Soddisfatto «no comment» a Washington

Soddisfatto «no comment» a Washington Reagan tace: «Non interferiamo negli affari altrui» - Haig: «Gorbaciov ha altri nemici» Soddisfatto «no comment» a Washington DAL NOSTRO CORRISPONDÈNTE WASHINGTON — Reagan tace, ma il Dipartimento di Stato paria a suo nome, e non nasconde il proprio compiacimento: -A questo punto — dice il portavoce commentando il terremoto al Cremlino — non c'è ragione di dubiiare che i rapporti Usa-Vrss si svilupperanno positivamente». E' una rottura netta con la prassi deU'Ammministrazione e con l'etichetta diplomatica, che in simili circostanze impone un rigido riserbo. Per la prima volta, la superpotenza dichiara, aia pur velatamente, di essere dalla parte del segretario del pcus e del suo tentativo di riforma del partito. B presidente si difende dal giornalisti affermando: *Non posso interferire nelle questioni fraterne., ma tifa per Gorbaciov. La formula usata dalla diplomazia americana è cauta: •La nostra politica verso l'Vrss si basa sugli interessi degli Stati Uniti e non sui leader sovietici». Al tempo stesso, riconosce 1 meriti di Qorby Super star nella distensione: «Ci - aspettiamo che il trend resti lo stesso degli ultimi anni». In pratica, il commento è un messaggio di appoggio al nuovo Cremlino: l'Amministrazione prende atto che il pcus cambia, la glasnost e la perestrojka si rafforzano, se ne rallegra, e ribadisce il proprio impegno al dialogo. A New York, aU'Onu. Gherassimov, il portavoce di Shevardnadze — che non ha seguito il ministro a Mosca— incoraggia l'ottimismo: »E' un cambio di generazioni — proclama, lasciando intende¬ re cne io e anche cu idee, e quindi di politica —: quella nuova ha atteso tra le quinte persino troppo a lungo». In un incontro privato, uno dei politici più vicini a Reagan, che ci chiede di restare anonimo, si spinge oltre: «7 dati più importanti sono la retrocessione di Ligaciov e di Cebrikov, perché di ciò si tratta: l'ideologia e il Kgb, a cui i due uomini erano preposti, formano i binari su cui corre il potere sovietico, e adesso Gorbaciov ne ha il controllo. Mi pare che il segretario del Pcus sia riuscito a indebolire, anche se non a eliminare, i suoi principali avversari. E'certo che ha alzato drammaticamente la posta in gioco: di fatto, l'unico centro di r >tere che non ha ancora toccato sono le Forze Armate». Questo rea- ganauta si chiede se il colpo di mano di Gorbaciov darà i risultati voluti, e se garantirà la sua permanenza al potere. •E' ancora presto per dire se avrà successo.. Gli stessi dubbi manifesta l'ex segretario di Stato Alexander Haig. -Il repulisti di Gorbaciov è frutto insieme della sua forza e della necessità di stringere i tempi per ammodernare lo Stato e salvarne l'economia. Le sue radici affondano da un lato nella conferenza del partito di giugno, dall'altro nelle recenti proteste popolari. Non mi stuperei se nelle prossime settimane o nei prossimi mesi si verificassero altri grossi mutamenti». -Ma sospetto — aggiunge Haig — che Gorbaciov abbia dovuto accettare dei compromessi e che la resistenza alle sue riforme non sia finita». Al pensionamento di Gromyko e di Dobrynin, responsabile dei rapporti intemazionali, Haig non attribuisce peso eccessivo. Tra i sovietologi, l'opinione prevalente è che il segretario del pcus sia ora nella posizione migliore per una drastica revisione delle istituzioni, compreso il Kgb, e fermo restando l'esercito, almeno per il momento. Ma Marshall Goldman, l'ex consigliere del Dipartimento di Stato per l'Urss teme che Gorbaciov si sia esposto eccessivamente: •E' vero che sinora si era aggirato intorno ai problemi come un pugile che cerca il varco per sferrare ilk.o. e che doveva agire. Ma a me risulta che tra il 25 e il 30 per cento del Comitato Centrale gli sia contrario». Ennio Carette

Luoghi citati: Mosca, New York, Stati Uniti, Urss, Washington