Scusi, da che parte è l'abbazia della birra?

Scusi, da che parte è l'abbazia della birra? Itinerario mistico-alcolico in Belgio, tra i conventi dei frati che producono «bionde» e «brune» ad alta gradazione Scusi, da che parte è l'abbazia della birra? QUELLO di farsi una birra è un buon modo per sentirsi meno stranieri al di là delie Alpi. E' infatti la bevanda continentale per eccellenza, ma le sue versioni sono tante quante le forme dei bicchieri. A quale Paese dare la palma per le migliori birre? Tenendo presente il nostro palato «da vino», la scelta cade sul Belgio. Oltre a fabbricarne di corpose e fruttate come un «rosso», i belgi hanno nella proibizione di servire superalcoolici nei bar un valido motivo per fare delle birre stagionate che ubriacano al solo guardarle. Soprattutto nel Sud, le mettono in bottiglie da un litro, tappate con un buon sughero per poi berle in normali bicchieri a stelo piuttosto che nei grandi boccali anglosassoni. In Italia le meno ignote fra le birre belghe sono le cosiddette «trappìste». n Belgio è l'unico Paese rimasto fedele a questa tradizione dell'Alto Medioevo, quando pare che il Papato favorisse il controllo della b irrif, c azione da parte dei conventi come un mezzo per gettare deile teste di ponte nel cuore dell'Europa germanica. Un itinerario metà mistico e metà alcolico si inizia a VVestmalle, nella provincia fiamminga di Anversa ai confini con l'Olanda, dove si alzerà il primo calice in onore di S. Arnoldo il Forte da Oudenaarde, patrono dei birrai, accreditato di un miracolo alcolico, perché ottenne dal Signore di «moltiplicare la birra» durante una grave crisi produttiva, nel secolo XI. Questi frati producono una chiara famosa e imitata, la «Triple», che contiene circa l'8% in volume di alcol e una scura, la «Doppel», meno forte. L'abbazia non si potrebbe visitare, ma le gerarchie conventuali non rifiutano ai «pellegrini» un sorso di «Extra», una birra mitica che riservano per le grandi occasioni. Al confine con la Francia, nelle Ardennc, ci sono tre conventi che hanno raggiunto una certa fama anche da noi. A Chimay (il paese è Scourmont-Le-Forges) oltre all'ottimo formaggio del tipo Camembert e al miele, nelle sale dell'abbazia aperte al pubblico (ma con discrezione, perché sono monaci di clausura), si trovano i tre tipi di birra prodotti da Padre Théodore, il mastro birraio. La «Capsule bleu», di 8°, si presta a lunghe stagionature. Di corposità simile, ma un po' meno alcolica, è la «Rouge», mentre la «Bianche» è più chiara e secca. Un giro nei boschi e fra le rovine dell'antico convento e poi si punta a Sud, nel Lussemburgo belga di Orval. Anche la birra dei padri locali, ricca di luppolo, è da lungo invecchiamento e contiene circa il 6% di alcol. Il formaggio e gli altri suoi prodotti competono bene con quelli di Chimay. Verso l'interno, non lonta¬ no dalle prime due, l'abbazia di Rochefort vanta tre birre simili alle Chimay, che si acquistano ma si bevono fuori, magari visitando il parco di Lesse et Lome e le grotte di Haut-sur-Lesse. Lasciata di nuovo la regione francofona per le Fiandre, continuando a costeggiare il confine francese, troviamo il convento di St. Six- tus a Westvleteren, che produce «La birra più forte del mondo», circa 12°, insieme ad altre miscele più delicate. La produzione è però limitata al fabbisogno dei monaci. Tutti gli altri devono rivolgersi alla vicina birreria St. Bernardus, che fabbrica, su licenza del monastero e con lo stesso antico brevetto, un ottimo nettare scuro un po' piccante. In genere le birre trappiste hanno colore scuro ramato e sapore rotondo con sentori di frutta. Fermentate più volte anche con l'aggiunta di zucchero candito, possono invecchiare in cantina anche cinque o sei anni, ma a temperatura non inferiore a 15°C. Vanno consumate non fredde, versandole con sapienza per non risuscitare il lievito dal fondo, poiché non sono filtrate né pastorizzate. Solo questi cinque conventi benedettini, per legge, possono chiamare «trappista» la propria produzione. Ma molti di più sono i monasteri dalla lunga tradizione birraria che hanno venduto i loro procedimenti di fabbricazione e l'etichetta Doc a impianti profani. Loro, i monaci, si limitano a ricevere le royalt.es e si dedicano alle relazioni pubbliche. In molti vengono anche da oltre confine a trascorrere nella severa architettura dei chiostri un weekend scandito dall'orario della regola monastica, con le eccezioni della birra, del prosciutto, del paté e della selvaggina della casa. Famose sono l'Abbaye De LetTe, a Dinant, sulla Mosa, la vicina Maredsous, che ha una taverna, e l'Ermitage, che produce una birra dall'ambizioso appellativo di «Cuvée», la St-Amands e la Floreffe. Le birre del Belgio non si esauriscono nella pur abbondante prduzione conventuale. L'area laica è ancora più potente. Infatti, oltre al santo patrono, il Belgio ha dato i natali a quel Duca Jan Primus di Brabante, universalmente trasformato in Cambrinus, monarca dei birrai, al cui nome sono intitolati molti ristoranti nel mondo e un ordine in piena regola, quello dei «Cavalieri della forchetta». Non si può per esempio parlare della «Bruegel Route», un percorso turistico nei luoghi della pittura fiamminga, senza parlare della birra che vi si produce, la stessa che scalda borghesi e villani nel dipinto «La danza paesana» dell'autore. Qui a Bruxelles e nella valle della Senne si preparano le «Lambic», birre di frumento e orzo, le uniche al mondo a fermentazione spontanea. Il procedimento consiste nel lasciare i mosti a fermentare in cantine dal tetto forato, da cui entrano i lieviti naturalmente presenti nell'aria di questa regione, il Payottenland. Dalla Lambic, che è stagionata, con l'aggiunta di una birra giovane che reinnesca in bottiglia il processo di fermentazione, si ottiene la «Gueuze». Se la rifermentazione è dovuta all'aggiunta di ciliegie si ha la «Kriek», se di lamponi la «Framboise», entrambe dal perlage simile allo champagne, ottime come aperitivi estivi. Dove è possibile assaggiarle? Al Café St-Catherine, nel distretto di Anderlecht, dove visse Bruegel. sì possono gustare le «Faro», delle Lambic più tenui che qualcuno usa addolcire con un po' di zucchero. Sempre Lambic al Café Becasse, in Rue des Fripiers, ritrovo dei giovani di Bruxelles, dove la birra è ancora servita in boc- cali di ceramica grigia. Morte subite è il nome di una birrerìa degli Anni 20 in Rue Montagne-aux-Herbes Potagères, dove si giocava a dadi: quando i giocatori si staccavano dal tavolo era appunto per «morte improvvisa», e solo per questo. La birreria museo CantUlon, ancora ad Anderlecht, produce un'ottima Framboise e offre la possibilità di visitare i suoi impianti durante il periodo di produzione della Lambic, da ottobre a maggio. E in Place Jardin aux Fleurs c'è il piccolo ma particolare Café Spinnekopke, che serve Lambic molto secche. Indirizzi utili: Ufficio Belga per il Turismo: piazza Velasca 5, Milano, tei 02 860.566. Ufficio prenotazioni (in Belgio, gratuito): tel. 0032 223.050.29. Office de Promotion du Tourisme de la Communauté francese de Belgique (francofono) e Commissariat General du Tourisme (fiammingo) ambedue in rue du Marche aux Herpes 61 - B 1000, Bruxelles, tel. 0032 2 513.0090. Maurizio Menicucci ■Jjfr Wolvertem tuU ■Jjfc Brussegem »J JltKobbegem £ Groot g&_ Bljgaarden )^ Wanbeek - JTo*L ««. * Schepdaa, S XwXElXES JP V /«FAnc ^ttteiboek/? ■Vlezenbeeki k / SsT St. Pieters-Leeuw —-, JWgyn lAim>«mberg Lembeek " * JjfcSt. Genlslus- Waterloo o Bruegel, «Danza campestre» (1565-66), particolare

Persone citate: Bruegel, Jardin, Maurizio Menicucci, Padre Théodore, Pieters, Primus, Rochefort