Torna la Sagra firmata da Russillo di Sergio Trombetta

Torna la Sagra firmata da Russillo Si prova il balletto su musiche di Stravinskij con cui forse riaprirà il Piccolo Regio Torna la Sagra firmata da Russillo AL Regio le danze sono già incominciate: nella sala prova i ventiquattro ballerini, molti giovani acquisti pieni di voglia e di energia, provano una nuovissima versione di La sagra della Primavera con cui a fine novembre potrebbe riaprire il Piccolo Regio, da anni chiuso per inagibilità. Li guida la mano sapiente di Joseph Russillo, coreografo italo-americano da anni stabilito saldamente con la compagnia in Francia. ' Scelta interessante quella della Sagra. Se c'è un luogo della memoria collettiva della danza di questo secolo che ogni coreografo cerca in qualche modo di esorcizzare è proprio quel giorno di fine maggio del 1913 quando la Sagra debuttò a Parigi. Fu allora che il pubblico del Théàtre des Champs-Elysées, fra fischi, urla, strepiti e battere di piedi sul pavimento, decretò il fiasco assoluto della partitura di Stravinsky coreografata da Nijinskij. La musica si è rivelata poi essere uno dei capolavori del '900, la coreografia che ricreava, anche ingenuamente, la vita senza tempo della Russia tribale precristiana, e sconvolgeva completamente i canoni della danza • tossica fu abbandonata dopo poche recite. Dopo Nijinskij molti coreografi si sono misurati con questa musica, creando anche capolavori, come Béjart, come Pina Bausch. Poi, la stagione appena passata, l'americano Joffrey Ballet ci ha presentato a Spoleto una sapientissima e affascinante ricostruzione di «quella» coreografia di Nijinskij, presentandoci un balletto che ha il profumo dell'antico e il fascino dell'affresco restaurato dove larghe macchie di bianco coprono gli spazi di pittura andati irrimediabilmente perduti. L'operazione di Russillo è diversa, ma in qualche modo non dimentica quel giorno di maggio del 1913. Spiega Russillo: «Lo spettacolo si apre sulle note finali della Sagra, il sacrificio dell'Eletta, di fronte al pubblico parigino del Théàtre des Champs-Elysées che urla e strepita. Poi la partitura riprende a scorrere dall'inizio nella versione originale per solo pianoforte in una ipotetica sala pro¬ ve. Ho chiesto a Nuno Cortes Real di realizzare costumi che riproducano gli abiti con cui i danzatori provavano all'inizio del '900». Con questa operazione un po' nostalgica Russillo incomincia dunque una collaborazione con il Regio che lo vede qui a Torino per tre settimane. Ma a Torino si sono visti in passato i capolavori del suo Ballet Théàtre: Requiem, Orfeo e più recentemente una grandiosa e immaginifica Divina Commedia ai Punti Verdi tre anni fa, mentre circa 5 anni fa il Teatro alla Scala lo ha visto direttore artistico coreografare quella Josephslegende di Strauss dove inaugurò la collaborazione con lo stilista Versace ripresa successivamente da Béjart. Dal 1984 Russillo, con la compagnia e il suo braccio destro Agesilas, si è installato al Centro Coreografico Nazionale di Toulouse, uno dei tanti Centri attraverso i quali la Francia intelligentemente organizza, finanzia e potenzia lo sviluppo della danza. Racconta Russillo: «In questi anni il nostro compito è stato soprattutto creare un pubblico, che oggi c'è e ci segue con interesse e passione. Abbiamo dato vita a molte iniziative: un Festival nel mese di agosto, serate di giovani coreografi, c'è in progetto anche una Maison de la Danse». Con il suo agile gruppo di 13 danzatori Russillo va molto in tournée: «Gli ultimi Paesi visitati sono stati l'Unione Sovietica e la Cina» e dà vita a nuove creazioni: «Le ultime cose fatte sono un remake di Shakespeare suite, un lavoro creato a Verona qualche anno fa, e Tress, una coreografia su musica di Duke Ellington; in programma ho un balletto intitolato PierroU. Ma anche le cifre della compagnia sono interessanti e permettono di fare confronti istruttivi con la situazione italiana: dallo Stato, dalla Regione, dal dipartimento e dalla città la compagnia di Russillo riceve un finanziamento annuo di 600 milioni, cioè molto di più di quello che da noi riceve l'Aterballetto, la nostra più prestigiosa compagnia non legata ad enti lirici. Sergio Trombetta Russillo in un momento della «Josephslegende» di Strauss, che andò in scena alla Scala

Luoghi citati: Cina, Francia, Parigi, Russia, Spoleto, Torino, Unione Sovietica, Verona