«Olympus», l'università in orbita di Piero Bianucci
«Olympus», l'università in orbita Il satellite televisivo europeo (lancio nel 1989) sarà destinato anche al teleinsegnamento «Olympus», l'università in orbita IL grande progetto dell'Agenzia spaziale europea (Esa) nel campo televisivo si chiama Olympus, o più tecnicamente L-Sat, che sta per large satellite, grande satellite. E' un'idea ambiziosa, che ha richiesto un decennio di lavoro per concretarsi: i primi studi sono del •79, il lancio in orbiti geostazionaria avverrà all'inizio del prossimo anno con un razzo Ariane 3. Al programma partecipano Italia, Francia, Regno Unito, Austria, Danimarca, Spagna, Paesi Bassi e Canada. Olympus pesa circa due tonnellate e mezzo, dispiega grandi ali di pannelli solari che devono fornire 3,5 kilowatt di potenza c sul suo corpo a forma di parallelepipedo porta un grappolo di antenne a parabola orientabili, veri e propri ripetitori televisivi che lavoreranno sulle bande di 14-12 e 30-20 gigahertz. Collocato su una longitudine Ovest di 19 gradi, permetterà trasmissioni dirette su un'area molto vasta, che va dall'Europa alla costa Est degli Stati Uniti e del Canada, dall'Africa del Nord all'America Centrale. Il segnale rilanciato da Olympus sarà così potente da poter essere captato con piccole antenne di basso costo, condominiali o addirittura personali. Tecnologicamente il contributo italiano è importante: la Selenia ha avuto qualificanti commesse per la parte elettronica, l'Aeritalia si è occupata del controlio termico del satellite, della struttura del modulo di comunicazione, degli equipaggiamenti elettronici e di supporto a terra. Tra le funzioni di Olympus una merita particolare attenzione: quella che va sotto il nome di teleinsegnamento. In sostanza il satellite sarà una specie di università in orbita: trasmetterà programmi didattici a comunità e singoli utenti che soltanto dallo spazio possono essere raggiunti da una pioggia di informazioni in modo economico e capillare. Il teleinsegnamento è stato sperimentato dagli Stati Uniti con il satellite ATS-6, detto anche «11 professore del cielo»: prima ha fornito nozioni e assistenza medica alle popolazioni isolate dell'Alaska, poi ha diffuso in 2400 villaggi dell'India programmi educativi riguardanti l'agricoltura, la salute e il controllo delle nascite. In Europa i modelli di riferimento sono l'Open University inglese e l'università popolare dei Paesi Bassi, che ha circa 30 mila studenti. Con trasmissioni dirette da satellite è facile'' diffondere non soltanto «lezioni», ma anche vere e proprie pagine di manuali, documentari da registrare in videocassette, dati e software su disco o su nastro. Non sì deve pensare che destinatario del teleinsegnamento sia soltanto il Terzo Mondo. L'Europa ha 300 milioni di abitanti attivi, 100 milioni di famiglie. In media ognuno di questi cittadini, con il progredire delle tecnologie, deve affrontare nel corso della sua vita quattro riqualificazioni: in questa prospettiva di istru¬ zione permanente, l'«universita in orbita» può rivelarsi preziosa. John Chaplin si occupa proprio di questo aspetto, «L'Esa — dice — ha già ricevuto richieste di teleinsegnamento da 200 istituzioni Un programma sarà di medicina. Un altro sarà una campagna contro la droga. Numerosi saranno i corsi di lingue». Insomma: la televisione diretta da satellite nasce all'insegna della scuola e del servizio sociale. E' un nuovo orizzonte che sì apre. Le po tenzialità civili sono grandi. Ma naturalmente il satellite è soltanto uno strumento, La cosa più importante — e da sorvegliare — sarà il messaggio che passerà attraverso Olympus. Piero Bianucci
Persone citate: John Chaplin
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