Ultime notizie dal futuro di Luciano Genta

Ultime notizie dal futuro Lo scaffale flutto'»Cscìenzòj! Ultime notizie dal futuro CI stiamo attrezzando, con qualche affanno, alla scadenza europea del 1992. Ma i più previdenti guardano già agli scenari del Duemila Siamo entrati, magari senza accorgercene, in una «rivoluzione postindustriale». E a cambiare i nostri modi di vivere e di lavorare non sono la politica e le ideologie, ma la scienza e le tecnologie. La società del futuro dipenderà sempre più dalla nostra capacità di «produrre e comunicare intelligenza», n rapporto Scienza e tecnologia verso il XXIsecolo (Comunità), firmato da Umberto Colombo, Giuseppe Lanzavecchia e Daniele Mazzonis, è stato commissionato dalla Pirelli per progettare una nuova technocity dove fino a ieri c'erano le ciminiere della Bicocca. Delinea le direttrici di sviluppo della ricerca scientifica, dall'informatica alle biotecnologie, dalle telecomunicazioni ai voli spaziali, e il loro impatto sull'ambiente, in rapporto all'uso delle risorse (aria, acqua, terra, energia). Con meno commenti e più notizie, affronta gli stessi problemi il volume curato da Fabio Magnino, Sette chiavi per il futuro (Ed. n Sole-24 ore). Si basa sui rapporti che l'istituto di ricerca Stanford prepara per 400 grandi aziende intemazionali e illustra, con molti grafici e tabelle, i nuovi materiali (le fibre che sostituiranno i metalli), le biotecnologie, la bioagricoltura, le tecnologie ottiche, la telematica, la mlcroelettronica, l'inteligenza artificiale. I due libri non riguardano solo gli addetti ai lavori: spiegano per tutti «come saremo». O almeno come'potremo essere. Perché molte scelte, anche etiche, non sono inscritte obbligatoriamente nel «progresso» scientifico. Perciò diventa sempre più necessaria «una nuova alleanza tra scienza e governo delle decisioni pubbliche», scrive Domenico Parisi in Non solo tecnologia (Il Mulino). Politica e mercato da soli non bastano. Non ci resta che la scienza. Cercando di evitare due pericoli paralleli: da un lato la tecnocrazia, dall'altro la subordinazione «organica» della scienza al potere, economico e politico. Didattica A scuole riaperte, l'insegnante di matematica e scienze nella media dell'obbligo può trovare utili suggerimenti metodologici nel testo di Rosalind Driver, L'allievo come scienziato? (Zanichelli). Ogni allievo arriva in classe con un suo modo di pensare, ha strutture mentali, paradigmi, opinioni e pregiudizi che bisogna considerare e capire, prima di «imporgli» le teorie scientifiche convenzionali. E per questo sono necessarie «discussioni speculative». Lo slogan «se faccio capisco» è ingannevole, dice l'autrice, riportando molti esempi della sua esperienza didattica. Senza ricadere in un insegnamento cattedratico, vanno evitati metodi ingenuamente empiristi e induttivi, il laboratorio va incorporato nella teoria. Etologia Il libro, già anticipato dal nostro supplemento, mantiene là promessa del tìtolo: l'Introduzione all'etologia di Klaus Immelmami (Bollati Boringhieri), nata da un ciclo di lezioni univesi t arie, è una buona banca di nozioni per un lettore di media cultura, spiega concetti, meccanismi e significati biologici del comportamento animale, in rapporto all'ambiente, fino alla sociobiologia. Un delizioso narratore dell'etologìa ai suoi primordi è il letterato francese Remy de Gourmont. In Fisica dell'amore (Studio Editoriale), pubblicato nel 1903, divulga Fabro e i suoi ricordi di entomologo, «usi e costumi» sessuali dì ogni animale diventano tavolette naturalistiche. Soprattutto a Gourmont, definito da Pound un «confuciano, epicureo, voltairiano», interessava «la morale della favola», in polemica con 1 moraUsti: anche per l'uomo «l'amore è profondamente animale. E questa è la sua bellezza. Il fine della vita è la conservazione della vita». Luciano Genta