Sfida tecnologica sotto l'antenna L'Europa punta sulla continuità

Sfida tecnologica sotto l'antenna L'Europa punta sulla continuità Arriva il video ad alfa fedeltà La tv ad alta definizione esordisce ai Giochi Olimpici e alla Convention di Brighton Sfida tecnologica sotto l'antenna L'Europa punta sulla continuità LA prima dimostrazione al mondo del sistema europeo di tv ad alta definizione sarà l'evento della Convention internazionale di radiodiffusione che si aprirà a Brighton (Inghilterra) il 23 settembre. Nello stand di EU 95, nome del progetto di ricerca Eureka sviluppato dagli europei, una telecamera prototipo produrrà le immagini a 1250 linee che, dopo una trasmissione vìa satellite simulata, arriveranno sia a un grande schermo, sia a un televisore «Mac» di una generazione intermedia, la cui qualità visiva è migliore dell'attuale ma ancora lontana dall'effetto-cinema della vera alta definizione. L'High Definition Mac (Hdmac) reggerà il confronto con l'Hl-Vision nipponica a 1125 linee che in quegli stessi giorni a Tokyo trasmetterà dal vivo i Giochi olimpici di Seul in 200 locali pubblici? I due sistemi si fronteggiano, davanti a un mercato stimato 27 miliardi di dollari alla fine del secolo tra televisori e videoregistratori: l'europeo è alla prima prova, frutto di un tour de force di ricerca cominciato da neppure due anni, il nipponico è già ampiamente collaudato, non esente da difetti e ancora in attesa di un ricevitore adeguato (quello attuale è mastodontico e pesa 200 chilogrammi). Qui in Europa 33 industrie capeggiate da Philips e Thompson, là una coalizione dei grandi dell'elettronica giapponese, in testa la Sony. In Europa una formula pensata per conquistare gradualmente il mercato assicurando la compatibiltà con i televisori esistenti come avvenne per il colore, in Giappone un sistema che tronca di netto con il passato costringendo i futuri utenti a comprare 1 nuovi apparecchi o a rinunciare alle trasmissioni e mettendo i radiodiffuso ri di fronte alla non meno drastica scelta di trasmettere due volte o privarsi di una parte del pubblico. Teoricamente la tv che porterà nelle case della gente la perfezione del cinema potrebbe diventare realtà già nel 1990-'91. Per quella data il Giappone ha del resto annunciato l'avvento di un sistema operativo Hi-Vision via satellite a diffusione diretta assicurando per quella data anche i televisori e forse gli schermi piatti. Nella pratica tuttavia le cose stanno diversamente e la battaglia dei brevetti, sebbene durissima, è solo un aspetto del problema. n fatto è che la televisione in sé è cosa assai complessa, e la tecnologia è solo la parte di un tutto in cui figurano i programmi, la loro produzione (che vuol dire telecamere, cineprese, studi di moviole ed effetti speciali), i sistemi di trasmissione e di distribuzione (ponti-radio, satelliti, cavi, videocassette) e ancora capacità fisica dei canali: delle fibre ottiche, dei fili di rame, delle frequenze assegnate per legge al servizio televisivo via etere e via satellite, frequenze dagli spazi sempre più stretti e sovraffollati. Decidere un nuovo standard è arduo, anche solo a livello locale. In molti dubitano che la prossima conferenza del Ce ir, l'organo internazionale supremo della radiodiffusione, nel 1990 arrivi a raccomandare una nuova norma mondiale comune anche solo nel campo della produzione cinetelevisiva. E ciò benché già nel 1986 si sia optato per uno slittamento. H dibattito sull'High Definition è ancora incerto. In Europa i ministri comunitari riuniti Io scorso luglio a Lussemburgo hanno rifiutato di indicare l'Hdmac come prossima norma televisiva continentale. Nello stesso Giappone cominciano a serpeggiare dubbi. E l'Nhk, l'emittente televisiva pubblica del Sol Levante che vent'anni fa ha varato la ricerca sull'Hi-Vision e ne detiene i brevetti, oggi medita di far slittare l'avvio del nuovo servizio televisivo, incerta se affrontare le spese col rischio di non riuscire a diventare popolare in tempi brevi. Compatibilità e frequenze sono i problemi-chiave della tv del futuro, il cui alto numero di informazioni eccede le capacità delle reti di oggi. L'alta definizione europea per esempio è stata studiata per essere compatibile. Ma con quale norma? Non con il Secam attuale, bensì con il Mac, lo standard di trasmissione più avanzato stabilito per i satelliti a diffusione diretta: il francese Tdf che sarà in orbita in autunno, il tedesco Tv Sat, l'inglese Bsb, previsto operativo dal Natale '89. Con le nuove tecniche allo studio, il Mac potrebbe forse rientrare nelle strette bande di frequenza delle reti terrestri e diventare una nuova norma europea comune in attesa della vera alta definizione. Ma i contrasti non mancano. E alla vigilia del lancio dei satelliti a diffusione diretta non c'è ancora neppure l'accordo su quale sottofamiglia Mac debba essere adottata: se il «D2», voluto da francesi e tedeschi o il «D» preferito dagli inglesi. Negli Usa, dove l'immagine televisiva Ntsc è molto più scadente di quella europea, il dibattito sull'Hi Definition è partito tardi. Solo da poco alcuni laboratori di ricerca (il David Samoli Research Centre di Princeton, il Ne w York In s ti tu t e of Tecnology, il californiano «Gruppo Del Rey») si sono buttati nella mischia per contrastare europei e nipponici. A spingere verso la nuova norma sono le emittenti via cavo, che hanno meno delle altre problemi di larghezza di banda, e oggi anche le società telefoniche, che stanno per essere autorizzate a trasmettere programmi. Le reti via etere non vo-^ gUono stare indietro ma lo spettro delle frequenze è bloccato dalla richiesta di spazi per nuovi servizi, primo fra i quali il radiomobile: il telefono da tasca di cui si prevede una grande espansione nei prossimi anni. C'è chi (la Hughes) valuta la possibilità di un canale ad alta definizione tutto nuovo via satellite a diffusione diretta. In ogni caso nessuna decisione politica è attesa prima del 1990-'91, mentre i giapponesi stanno studiando come rendere compatibile il loro sistema con quello attuale, comune anche agli Stati Uniti, e addirittura pensano una nuova versione del loro sistema interamente digitale. Porse, prevedono gli esperti, l'alta definizione non arriverà come standard unico ma entrerà nell'uso alla spicciolata, cominciando probabilmente da una nuova generazione di supervideoregistratori. Porse i vari sistemi dovranno confrontarsi e bruciarsi, prima che uno finisca un giorno per prevalere come norma unica mondiale. Ma quasi certamente non si tratterà né dell'Hdmac né dell'Hi Vision così come oggi li conosciamo, m. g. b. • I televisori della nuova generazione trascineranno un mercato da 27 miliardi di dollari. Un duro scontro sugli standard con Giappone, Stati Uniti e Paesi europei

Persone citate: Hughes, Philips, Thompson