Nel cottage dove Jane Austen scrisse «Orgoglio e Pregiudizio»

Nel cottage dove Jane Austen scrisse «Orgoglio e Pregiudizio» TRANQUILLA INGHILTERRA DEL SUD/CHAWTON Nel cottage dove Jane Austen scrisse «Orgoglio e Pregiudizio» NELLA campagna dell'Hampshire, all'angolo di una strada un tempo movimentata che porta all'antica città^di Winchester, c'è una casetta di mattoni rossi senza pretese. Costruita alla fine del '600 per una famiglia di fattori, assomiglia a una scatola, ma non manca di un suo fascino severo. Dentro, è chiara e ariosa, ma niente la distinguerebbe dalle altre se, quasi due secoli fa, una giovane donna dalle maniere squisite non si fosse seduta a un tavolo a dodici angoli nel soggiorno affacciato sulla stradina per Gosport, creando sulla carta villaggi e. ; casette e dentro le casette donne ossessionale dal matrimonio e dall' ide'tfdifeittu- ' rare, senza averne l'aria, gentiluomi belli, ricchi e distaccati. Questa è la casa di Jane Austen, conosciuta come «Chawton Cottage». Si trova infatti nel piccolo villaggio di Chawton, poco lontano dalla città di Alton, ed è l'unica delle case di Jane Austen aperta al pubblico (da aprile a ottobre, 11/16.30 tutti i giorni: in gennaio e febbraio, solo il sabato e la domenica: negli altri mesi, aperta da mercoledì a domenica). Qui visse felice con la madre, la sorella e un'amica per una dozzina di anni, fino al 1817,quando la malattia non la costrinse a spostarsi a Winchester per essere vicina ai suoi medici. La storia di Chawton sarebbe potuta entrare in un romanzo di Jane. Seguendo una consuetudine in quell'epoca non rara, il canonico Austen cedette il secondo figlio. Edward, a una ricca famiglia di amici che non poteva avere figli. Dopo la morte del padre, fu Edward, ormai adulto, a mantenere la madre e la sorella. Secondo i pettegolezzi di una nipote, la casa era ben arredata, comoda, signorile, ma proba¬ bilmente i mezzi a disposizione delle signore erano modesti. Chawton Cottage è stato restaurato dal Jane Austen Memorial Trust e arredato con oggetti, lettere, prime edizioni e documenti sulla vita della scrittrice. Dalle finestre si vedono le pecore pascolare sulle colline dello Hampshire. Se non piove, vale la pena passare qua una giornata (un'ora di treno da Londra, dalla stazione Wa¬ terloo ad Alton. Servizio di autobus o di taxi da Alton a Chawton, oppure una passeggiata di mezz'ora). Quando si entra nella casa di un genio, è difficile non aspettarsi un'atmosfera speciale, un po' mistica. Invece questa è una casa mol- ■ to pratica. L'esterno.è stato riportato al suo aspetto ori*, ginario, ma i mobili non so-' no quelli di Jane Austen, anche se sono fedeli al suo spirito di semplicità e di ordine. Entrare in questa casa è un po' una tragressione. Jane Austen era una persona molto riservata. Quando morì, sapeva di essere una scrittrice nota e apprezzata, ma l'idea di estranei che pagano un biglietto per mettere il naso nelle sue cose avrebbe urtato il suo senso della privatezza e della proprietà. La casa è un miscuglio di praticità rurale e di eleganza georgiana. Un delicato braccialetto di perline blu con una bella chiusura d'oro sembra simbolizzare la raffinatezza della mente di Jane. E' chiuso in una cassetta, insieme a una croce di topazi e una miniatura su avorio. Il pianoforte non è quello originale, suonato regolarmente ogni mattina, ma uno strumento dello stesso periodo. Sopra, una pila di spartiti firmati. Nel vestibolo, una scatoletta per il rossetto e un gioco di Shanghai in avorio (Jane aveva una straordinaria, abilità manuai le, come si vede anche dà suoi ricami). La stanza in cui scriveva era quella dove la famiglia usava pranzare. Non è difficile immaginare Jane china sul consunto tavolino basso a dodici lati, con il vestito dalla vita alta e la cuffia delle donne anziane che volle portare quand'era ancora giovane, alternando l'arte alla vita quotidiana. Al piano di sopra c'è la camera da letto che divideva con la sorella. Qui sono raccolti i pochi oggetti sopravvissuti alla dispersione delle sue cose: un colletto di pizzo così aereo che ci si chiede come sia stato possibile farlo, una coperta di patchwork, una scatola da lavoro con gli aghi e i fili, alcuni ricami particolarmente belli, una ciocca dei suoi capelli castani, molte lettere. Fuori della casa, un bel giardino fiorito all'inglese e il modesto carretto tirato da un asino sul quale Jane scorrazzò per le stradale dello Hampshire quand'era malata!' -W n visitatore è deluso: di Jane Austen resta davvero cosi poco? Discreta, riservata, ha messo nei suoi libri quello che voleva dire, B resto, non appartiene che a lei. Katherine Stephen Copyrigt «The New York Times» e per l'Italia «La Stampa» Jane Austen scriveva al piccolo tavolo a sinistra nella foto

Persone citate: Austen, Jane Austen, Katherine Stephen

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Londra, Shanghai