C'è un nuovo detective che indaga sull'atomo

C'è un nuovo detective che indaga sull'atomo Un materiale speciale verrà impiegato al Cern di Ginevra C'è un nuovo detective che indaga sull'atomo NEI laboratori dei Cern, a Gyveyja, si sta già lavor^Sdp per la fisica del Duemila.' E" solo da uri anno che il progetto di ricerca e sviluppo «Laa» è partito e già ci sopo i primi risultati. Finanziato interamente dal nostro Paese e. diretto da Antonino Zichichi, «Laa» ha lo scopo di sviluppare le nuove tecniche sperimentali per la fisica delle particelle che si farà nella prossima generazione di acceleratori. Attualmente si conoscono cinque livelli della struttura della materia: cinque mondi di dimensioni via via decrescenti, racchiusi l'uno nell'altro. Le molecole, formate da atomi. Al centro degli atomi i nuclei. Nei nuclei, i protoni e neutroni, i quali, a loro volta, sono formati da particelle ancora più piccole: i quark. Questi, con gli elettroni sono i costituenti di base di tutti noi e di tutto ciò che ci circonda. In questo mondo delle dimensioni inferiori al milionesimo di miliardesimo di millimetro, il comportamento delle particelle e delle forze che agiscono tra di esse è spiegato dalle moderne teorie, sintesi delle conoscenze accumulate negli ultimi venti anni. . Ma ci sono ancora molte cose da spiegare, molti problemi irrisolti. Per questo i fisici vogliono esplorare la materia a dimensioni ancora più piccole. Dovranno utilizzare sonde sempre più sottili, ossia dovranno penetrare nella materia con particelle di energia sempre più elevata. Sarà la nuova generazione di acceleratori, i «collider» del 2000, a fornire le nuove particelle sonda. Le dimensioni di queste macchine saranno colossali: decine di chilometri. Nel «collider» le particelle si scontreranno frontalmente. Nell'urto la loro energia di moto si trasformerà in materia sotto forma di nuove particelle subnucleari. Le loro tracce verranno rivelate e analizzate da gigantesche apparecchiature, i «rivelatori», i supermicroscopi dell'infinitamente piccolo. Essi dovranno essere in grado di ricostruire la dinamica delle collisioni, di identificare eventuali nuovi tipi di particelle esistenti in natura e di studiare in dettaglio i meccanismi delle forze che intervengono nelle interazioni. E' sui futuri rivelatori che il progetto «Laa» è impegnato a superare le attuali barriere tecnologiche. Dopo appena un anno di ricerca è stato scoperto un nuovo materiale capace di identificare le traiettorie delle particelle con una precisione venti volte maggiore di quella ottenibile con i materiali ora ih uso. Una nuova i sostanza, l'etyìferrocene,, è stata sperimentata con successo' da Charpak, un'autorità nel campo dei rivelatori. Registrerà le radiazioni con una precisione elevatissima. E ancora, i fisici di Laa hanno scoperto un nuovo metodo per determinare l'energia delle particelle che si materializzano nelle collisioni. Infine notevoli passi avanti sono stati fatti nella realizzazione di nuovi rivelatori allo stato solido e nella miniaturizzazione di speciali circuiti elettronici. Un ultimo aspetto del progetto va sottolineato. Attorno a «Laa» si è creata una vasta collaborazione internazionale: 55 istituti e laboratori universitari, 15 industrie, un centinaio di fisici e ingegneri europei e americani, tra ' i quali un nutrito gruppo di italiani. Mauro Dardo

Persone citate: Antonino Zichichi, Charpak, Mauro Dardo

Luoghi citati: Ginevra