Due vite ribelli: re Arduino e fra Dolcino di Francesco RossoMino Milani

Due vite ribelli: re Arduino e fra Dolcino Il nostro Medioevo nelle biografie romanzate da Milani e Gasparetto Due vite ribelli: re Arduino e fra Dolcino TRE secoli dividono Arduino d'Ivrea da Fra Dolcino, ma un filo di identico ribellismo velleitario unisce i due personaggi. Ad esempio, la lotta ferocemente barbara che entrambi condussero contro i vescovi di Vercelli. Di Arduino d'Ivrea, le cronache non sono molto ricche, ma quasi sempre egli è considerato protagonista nella lotta che lacerò per molti secoli l'Italia, terra di conquista. Dove sia nato, non si sa con esattezza; si sa invece che morì nell'abbazia di Fruttuaria, nel Canavese, ma rimangono misteriose le cause che lo indussero a deporre le armi e indossare il saio. Attraverso i secoli, col succedersi di eserciti che venivano e andavano a loro piacimento da Francia e Germania, la figura di Arduino assunse connotati contrastanti fino ad essere considerato primo re d'Italia, un re nazionale, in lotta contro gli Ottoni e gli Enrichi di Germania. La realtà è sicuramente più modesta, Arduino fu re d'Italia, ma non seppe, perché non ne aveva la statura, dare un assetto unitario e veramente nazionale al suo regno. Mino Milani, in Arduino e il regno italico, forse eccessivo nel voler mettere tutto in luce, guerre, tradimenti, inganni di papi, imperatori, duchi e marchesi, riesce però a tener a galla il protagonista, mettendolo in una più esatta prospettiva storica. Arduino fu un rozzo guerriero, privo di scrupoli, capace di ogni nefandezza; non esitò, dopo aver invaso Vercelli, a far incendiare l'episcopato e far bruciar vivo il vescovo Pietro che lo aveva scomunicato. Il libro è quasi sovraffollato di efferatezze del genere, come il macabro processo al cadavere di papa Formoso. Di pagine affascinanti il romanzo ne ha molte, ed è ricco anche di figure femminili: taluna santa, altre cortigiane benché di natali nobilissimi, come Marozia e Teodora. Arduino è sempre sullo sfondo, combattente intrepido, ma spesso bandito di strada, re d'Italia di nome, con scarsi mezzi per combattere gli imperatori tedeschi ed i feudatari che preferivano un re tedesco, ma lontano, ad un Arduino italiano e vicino. Il romanticismo ha poi creato una figura di Arduino che si adattava ai tempi risorgimentali, l'italiano contro il tedesco; ma si tratta, come scrive Milani, di un'immagine forzata, di comodo. TRE secoli dopo appare sulla scena italo-piemontese Fra Dolcino, lo scismatico come lo considera Dante, un visionario ladro, sanguinario, rapinatore come invece lo descrive la sola cronaca che possediamo, definita dell'«Anonimo Sincrono». Non si conosce il luogo di nascita di Fra Dolcino, forse in Val d'Ossola, più probabilmente in Valsesia. Studiò a Vercelli, ma subito si rivelò ostile alla Chiesa di Roma e si schierò con gli apostolici di Segarelli. Passò poi ai gioachimiti radicalizzando la sua lotta contro preti, vescovi e papi con una predicazione che non doveva mancare di fascino se furono in tanti, soprattutto i poveri, a seguire le sue proposizioni. Egli predicava la proprietà comune di tutto, anche delle donne, per cui i contadini potevano prendersi le terre di vescovi e feudatari e tenersele, e scambiarsi le mogli. Aveva conosciuto a Trento una donna bellissima, Margherita, che gli fu accanto fino alla morte. Fu perseguitato dal vescovo di Vercelli, il quale riuscì a coinvolgere anche papa Clemente V e farlo scomunicare. Organizzata dal vescovo una crociata, Dolcino fu sconfitto e catturato sul Monte Rubello, presso Biella. Lui. Margherita, il suo discepolo Longino furono catturati vivi. Margherita fu arsa viva sul Cervo, tra Biella e Vercelli, Longino fu bruciato a Biella, Dolcino condannato a Vercelli, bruciato forse a Vercelli, forse a Novara. Pier Francesco Gasparetto racconta questa storia in modo personale, ignorando 1' «Anonimo Sincrono», che considera una cronaca fatta per ridurre Dolcino ad un rapace visionario e assassino. In questo libro dalla lettura avvincente, l'autore accetta invece il personaggio, come sfortunato protagonista di una nuova religione. Egli non pretende di dire tutto sulla vicenda, al punto che impone al suo libro la definizione di romanzo, ma non trascura nessun dettaglio della vita tragica di Dolcino e Margherita. Francesco Rosso Mino Milani -Arduino e il regno italico». De Agostini 182 pagine 20.000 lire. P. F. Gasparetto, «Historia di Fra Dolcino». Paoline 154 pagine 14.000 lire.