Andreotti: resti il voto segreto di Alberto Rapisarda

Andreotti: resti il voto segreto Il contropiede del ministro degli Esteri coglie di sorpresa De Mita Andreotti: resti il voto segreto «Gli estintori per decenni sono inutilizzati, ma c'è il momento in cui possono servire» - «Se il pei dice che è sabato quando è sabato, non per questo ribatto che è domenica» - Cossiga: nessuno mi ha chiesto d'intervenire ROMA — Il contropiede di Giulio Andreotti, partito dalla lontana New York, è arrivato sino a Roma prendendo di sorpresa Ciriaco De Mita. Le frasi pronunciate dal ministro degli Esteri in difesa dei diritti dei parlamentari a conservarsi in parte la garanzia del voto segreto vengono accolte tra i collaboratori del presidente del Consiglio e segreta) ' i della tic come un grido di ; '.raglia. Il Popolo, che è diretto dal demitlano Paolo Cabras, ieri ha pubblicato la dichiarazione di Andreotti in seconda pagina, 18 brevi righe di agenzia nelle quali però non compare proprio il riferimento al problema del voto segreto. Ma sempre Ieri Andreotti è ritornato sull'argomento con una dichiarazione al Tg3: 'Negliuffici ci sono gli estintori e per decenni non vengono utilizzali. Ma c'è un momento in cui possono servire e forse per qualche cosa anche il voto segreto è un estintore che non fa male conservare». E siile ragioni del pei ha di fatto detto di essere d'accordo: «Se i comunisti dicono che è sabato quando è sabato non per questo io dico che è domenica o lunedì». Ora i capigruppo e 1 capicorrente democristiani, che stanno cercando di convincere In queste ore con una peregrinazione porta a porta i deputati riottosi a votare a favore dell'abolizione secca del voto segreto, troveranno qualche difficoltà in più. Il mugugno diffuso e preoccupato contro una abolizione del voto segreto senza garanzie, che serpeggia nel gruppo de, ma anche in altri gruppi della maggioranza, ha trovato alla fine un capofila della statura di Giulio Andreotti. Difficilmente De Mita e Craxi potranno evitare di fare i conti con questo nuovo interlocutore nel risolvere martedì la vicenda del voto segreto. La «grana», tuttavia, riguarda soprattutto Ciriaco De Mita. Mentre Andreotti si prepara a rientrare a Roma, uno dei suoi più fedeli e autorevoli seguaci, il presidente della commissione Bilancio della Camera, Nino Cristofori, ci spiega: 'Io interpreto cosi le parole di Andreotti. Questa è la stagione per fare le riforme, ma per realizzarle deve valere la posizione che De Mita aveva all'inizio, che prevedeva larghe intese anche con le opposizioni. Invece, si è iniziato male andando allo scontro muro contro muro sul voto palese. Non ne facciamo un problema dì trattative col pei ma di metodo politico. E su questo Andreotti vuol far riflettere il partito». La prima riflessione che farà la de è che da oggi il «partito' parlamentare» ha un capocorrente in Andreotti, il quale userà tutto il suo peso per impedire che si arrivi in un modo o nell'altro ad elezioni anticipate. 'Andare di elezione in elezione per fare che cosa? Per realizzare quale obiettivo? Craxi per prendere ancora voti al pei? Se il pei è in declino potrà farlo anche in seguito. De Mitaforse per rinviare il congresso? Comprendo ma non condivido», dice l'on. Cristofori. Quel che si capisce sin da ora è che Andreotti aggira a sinistra De Mita, e si affianca alla sinistra de che cerca di mantenere buoni rapporti con i comunisti rifiutando il gioco di Craxi che porta la de allo scontro frontale col pei. Il pei, di fronte al disagio della maggioranza ancora indecisa su come votare sul voto segreto, offre rami d'olivo e disponibilità a trovare soluzioni concordate. 'Specialmente sull'abolizione del voto segreto in materia finanziaria la nostra disponibilità è ampia. L'esigenza di verifi¬ care l'esistenza di spazi di confronto prospettata dall'onorevole Bodrato ci trova pienamente concordi», annunciava ieri il capogruppo comunista Zangheri. Altrimenti 'la stagione delle riforme istituzionali avrà vita breve». Esattamente quello che fanno capire gli andreottiani. In questa situazione che diventa sempre più complicata il presidente della Repubblica, Cossiga, ha fatto sapere ieri con un comunicato che il problema del voto segreto non lo può riguardare per ragioni di competenze istituzionali. Cossiga ha anche smentito che gli sia stato chiesto di intervenire. Era una risposta alla segreteria di dp che se l'è presa con gli «interventi sul e del presidente Cossiga» definendoli il segno della 'perversione» cui è giunto il dibattito sul voto segreto. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: New York, Roma