angusti, senza nemmeno un piccolo giardino; taluni esami specialistici sono assicurati con lunghe prenotazioni. Ma dinanzi agli inevitabili piccoli e grandi guai Italiani, in parte rilevabili anche a Ca' Foncello, ancora una volta colpisce il meccanismo generale, che sembra assai bene oliato: 516 interventi al cuore nel 1987 (411 In circolazione extracorporea); 948 operazioni di neurochirurgia, dalle partologie cerebrali alle ernie al disco, con notevoli attenzioni per 1 mielolesi; quasi due milioni di visite specialistiche ambulatoriali; tre milioni 489 mila prestazioni del laboratorio di analisi (ogni giorno serve una media di 650 pazienti esterni e di 550 ricoverati) . Sarà per un caso se qui i medici, all'89 per cento dell'organico, sono a tempo pieno? Franco Giliberto

Persone citate: Adriano Cestrone, Cestrone, Domenico Steuini, Donat-cattin, Stellini

Luoghi citati: Europa, Milano, Neurochirurgia, Roma, Treviso