Australia, un radiotelescopio per esplorare il cielo del Sud

Australia, un radiotelescopio per esplorare il cielo del Sud Qui si ascoltano le voci del1 cosmo Inaugurato un nuovo gigantesco strumento al servizio dell'astronomia Australia, un radiotelescopio per esplorare il cielo del Sud DA qualche giorno anche l'emisfero australe ha il suo grande radiotelescopio, paragonabile a quello che gli Stati Uniti realizzarono nel Nuovo Messico una decina di anni fa. Sorge in Australia, è costato 50 milioni di dollari (70 miliardi di lire) e rappresenta il più ambizioso tra i progetti finanziati per celebrare il bicentenario del -nuovissimo continente». Il radiotelescopio, approvato dal governo nel novembre 1983 e inaugurato dal primo ministro Bob Hawke il 2 settembre, è stato costruito In un tempo da primato e con tecnologia quasi interamente australiana. Le antenne stanno già lavorando per chiarire alcuni dei più affascinanti enigmi dell'universo: la nascita delle stelle, la struttura centrale della Via Lattea, l'evoluzione del¬ la supernova apparsa il 24 febbraio dell'anno scorso nella Grande Nube di Magellano, la misteriosa natura dei quasar. Ma il radiotelescopio australiano interessa anche i geologi: collegandolo a strumenti simili negli Stati Uniti e in Europa, si potrà infatti misurare il lento movimento dei continenti previsto dalla teoria della tettonica a zolle. Il nuovo potente radiotelescopio sorge vicino a Culgoora e Narrabri ed è costituito da sei antenne paraboliche larghe 22 metri, spostabili su rotaie lungo un percorso di sei chilometri. Nell'insieme, grazie alla tecnica interferometrica, le an- • tenne si comportano come un unico radiotelescopio di quelle dimensioni, con un potere risolutivo (capacità di distinguere due punti vicini di una radiosorgente ce¬ leste) di circa un secondo d'arco quando vengono captate radiazioni di 3 centimetri di lunghezza d'onda. H potere risolutivo di un secondo d'arco è paragonabile a quello dei migliori telescopi ottici e corrisponde alle dimensioni dei caratteri di una guida del telefono posta a una distanza di 200 metri. Ma non è tutto. Le sei antenne di Culgoora possono lavorare in accordo con una loro gemella installata vicino a Coonabarabran e con il grande radiotelescopio di Parkes (64 metri di diametro), a 320 chilometri di distanza. Si .ottiene^, così !ìfif. idealé'.strurnehto largo 320 c hi 1 om e t ri In q u e s t a combi nazione — Culgoora-Parkes — il potere risolutore migliora di 50 volte (come leggere la guida del telefono a 10 chilometri di distanza)-. Infine, collegando il radiotele¬ scopio australiano con quelli di altri continenti, il potere risolutivo migliora di 10 mila volte (e allora sarà come leggere l'elenco telefonico se si trovasse a duemila chilometri). C'è poi un traguardo ancora più ambizioso: nel 1992, quando dall'Unione Sovietica verrà lanciato «RadioAstron», il primo radiotelescopio spaziale, con il contributo delle antenne australiane si potrà simulare uno strumento cinque volte più grande della Terra. Al progetto «RadioAstron» partecipano anche Stati Uniti, Canada, Giappone <• numerosi Paesi europei. ... L'Australia ha una impor- tante tradizione negli studi radioastronomici. Il paraboloide da 64 metri di Parkes, costruito nel 1961, ha permesso la scoperta dei quasar (giovani e luminosissime galassie estremamente lontane), molte ricerche sulle pulsar (stelle collassate formate di neutroni) e l'inseguimento di molte sonde spaziali, trale quali anche la navicella eup^ «Giotto» che ha fotografato dia vicino la cometa di Halley. Del 1965 sono le antenne di Molonglo, che formano una croce di un chilometro e mezzo, del 1967 il radioeliografo di Culgoora per lo studio del Sole, del 1982 il radiotelescopio a sintesi di apertura di Fleurs, equipaggiato con un ricevitore digitale. Le nuove antenne da 22 .vjpetri, con un riflettore se'■ condario largo 275 centimeW|& sonata grado di funzionare contemporaneamente su due lunghezze d'onda diverse. I segnali vengono incanalati in guide d'onda e amplificati da apparecchi raffreddati a 263 gradi sotto zero per evitare al massimo il rumore di fondo. La sincronizzazione dei segnali provenienti dalle varie antenne viene verificata circa mille volte 1 secondo. Potenti computer, infine, elaborano i segnali. Quella delle onde radio è stata la prima nuova -finestra» astronomica apertasi nello spettro elettromagnetico dopo quella ottica, che risale a Galileo. Erano gli Anni 30, e i primi oggetti individuati come sorgenti di onde radio furono il Sole e la parte centrale della nostra galassia. La seconda guerra mondiale bloccò la. ricerca. Poi, quando la tecnologia dei radar non fu più segreto militare, gli svilupprtiella ?£• dioastronomia divennero rapidissimi. E nel frattempo i satelliti artificiali aprivano altre -finestre»: l'infrarosso, l'ultravioletto, i raggi X, i raggi gamma. Tra queste «finestre», quella delle radioonde rimane comunque la più importante per studiare le molecole della materia interstellare, il «buco nero» che probabilmente occupa il centro della Via Lattea, la nascita delle stelle, 1 movimenti delle galassie (per mezzo dell'effetto Doppler), e naturalmente pulsar, galassie attive e quasar, che sono gli oggetti più tipicamente radioastronomici. Finora tutte queste ricerche erano praticamente limitate al cielo boreale per mancanza di strumenti adeguati a Sud dell'equatore. Al radiotelescopio australiano si apre quindi un campo di osservazione sterminato. La Grande Nube di Magellano, la galassia più vicina a noi, invisibile dall'emisfero boreale, sarà ovviamente uno dei primi obiettivi delle ricerche. Intanto nell'emisfero boreale non si perde tempo: in rlna5tf%tà'fìasc<Jrtdo un radiò» telescopio ancora più grande deL.Via americano: 34 antenne di 45 metri di diametro. Dovrebbe essere completato nel 1992, in coincidenza con l'anno intemazionale dello spazio. Piero Bianucci v,. ■ ■•..,..-....'•«►....•. -.. • • ■ I ■ • \nVi \ * ■mmm r.,.i-'f- •■ J:.>-, .v • : ''V-'.i-'. "w.--',f< 6 ANTENNE 1 DA 22 METRI RADIOTELESCOPIO W>-J DI PARKES (64 metri) PARKES ^FOfSBS Onde radio Immagine radio

Persone citate: Bob Hawke, Halley, Parkes, Piero Bianucci