Perduti nel delta del grande fiume Tra le ninfee compare la lontra

Perduti nel delta del grande fiume Tra le ninfee compare la lontra Perduti nel delta del grande fiume Tra le ninfee compare la lontra BUCAREST, la capitale romena, è lontana da Galati. Divisa da 280 chilometri di strada ondulata, piena di buche, con tre controlli (cortesi) della polizia, molte mandria di pecore e tante industrie. Le luci delle officine e i fuochi delle fonderie illuminano la notte. Comincia l'autunno. Pioggerelle sottili, ma ancora sole caldo. A Mamaia, sulla costa del Mar Nero, la stagione delle vacanze finisce col settembre. A Galati il Danubio è ancora fiume unico. Alla stazione della Navrom, la compagnia statale di navigazione, si affolla la gente in partenza per il Delta. Uomini stanchi per il lavoro, donne col fazzoletto attorno al capo e tanti fagotti, ragazzi che ridono ancora. Partono peri borghi disseminati fra laghi, canali, colline e steppa. Molti sono raggiungibili solo via acqua, il grande fiume (secondo d'Europa dopo la Volga), dalla Selva Nera dove è nato a Galati (dove scorre pigro e grigio, largo cinquecento metri), ha già percorso quasi 2700 chilometri. Ne mancano 180, più o meno, al mare. Una novantina di chilometri di Danubio ed ecco Tulcea, capoluogo della Dobrugia. Città che rivela le impronte dei turchi, di scorribande piratesche, grande porto fluviale e centro di pesca, sede dell'Oficiul Judeatan de Turism che distribuisce con attenzione i permessi di visitare il Delta. Quelli per le riserve (si possono avere anche a Bucarest, presso l'Accademia della Repubblica socialista di Romania) sono limitati. E concessi solo dopo il 15 giugno, a cove ultimate. I volatili (250 specie) sono protetti, come gli altri animali. Il Delta è punto fisso di passaggio e di sosta per uccella che hanno bisogno di pace per non abbandonare il loro sicuro rifugio. La caccia è vietata, la pesca è possibile dopo il 1° aprile, data fissata secondo i rilevamenti degli esperti ittici, attenti ai periodi nei quali le femmine hanno le uova. Tulcea è il punto di partenza per il Delta, chiamato anche le Bocche del Danubio. In totale 3700 chilometri quadrati. A monte della città il grande fiume (che per arrivare in Romania, partendo della Germania, ha attraversato Austria, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Ungheria e Bulgaria passando per Vienna, Bratislava, Belgrado, Budapest...) si è già diviso in due. Il ramo Chilia, a destra guardando U Mar Nero, è il più grande. Proseguendo il suo corso farà da confine con l'Unione Sovietica la cui città più vicina, Izmail, formalmente in 1 Ucraina, in realtà è uguale a tutte le città del Delta. Uguale come lingua, quella della Moldava (la gente ro. mena non 'ha dialetti, so}o< . inflessioni di vocale di $p-r. centi sulla base della parlata unitaria, tanto che nelle scuole di Izmail si insegnano russo e romeno), uguale come passaggio di genti nei secoli: i romani arrivati sin qui, greci, turchi soprattutto, navi genovesi. Confini che si sono spostati di patto in patto. L'altro ramo, che attraversa Tulcea, e quello che innerva il Delta romeno. La parte più grande delle Bocche del Danubio, l'unica visitabile. Subito dopo Tulcea il grande fiume si divide ancora prendendo due direzioni. Una, la più dritta, con larghi tratti canalizzati dall'uomo e percorribili dalle imbarcazioni più grandi. Il ramo centrale (una settantina di chilometri) esce sul Mar Nero a Sulina, cittadina dalla quale il ramo centrale prende il nome. Grosso borgo e porto di pesca, segni chiari del passaggio dei turchi (anche nei volti della gente). Il ramo di destra è il più lungo e tortuoso. Chia¬ mato Sfintu Gheorghe, è navigabile da imbarcazioni più leggere. Giunge sul Mar Nero passando attraverso riserve naturali e allevamenti ittici, dune e laghi, steppe e boschi. Ci sono anche strade per visitare il Delta in auto, non solo canali e canaletti (gli ultimi praticabili solo da «specialisti» del posto, vecchi piloti di barche affittabili a Tulcea presso l'Ente turismo. Perché da soli, nel Delta ci si può perdere facilmente) . Le carrozzabili, si fa per dire, consentono di arrivare a Sulina, costeggiando il ramo centrale, oppure di visitare la parte destra del Delta attorno all'immenso lago Raziin che ospita la piccola, deliziosa, isola di Popina. Babadag è il centro più importante della zona di dune e piccoli rilievi, Unirea il villaggio più vicino cimare. Il Delta affascina peri silenzi, pe'r la purezza della natura, per la varietà di paesaggio (dalle collinette alla palude), per gli animali che lo popolano. I mesi per visitare le Bocche del Danubio sono maggio-giugno e settembre. Il caldo (quest'anno terribile) di luglio-agosto e l'umidità scatenano la zanzara, la faccia negativa della zona. Le agenzie turistiche sconsigliano, in questo periodo estivo, di farsi tentare dall'idea di dormire all'aria aperta. Sul mare, spiagge incontaminate. Il Delta cambia di continuo geografia (il percorso dei canali minori, la dimensione degli stagni, l'ondulazione delle colline) a seconda delle stagioni, delle maree, delle piogge. La garanzia è una sola: affidarsi agli enti predisposti. Le Bocche del Danubio vanno affrontate, per godersele, con la circospezione che si dovrebbe usare in alta montagna, o al mare con la barca a vela. L'Ufficio del Turismo di Tulcea è il punto d'appoggio. Le gite nel Delta possono avere durata di uno-due giorni. Alberghi a Tulcea (il Delta e l'Egreta, in totale 450 posti letto), a Sulina (il Sulina e il Fani), a Unirea d'Albatros), a Maliuc, Crisan, Mahmudia e Baia. Rifugi-ostello a Indipendenta, Gura Portitei, Pescami, Doi Jepurasi. Piccole località sparse fra le acque. Ancora l'ufficio turistico di Tulcea è il posto adatto per avere consigli sui tragitti da compiere, a seconda del tempo disponibile. Una settimana nel Delta è il minimo, comunque, per poter dire di averlo visitato. Di averlo capito, di aver gustato il suo spettacolo. Cosa offre il Danubio alla sua immensa foce oltre al paesaggio? Uccelli e animali, un ottimo pesce al ristorante. E su tutto la cortesia della gente, sempre al servizio dell'ospite con garbo e discrezione. Una macchina fotografica con «tele» (meglio uno zoom) è il corredo base. Le ninfee (bianche gialle) sono l'ornamento di molti stagni, con la filiforme erba delle rane, la felce acquatica, il falasco, la menta acquatica base di alcuni profumi (mista alla lavanda). I boschi di Letra (ramo Chilia) e di Caraorman (fra i canali di Sulina e Sfintu Gheorghe) sono spettacoli della natura. Tra gli animali la volpe rossa, il gatto selva- tico, la lontra (diffusa in tutto il Delta), il cinghiale (nei boschi e nelle macchie), i procioni (che chiamano cani), il lupo ma limitato a branchi isolati. n numero degli uccelli, di stanza o di passo, è il fascino vero del Delta. Duecentocinquanta le specie catalo- gate, settanta (in primavere e in autunno) quelle extraeuropee che si fermano alle foci del Danubio per nidificare, o semplicemente per riposarsi. Stanziali l'airone grigio, il tuffatore, il cormorano, il pellicano (co- mune e ricciuto), la cicogna, la spatola, il cigno, il trampoliere, la gru, il falco danubiano. Rara l'aquila. A migliaia i gabbiani sulla costa e le anatre all'interno. Frequenze maggiori e più varie allo sfociare del ramo Sfintu Gheorghe, sulla riva destra del lago Razim, sull'isola Po- pina, attorno al lago Merhei verso il confine sovietico (dove corre il ramo Chilia). Pesci. Per la pesca, nei mesi di apertura, limiti di lunghezza imposti dalle leggi locali. Diffusissima la carpa, e attenti alle lische, cat¬ turabile con un minimo di 30 centimetri di lunghezza. Per il «re» storione un minimo di 170 centimetri, roba da specialisti. Nove centimetri per i gamberi, 10 per il cefalo e 17 per lo sgombro che vivono alle foci, sul mare. Se Galati e Tulcea sono le tappe più adatte alla visita del Delta, un ufficio per organizzazione di viaggi e per consigli c'è anche a Mamaia, la spiaggia dove gli italiani sono ancora di moda. Rivolgersi, allora, alla Centrala de Turism ont Litoral presso l'hotel Bucuresti. Ovunque, e il particolare spiega quanto il Delta vada affrontato con saggezza, la possibilità di annullare gite di ora in ora ' a misura delle condizioni del clima, dello stato delle acque. Perché due terzi delle Bocche del Danubio si trovano (di poco, un metro al massimo) sotto il livello del mare, difese dagli sbarramenti collinosi alle spalle delle spiagge o delle lagune. Un'idea delle distanze la offrono i tempi di percorrenza dei grandi battelli (alcuni con ristorante a bordo, informazioni alle stazioni della Navrom) che solcano i rami più profondi sfruttando la corrente. Sei ore da Galati a Sulina, tre-quattro da Tulcea a Sulina, sei da Tulcea a Sfintu Gheorghe. Tulcea, vera porta sul Delta, è raggiungibile da Bucarest con voli quotidiani della Tarom, la compagnia di bandiera. Meglio l'aereo che la strada, anche se il Delta merita un sacrificio. Bruno Perucca Delta del Danubio: una caratteristica casa sul canale

Persone citate: Bruno Perucca, Chia, Crisan, Fani, Galati