Un cocktail di farmaci ha piegato l'Hodgkin

Un cocktail di farmaci ha piegato l'Hodgkin All'oncologo Vincent De Vita il Premio Pezcoller 88 Un cocktail di farmaci ha piegato l'Hodgkin LJ UMANITÀ' deve la re. cessione del morbo di Hodgkin — una manifestazione neoplastica delle cellule linfatiche accompagnata a reazione infiammatoria — al dottor Vincent De Vita, oncologo, italo-americano, direttore del National Cancer Institute di Bethesda. Usa, al quale è andato il primo premio Pezcoller 1988 istituito dall'omonima fondazione che ha sede a Trento. La motivazione: «Per le ricerche sulle possibilità offerte dalla polichemioterapia e il costante impegno nella lotta contro i tumori». La messa a punto del prodotto farmacologico (chiamato brevemente Mopp e composto da Nitrogen Mustard, Oncovin, Procarbazine, Prednisonp), risale a dìciotto anni fa. Da allora per circa l'ottanta per cento degli ammalati di questo tipo di tumore, anche in fase avanzata, c'è stata la guarigione completa. Precedentemente soltanto un terzo era curabile, per gli altri la morte sopraggiungeva entro cinque anni. Gli Usa registrano centomila casi l'anno, -ir. Italia i casi sono cinquemila — sottolineali professor Umberto Veronesi — la percentuale di guarigione è anche da noi dell'80 per cento applicando un altro metodo di cura denominato Abvd (Adriamicina, Bleomicina, Vinblastina, Docarbazina), basato sempre sulla polichemioterapia». De Vita si avviò su questa linea all'inizio degli Anni 60 quand'era ricercatore tirocinante presso il National Cancer Institute. Concluse che il principio della combinazione di farmaci attivi, già usata con successo nel trattamento delle leucemie e di alcuni tumori sperimentali, poteva essere applicato anche alla chemioterapia dei tumori solidi, stabilendo che una somministrazione ciclica dei farmaci poteva permettere la rigenerazione del midollo osseo e dell'epitelio gastrointestinale. Scopri inoltre che un certo numero di farmaci attivi contro il linfoma con tossicità qualitativamente differente, poteva essere usato senza effetti tossici aggiuntivi del paziente. Negli Anni 70 il Mopp, che in molti Paesi è tuttora la cura classica. Esplorato questo campo, si cimentò nello studio dei tumori metastatici seguendo i medesimi principi, cioè la possibilità di cura attraverso la polichemioterapia. Trattamenti analoghi furono estesi nei trattamenti del carcinoma del testicolo, del carcinoma ovarico, del microcitoma polmonare e per la terapia precauzionale del carcinoma mammario. Con questo curriculum sembra giusto che un premio come il -Pezcoller» — 150 mila dollari. 210 milioni di lire — sia andato all'oncologo e manager Vincent De Vita. «Questo premio — dice Veronesi, direttore dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano e della European School of Oncology, che collabora con la Fondazione sul piano scientifico e organizzativo, è al terzo posto nel mondo per la medicina dopo il Nobel e il Balzan». Il suo fondatore, Alessio Pezcoller, 93 anni, fu primario chirurgico all'ospedale S. Chiara di Trento, dove in cinquantanni d'attività professionale totalizzò 35 mila interventi. Laureato a Firenze nel 1921, specializzato alla scuola del grande chirurgo Mario Donati, ha donato il suo patrimonio personale istituendo questo premio con la collaborazione della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Ha dichiarato: «Ho voluto porre una taglia su un assassinò al quale biologi e medici di tutto il mondo danno la caccia. Una taglia di duecento milioni di lire a chi fornirà almeno un indirizzo valido per decifrare il cancro e trovare mezzi per combatterlo in modo più mirato e specifico dell'attuale». Conclude Pezcoller: «Ho messo a disposizione della Fondazione il mio patrimonio personale costruito giorno per giorno in quasi cinquantanni di professione perché mi sembra giusto che il denaro venutomi dai malati ritorni, sia pure indirettamente, al malati, attraverso un incentivo a chi stu- • dia, indaga e opera in modo particolarmente meritorio contro la malattia, la sofferenza, la morte». Pia Bassi Vincent De Vita è nato nel 1935 a New York da famiglia italiana. Si è laureato in Scienze presso l'Università di Williamsburg, in Virginia, nel 1957 e, successivamente, in Medicina presso la George Washington University nel 1961. Professore associato in Medicina dal 1971 al 1975, è divenuto poi professore titolare nel 1975. Nel 1963 è entrato al National Cancer Institute di Betnesda come ricercatore nel laboratorio di farmacologia chimica. Dall'80 è direttore dell'Istituto.

Luoghi citati: Firenze, Italia, Milano, New York, Rovereto, Trento, Usa, Virginia