La chimica del bucato pulito

La chimica del bucato pulito Gli sbiancanti ottici, e non il fosforo, fanno il bianco splendente La chimica del bucato pulito IL 14 settembre il ministro della Sanità ha firmato un decreto che limita all'I per cento il fosforo nei detersivi a partire dal prossimo 1° gennaio. DonatCattin ha dunque ascoltato )e voci di chi si preoccupa per la cosiddetta eutrofizzazione, cioè per la crescita eccessiva delle alghe marine, alimentate dal fosforo presente nei detersivi, oltre che nei fertilizzanti agricoli e negli scarichi degli allevamenti di bestiame. Il gran parlare che da mesi si fa su questo problema non è esente da verità deformate o addirittura da inesattezze vere e proprie, come spesso accade quando si toccano questioni chimiche. Ad esempio, non sono i composti fosforati a dare al bucato il bianco brillante, come molti sembrano credere. Il bianco splendente è dovuto ai cosiddetti sbiancanti ottici o Fwa (Jluorescent whitening agents), complicate molecole organiche che assorbono i raggi solari ultravioletti e li riemettono trasformati in luce blu-violetta, la quale si somma al giallastro del tessuto invecchiato per dare luce bianca. Alla maggior parte dei detersivi solidi vengono aggiunti derivati inorganici del fosforo, tra i quali il più frequente è il trifosfato pentasodico (Stpp, sodium tripolyphosphate). Essi «seque¬ strano» gli atomi ionizzati di calcio e magnesio, ai quali si deve la «durezza- dell'acqua, impedendo sia la formazione di depositi calcarei, sia la precipitazione di sali insolubili che tali ioni producono con i detergenti anionici. Se i polifosfati non impediscono quest'ultimo fenomeno, il detergente viene in parte disattivato e bisogna usarne dosi maggiori. I detersivi anionici sono usati da millenni: già Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia (77 d.C.) nomina il sapo, che certe tribù galliche producevano bollendo grasso animale con la cenere; sembra però che già i Sumeri, nel' quarto millennio a.C, applicassero questo processo. Ancor oggi il sapone Marsiglia viene prodotto trattando a caldo la stearina, componente principale dei grassi animali, con àlcali (la cenere è alcalina); per le saponette la materia prima è costituita da grassi più fini, in genere vegetali. II risultato di questa che i chimici chiamano appunto saponificazione è il sale di un acido organico a catena lunga: nel caso del sapone Marsiglia, è lo stearato di sodio, con una catena di diciotto atomi di carbonio (figura la). La sua natura è dunque duplice: da una parte la ca- tena idrocarburica si scioglie bene nei grassi (si dice che è liposoìubile), dall'altra il gruppo anionico, cioè quello che porta la carica elettrica negativa, è ben idrosolubile, cioè si scioglie in acqua. Quando queste particelle incontrano una goccia d'olio, si viene a creare la situazione schematizzata nella figura lb: le «code» idrocarburiche all'interno della goccia, le «teste» cariche nell'acqua. Quando la miscela acqua/sapone/olio viene agitata, le gocce si suddividono in gocce più piccole; se il sapone non ci fosse, esse poi tenderebbero a riaggregarsi, ma ciò è impedito appunto dal sapone che distribuisce cariche negative sulla loro superficie. Poiché, come si sa, cariche dello stesso segno si respingono, le goccioline non possono più riavvicinarsi. Cosi, se la miscela viene agitata, si trasforma pian piano in un'emulsione quasi omogenea. L'olio può dunque essere lavato via in acqua. Del tutto analogo è il funzionamento dei detersivi a base solfonica, oggi molto diffusi: anche in essi c'e una catena idrocarburica e un gruppo anionico. A differenza dello ione di sodio, gli ioni di calcio e magnesio danno sali insolubili con questi grossi anioni ad azione detergente. Per renderli indisponibili viene aggiunto un polifosfato che «sequestra» lo ione positivo, dando uno ione complesso solubile in aequa ( figura 2 ). La stessa cosa, questa volta indesiderata, succede nel nostro organismo quando mangiamo formaggini, mortadelle o wurstel prodotti con aggiunta di polifosfati, i quali, in tal caso, servono come aiuto per la fusione. Poiché essi ostacolano la fissazione del calcio nelle ossa, gli alimenti che li contengono sono da sconsigliare a bambini e ragazzi, cioè a chi ha lo scheletro ancora in corso di sviluppo. Tornando ai detersivi, già da molti anni nel mondo si studiano possibili sostituti dei polifosfati. Un agente sequestrante organico che ha avuto impiego negli Stati Uniti è l'acido nitrilotriacetico (Ntaq, nitrilo-triacetic acidi: fu poi vietato per sospetta teratogenicità. ma riammesso dopo qualche anno. Il ministero della Sanità italiano, nel decreto sopra citato, ne ha confermato l'esclusione nell'attesa che si completino gli accertamenti in corso. Forse un certo futuro l'avrà il citrato, capace anch'esso di dare complessi con gli ioni delle acque dure. Gianni Fochi FIG. 1 a catena idrocarburica liposoìubile rappresene, schematica li _ gruppo ti», anionico 0 idrosolubile FIG. 2 0 = atomo d'ossigeno atomo di losloro Cagione calcio Questa figura rappresenta molto sommariamente uno degli ioni complessi che possono avere origine dagli ioni calcio e trifosfato.

Persone citate: Gianni Fochi

Luoghi citati: Marsiglia, Stati Uniti