Paolini, Merz, Vattimo tra i libri con Brunetta

Paolini, Merz, Vattimo tra i libri con Brunetta «Bloomsbwy»: un salotto dell'arte che è «anche» una librerìa Paolini, Merz, Vattimo tra i libri con Brunetta CINQUE piccole vetrine su via Accademia Albertina, ma l'entrata è in via Dei Mille 20: è Bloomsbury, la più recente libreria d'arte della città, n nome ricercato, sicuramente non lasciato al caso, ricorda un quartiere di Londra noto tra gli Anni 30 e 40. Qui vivevano i grandi nomi dell'intellighenzia inglese. Era proprio tra queste vie il salotto artistico di Virginia Woolf e di sua sorella. Ma questa volta Bloomsbury è a Torino e non a due passi dal British Museum. Aprendo la porta di via dei Mille, però, ci si ritrova in uno spazio non molto diverso da casa Woolf. Tappeti, comode poltrone rosse disegnate dall'architetto Mollino, pareti ricoperte dalle leggere pennellate d'oro di Giulio Paolini. Un vero e proprio salotto dunque, targato 1987 e firmato da nomi conosciuti della Torino artistica. L'architetto Tony Corderò si è occupato dell'arredamento: le sue lampade sono costruzioni di fili o vetri colorati, suo è anche il buffo contenitore per le riviste, una sorta di teatrino barocco tutto d'oro. Paolini ha riempito i piani delle librerie fine Ottocento con fogli di carta, sassi e disegni. In un contesto del genere non poteva mancare il nome di Mario Merz che per questo particolare spazio espositivo ha realizzato un tavolo composto da due semplici triangoli, uno in pietra e l'altro in cristallo. Ed è proprio qui che spiccano le ultime novità della Bloomsbury. Alcuni titoli sono noti: l'ultimo catalogo della Biennale di Venezia o il fortunato testo critico di Lea Vergine: «Arte in gioco: il critico e l'artista negli ultimi vent'anni». Altri testi invece sono vere e proprie chicche, ricercatissime dagli intenditori. Come nel caso del cofanetto grigio che contiene le collezioni di Andy Warhol messe all'asta la scorsa primavera dalla Sotheby's. «Les demoiselles d'Avignon» è invece il titolo di un catalogo diviso in tre volumi interamente dedicato a Pablo Picasso. Altra rarità è: «Japon, la tentation de l'Occident» documentazione fotografica di una mostra parigina di arte contemporanea giapponese. Ma alla Bloomsbury non si trova solo arte: «Les Années 50» è il titolo di una mostra realizzata al Centre Pompidou che comprende tutto, dalla musica alla moda di quegli anni. Un'altra sala della libreria è occupata da testi d'architettura e dalle riviste. «The history of postmodern architecture» e le monografie su Renzo Piano e sul giapponese Kevin Roca sono i titoli che saltano all'occhio. Vastissimo il reparto riviste. Anche il filosofo Gianni Vattimo e lo studioso di letteratura ungherese Gian Piero Cavaglià, oltre alla titolare Brunetta Carena, hanno partecipato attivamente all'organizzazione di questo progetto; non possono perciò mancare ottimi titoli di filosofia e letteratura. Uno, da segnalare subito, è «William Shakespeare's sonnets», su carta pregiatissima, completamente lavorato a mano: l'editore e tipografo «d'arte» è il torinese Tallone. Lisa Parola Libreria Bloomsbury, via dei Mille 20, orario 9-19,30 escluso il lunedì mattina e la domenica. Brunetta Carena nella sua «Bloomsbury»

Luoghi citati: Londra, Torino, Venezia