La rivolta del Ponte Vecchio

La rivolta del Ponte Vecchio A Firenze orafi contro Vu' Cumprà: «Vogliamo una città pulita» La rivolta del Ponte Vecchio «Meglio un cliente che 75 mila di questi sbandati» e i gioiellieri insorgono - Insulti, schiaffi, intervento di vigili, poliziotti e assessori - «Ma non siamo violenti» FIRENZE — Mezz'ora è durata la rivolta degli orafi del Ponte Vecchio contro i «Vu' cumprà» che affollano ogni giorno uno dei luoghi più suggestivi della città. Trenta minuti di tensione in cui sono volate offese, urla e qualche schiaffo, e che hanno riproposto un problema di dimensione nazionale. Era quello che volevano i gioiellieri del Ponte Vecchio, con la loro singolare protesta. Tutto è cominciato verso le 19 di venerdì sera. I commercianti hanno posteggiato le loro auto sul ponte per provocare l'intervento dei vigili e della polizia. E infatti sette pattuglie di vigili e poliziotti sono arrivate di lì a poco e hanno cominciato a fare sgomberare le auto con i carri-attrezzi. Ma a chiamarle sul posto non era stato un orafo, bensì uno dei tanti venditori abusivi che stendono sul ponte ogni giorno i loro tappeti colmi dì chincaglieria. "Si, sono un venditore ambulante e me ne vanto», urlava. Si è temuto persino il linciaggio del giovane, Giancarlo Fasani, 30 anni, che nel frattempo era stato circondato da una cinquantina di persone. Ma i gioiellieri non volevano la rissa. A loro interessava solo fare arrivare l'eco della protesta nelle stanze del- l'amministrazlone comunale. Sono stati accontentati quando è arrivato l'assessore al Traffico, Graziano Cioni. 'Noi non siamo d'accordo con l'abusivato — urlava Cioni in mezzo alla gente —, ma questa manifestazione è incivile e come tale va repressa'-. -£' vero, il problema esiste — spiega Cioni il giorno dopo —. Non ci piace che il Ponte Vecchio, dopo le 19,30, si trasformi in una casbah. Ma è un problema di ordine sociale e di polizia. Occorre infatti colpire le centrali della diffusione della merce falsa. In fondo il "Vu' cumprà" è solo l'ultimo anello dì una tragica catena». •La nostra è stata una decisione a. sorpresa - spiega la signora Laura Piccini Tozzi, 1. bidente del Comitato per il Ponte Vecchio - per sensibilizzare l'opinione pubblica e gli amministratori comunali. Vogliamo un Ponte Vecchio pulito. Qui il razzismo non c'entra. Diciamo solo basta ai bivacchi dei vagabondi». Il parcheggio abusivo delle auto davanti ai negozi aveva anche lo scopo dì dimostrare che, quando servono, le forze per far rispettare l'ordine si trovano. 'Quando chiediamo l'intervento della questura — sostiene Fernando Vettori, titolare di una gioiellerìa nata 52 anni fa e consigliere del comitato — ci rimandano alla prefettura. Da qui all'assessorato, dall'assessorato all'Annona, dall'Annona al Turismo e dal Turistno ancora alla questura. E' mai possibile?». 'Qualcuno ha persino ventilato l'ipotesi che volessimo fare una manifestazione violenta, facendo intervenire i giocatori del calcio storico (famosi per la loro rudezza, ndr) — aggiunge il vicepresidente del comitato, Casseri — ma è falso. La nostra iniziativa è nata dopo un'infinita serie di appelli al sindaco, al vicesindaco, al prefetto e al questore. Tutti inascoltati: Ieri mattina, intanto, presso le due entrate del Ponte Vecchio, stazionavano due macchine della polizia. Nessuna traccia di «Vu' cumprà». «Basterebbero due vigili motociclisti che si facessero vivi ogni tanto — dice ancora Vettori —. Noi trattiamo con gente benestante che a Firenze crede dì trovare il paradiso. Se trova il purgatorio, pensa subito di essere all'inferno. Uno, soltanto uno dei nostri clienti vale quanto 75 mila di questi sbandali», ■ Enrico Buffoni

Persone citate: Casseri, Cioni, Enrico Buffoni, Fernando Vettori, Giancarlo Fasani, Graziano Cioni, Laura Piccini Tozzi, Vettori

Luoghi citati: Firenze