Sì al limite di velocità Parola di traumatologo
Sì al limite di velocità Parola di traumatologo Un parere tecnico sulle norme per la sicurezza in auto Sì al limite di velocità Parola di traumatologo OGNI anno avvengono in Italia quattro milioni di incidenti stradali. Di questi, solo i 250.000 che recano lesioni alle persone si trovano nelle statistiche e determinano un bilancio di quasi 10.000 morti e 220.000 feriti. A parte piccole variazioni statistiche, questo dato è costante da molti anni. L'ecatombe, naturalmente, si accentua in agosto, nei fine-settimana e in genere nei periodi di vacanza. Le lesioni sono sempre dovute all'impatto che il corpo — costituito al 70 per cento di acqua — subisce in seguito all'urto contro ostacoli rigidi all'interno o all'esterno dell'automobile. Oggi le auto sono costruite secondo criteri di sicurezza e dotate di sistemi di ritenuta. I primi rendono l'auto una «scatola protettiva» per chi vi viaggia; i secondi vincolano il corpo al sedile e impediscono gli urti. Tuttavia in ogni incidente la gravità delle lesioni riportate dalle persone dipende sì dalla velocità, ma l'aumento di gravità delle lesioni è esponenziale; la forza di urto applicata al corpo aumenta sempre di più con il crescere della velocità dell'auto. Un urto contro un ostacolo fisso a 40 chilometri l'ora per automobilisti cinturati in auto moderne può non arrecare alcun danno alla persona, un urto aio chilometri l'ora con auto vecchie e senza sistema di ritenuta può determinare lesioni molto serie, tanto da condurre a morte un passeggero. Se dunque i limiti di velocità determinano — ed è incontrovertibile — una diminuzione della velocità media delle auto, in molto maggior misura viene diminuita la forza lesiva che agisce sugli automobilisti al momento dell'urto; e ancora maggiore sarà il vantaggio per quanti usano le cinture di sicurezza. Per questo motivo negli Stati Uniti i limiti di velocità sono ancora più bassi che in Italia, le cinture di sicurezza sono obbligatorie da moltissimi anni e i controlli' sul comportamento degli automobilisti sono molto più severi. Per valutare l'effetto dei criteri di traumatologia preventiva applicati alla circolazione stradale — siano essi casco, cinture di sicurezza, controllo dell'ubriachezza, limiti di velocità o altro — non sono proponibili statistiche che raffrontino tra loro singoli giorni, brevi periodi o pochi incidenti: un confronto serio può essere fatto solo su numeri grandi, in modo che le osservazioni non risentano di elementi casuali, come ad esempio una domenica di brutto tempo, un solo incidente con molti morti o un giorno — per caso — eccezionalmente funesto. Per valutare l'efficacia dei provvedimenti l'intero arco estivo è già proponibile; ogni anno solare con i due o tre precedenti è un confronto statisticamente più valido. E' quindi opportuno attendere di disporre delle statistiche dell'intero perìodo del provvedimento per valutarle e confrontarle con quelle degli anni precedenti prima di formulare un giudizio. Tuttavia l'affermazione che minore velocità significa minore pericolo potenziale e minore perìcolo reale in caso di incidente, cioè - minore danno alle persone, e inconfutabile. Oggi, quindi, l'adozione di tutti i sistemi di traumatologia preventiva — si chiamano limiti di velocità, cinture di sicurezza, controlli dell'alcolemia, scaglionamenti delle ferie e così via — deve essere obbligo precipuo dell'autorità a cui compete il controllo di una circolazione stradale con 10.000 morti e 220.000 feriti ogni anno. E' ora che la strage, così triste e inutile, si ridimensioni. Carlo A. Russo Frattasi
Persone citate: Carlo A. Russo Frattasi
Luoghi citati: Italia, Stati Uniti
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