La morte di Papa Luciani fu «prevista» da un medico di Marco Tosatti
La morte di Papa Luciani fu«prevista» da un medico Tre giorni prima del decesso ci fu un allarme sulla sua salute La morte di Papa Luciani fu«prevista» da un medico Un prete-psichiatra notò sintomi preoccupanti e li segnalò in Curia • Un malore la vigilia CITTA* DEL VATICANO — La morte di Papa Luciani non fu una totale sorpresa, in Vaticano: tre giorni prima che Giovanni Paolo I fosse trovato cadavere nel suo letto, un sacerdote, medico e psichiatra, aveva lanciato un allarme riservato sulle sue condizioni di salute. E' un elemento inedito nella storia che ha provocato polemiche e discussioni venate di «giallo», e che ancora non si è totalmente conclusa. La notizia, proveniente da una fonte affidabile ma che chiede di non essere citata, getta una nuova luce sul «caso Luciani». Lo stesso Pontefice era preoccupato per le sue condizioni di salute, e il giorno precedente l'attacco cardiaco fatale si era lamentato: aveva le gambe gonfie, avvertiva un dolore al petto, «n medico di Venezia — ha dichiarato il card. Silvio Oddi — gli aveva promesso che sarebbe venuto a Roma il lunedi successivo portando con sé tutta la documentazione e le radiografie per fare un consulto con i meditii delVaticano». Ma un allarme era già stato lanciato, il 25 settembre Albino Luciani, come è tradizione per ogni Pontefice neoeletto, si era recato a San Giovanni in Laterano, per prendere possesso della «sua» Basilica. Lo attendevano 1 dignitàri, e soprattutto 1 Canonici del Laterano. Fra di loro spiccava l'anziana figura di padre Joseph Jerot, un religioso dell'Ordine di S. Sulpizio, che oltre a essere uno studioso di spiritualità e di fenomeni mistici era anche medico: una laurea arricchita da una specializzazione in psichiatrìa. Padre Jerot, che è morto nel marzo dell'anno scorso, incontrò il Papa, parlò con lui, gli baciò la mano, ebbe agio di osservarlo con occhio esperto. La cerimonia, piuttosto lunga, si protrasse nel pomeriggio, seguita, per il Pontefice, da al¬ tri impegni e incontri. Prima che Giovanni Paolo I rientrasse nei Palazzi Pontifici, padre Jerot si affrettò in Vaticano, a incontrare un cardinale francese di cui era amico. Era estremamente allarmato: «La mano del Papa mi preoccupa molto, ha un colore cianotico, segno di pessima circolazione. Fate qualcosa, quest'uomo deve essere assolutamente visitato, non sta bene, potrebbero esserci conseguenze gravissime». H religioso lanciò anche il suggerimento di parlare dell'argomento al card. Jean VUlot, Segretario di Stato, che si era mostrato un buon amico di Albino Luciani, anche se negli ultimi giorni era nata qualche divergenza di opinioni su come ristrutturare la Curia lasciata in eredità da Papa Montini. n messaggio arrivò al Segretario di Stato? Probabilmente si; a dispetto delle tensioni recenti, Vfflot e Papa Luciani erano in buoni'rapporti, tanto che il cardinale aveva ospitato nel suo appartamento, che dà sull'ambiente chiamato 'dei chiaroscuri», Giovanni Paolo I, mentre erano in corso i lavori di ristrutturazione nelle logge pontificie. E Giovanni Paolo I aveva l'abitudine di accompagnare alla porta del suo studio 11 porporato francese dopo l'udienza, un segno di grande familiarità. VUlot un giorno gli disse: 'Non dimentichi che lei è il Papa, e io sono un cardinale». 'Ci sono i Papi e i poveri Papi», replicò il Pontefice. Ma negli ultimi giorni era preoccupato per le sue condizioni di salute. Mori nella notte fra giovedì e venerdì, dopo aver chiamato il suo medico a Venezia, a causa di un malessere accusato la sera del 28: cosi ha stabilito un'indagine «discreta» compiuta prima del Conclave da cui fu eletto Papa Wojtyla. Marco Tosatti
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