Delitto Usl senza colpevoli di Claudio Giacchino

Delitto Usl senza colpevoli L'omicidio del presidente dell'Unità Sanitaria di Saluzzo Delitto Usl senza colpevoli Ordinata Sa scarcerazione dei tre presunti sicari, mancano indizi - Era stato già liberato il ginecologo creduto il mandante del delitto - Le accuse venivano solo dalle dichiarazioni di un pentito BOLOGNA — L'assassinio del presidente dell'Usi di Saluzzo, Amedeo Damiano, rimane senza colpevoli, le indagini debbono ripartire da zero. Dopo la liberazione dei ginecologo Pierluigi Ponte, imputato di essere il mandante dell'agguato mortale, il giùdice istruttore di Eologna Sergio Castaldo ha ordinato la scarceratone «per mancanza di indizi» anche dei presunti sicari: Pancrazio chiruzzi, Marco Sartorelli e Alessandro Pinti. I tre, tutte vecchie conoscenze della giustizia, non potranno lasciare la cella: Chiruzzi è tenuto dietro le sbarre da un'imputazione di rapina; Sartorelli sta scontando l'ergastolo per omicidio. Anche Pinti espia una pena per reati commessi prima dell'attentato (24 marzo 1987) al presidente dell'Usi di Saluzzo. II giudice istruttore ha deciso le scarcerazioni accogliendo l'istanza degli avvocati di Torino Vittorio Chiùsano e Ennio Festa, difensori del Chiruzzi, fondata sull'assenza di riscontri oggettivi all'accusa «Quei tre sono gli esecutori del delitto» mossa dal pentito Luigi Aversano. La decisione del dott. Castaldo prelude, se non emergeranno novità clamorose, al proscioglimento dei tre presunti killers e del ginecologo Pierluigi Ponte che il magistrato di Bologna aveva liberato con la stessa motivazione 'mancanza d'indizi» nel luglio scorso accogliendo l'istanza dei difensori, il prof. Gilberto Lozzi di Torino e l'aw. Manlio Vineis di Saluzzo. Così, continua ad essere in spiegabile la tragedia di Amedeo Damiano. Il presidente dell'Usi fu ferito a colpi di pistola sotto il portone di casa, in corso Italia 56 a Saluzzo, la sera del 24 marzo dell'anno scorso. Morirà per le lesioni provocate dalle pallottole alla colonna vertebrale il 3 luglio. nell'ospedale di Montecatone (Imola) specializzato nelle terapie ai neuroIesi. Ecco perché l'inchiesta è affidata alla magistratura di Bologna. Sino alla primavera 1988 le indagini non. fanno alcun passo in avanti. Le fa progredire, tutto d'un colpo, Luigi Aversano,; napoletano detenuto a Genova per una lunga serie di reati (uscirà di prigione a fine secolo). Accusa: «So chi sono i killer del dottor Damiano. L'attentato è stato eseguito da Marco Sartorelli e Alessandro Pinti. Fu organizzato da Pancrazio Chiruzzi». Gli accertamenti danno questi responsi: Sartorelli, 32 anni, è un ergastolano, all'epoca del ferimento del presi¬ dente Usi era fuòri di galera. Mesi prima, approfittando di una licenza, non era più tornato a Porto Azzurro. Da poco, è stato ricatturato. Alessandro Pinti, 31 anni, pregiudicato è detenuto: ma, non lo era il giorno dell'imboscata. Anche Chiruzzi, 35 anni, è noto agli inquirenti Secondo Aversano, la settimana dell'attentato, era a Saluzzo e frequentava la discoteca di Piercarlo Ruggiero. Costui, ma il pentito l'ignora, è un cugino di Pierluigi Ponte. Tale frequentazione pare essere l'unico, labile filo che collega il ginecologo a coloro che, stando ad Aversano, pentito, hanno teso l'agguato ad Amedeo Damiano Sartorelli, Finii e Chiruzzi sono arrestati con l'accusa: -Siete i killer». Pochi giorni dopo, la «bomba» delle manette a Ponte: «Lei è il mandante. Ha fatto sparare a Damiano per vendetta perché il presidente Osi aveva innescato un'indagine penale su presunti illeciti nell'ospedale di Saluzzo». Quest'inchiesta s'è conclusa con il rinvio a giudizio di alcuni medici: imputato è anche Ponte: «Come direttore sanitario ha fatto un'interruzione di gravidanza nell'ospedale: però doveva farla un altro sanitario e non Ponte che è direttore sanitario». Qualche giorno dopo la cattura di Ponte, un'altra «bomba»: Luigi Aversano è un pentito da prendere con le molle. La Corte d'assise di Genova non reputa sufficienti per condannare le accuse che Aversano ha mosso contro i complici in un processo. Interrogati in carcere, Ponte e i tre presunti killer negano con ostinazione: «Non sappiamo nulla detta tragica fine di Amedeo Damiano». L'inchiesta è formalizzata, passa nelle mani del giudice istruttore Castaldo. Il 3 giugno il magistrato, accogliendo l'istanza del prof. Lozzi, scarcera Pierluigi Ponte mancano indizi»; D provvedimento è impugnato dal sostituto procuratore dott. Candì. Ma, il tribunale della libertà conferma: - 'Contro Ponte non c'è nulla».. Claudio Giacchino