Inceneritori fuori legge

Inceneritori fuori legge La Provincia ne ordina la chiusura in cinque ospedali Inceneritori fuori legge Una commissione tecnica ha giudicato non regolari gli impianti del Maria Adelaide (Torino), San Luigi (Dibassano), Mauriziano di Lanzo, dell'ospedale di Ciriè e della Clinica Giovanni XXIII di Pianezza - Ma ce ne sono altri sotto inchiesta Emergenza rifiuti anche per gli ospedali. Cinque dei 19 inceneritori in funzione presso le strutture sanitarie della provincia di Torino dovranno essere chiusi entro la prossima settimana perché giudicati 'fuori norma» dall'apposita commissione tecnica dell'assessorato provinciale all'Ecologia. Sono quelli del Maria Adelaide di Torino, del San Luigi di Orbassano, del Mauriziano di Lanzo, dell'ospedale zonale di Ciriè e della clinica Papa Giovanni XXni di Pianezza. E' molto probabile che nei prossimi giorni a quest'elenco si aggiungano altri impianti. n problema era stato affrontato dal DPR 915 dell'82 e da una circolare dell'84: in pratica le autorizzazioni provvisorie erano state prorogate al 28 aprile di quest'anno per consentire l'adeguamento degli impianti alle nuove norme. Ora la proroga è possibile soltanto per quegli ospedali che hanno già appaltato i nuovi inceneritori o che, per lo meno, hanno presentato alla Regione le domande per l'adeguamento alle nuove norme. In provincia di Torino ciò è accaduto per un solo ospedale, .''Agnelli» di Pinerolo, la cui domanda peraltro sarebbe stata fatta pervenire in ritardo. Gli altri hanno continuato ad operare come se nulla fosse stato, con degli inceneritori che sovente non sono diversi da una semplice -stufa». Dice l'assessore provinciale all'Ecologia, Paolo Sibille: •Non c'è nessuna intenzione vessatoria né un atteggiamento rigoristico nei confronti degli ospedali. Ci limitiamo ad applicare le norme del DPR 91S e la circolare dell'84. Oli impianti sono fuori norma, sovente non c'è la seconda camera di combustione, né sistemi di controllo automatico. Così si creano fumi che producono inquinamento e noi siamo tenuti ad intervenire». D'altra parte la Provincia aveva avvertito per tempo del rischio di chiusure. Fin dallo scorso anno aveva incaricato due esperti — il prof. Giovanni Saracco e l'ing. Maurizio Onofrio, del Politecnico — di un'indagine a tappeto sul problema del rifiuti ospedalieri in 74 strutture con 17 mila posti letto. I risultati erano apparsi subito preoccupanti: proprio nelle strutture destinate alla sanità pubblica c'erano apparecchiature che per le ridotte dimensioni, per la tecnologia sorpassata e per la scarsa manutenzione erano altamente inquinanti. Oggi, in Provincia di Torino, devono essere annualmente inceneriti rifiuti speciali di provenienza ospedaliera per un totale di 3700-4000 tonnellate (2500 solo dalla città di Torino ). Di tutti gli inceneritori in funzione, il 74 per cento era risultato di costruzione anteriore all'84, quindi fuori delle disposizioni di legge. Si era suggerito di accentrare 1 servizi in due grosse strutture, le cui dimensioni rendessero possibile un'economia di esercizio (anche con il recupero energetico) e l'adozione di avanzate tecnologie per la depurazione del fumi. Ma in quattro anni nulla è stato fatto dalle Usi e ora incominciano le chiusure. Nei prossimi quindici giorni i membri del Comitato tecnico faranno ulteriori sopralluòghi, ma non si vedono soluzioni immediate al problema. g. b. BANDITI ARMATI DI MAZZE FERRATE Quattro uomini, armati di pistole e mazze ferrate, hanno assaltato ieri alle 11,40 l'ufficio postale di piazza Mattirolo, sfondando i vetri antiproiettile. Mentre gli impiegati ruggivano nel retro dell'ufficio e I clienti si addossavano impauriti alle pareti, I quattro banditi si sono impossessati del denaro custodito nei cassetti e nella cassaforte (circa 25 milioni di lire)

Persone citate: Agnelli, Giovanni Saracco, Maurizio Onofrio, Paolo Sibille