La Chiesa di oggi si rinnova o torna indietro?

La Chiesa di oggi si rinnova o torna indietro? Un saggio di Guido Verucci La Chiesa di oggi si rinnova o torna indietro? NON occorre insistere sul fatto che la Chiesa cattolica è tornata più che mai, con il pontificato di Giovanni Paolo II, ad essere una presenza straordinariamente forte. Orbene è la forza stessa di questa presenza che dà grande significato all'interrogativo: verso dove sta andando il cattolicesimo? Dove sta portando il dinamismo impressogli dal Papa polacco? Rispondere non è facile, poiché nel giro di pochi decenni la Chiesa è andata incontro a spinte diverse e anche apertamente contraddittorie tra di loro: fisicamente incarnate dalle figure, così differenti, succedutesi sul soglio di Pietro da Pio XII in poi, ed espresse nel «pluralismo» (il termine è da usarsi con i limiti necessari in riferimento ad un organismo quale la Chiesa cattolica) venuto alla luce durante e dopo il Concilio Vaticano II. Gli interrogativi posti dall'evoluzione del rapporto tra la Chiesa e il mondo acquistano maggior peso in un momento come l'attuale, quando cioè per un verso la Chiesa muta profondamente al proprio intemo e nella proiezione di sé all'esterno (diventa sempre meno italocentrica, eurocentrica, occidentalista; si apre alle realtà di tutti i continenti; allarga i rapporti con le religioni non cristiane), ma per l'altro verso riafferma tendenze di neointegralismo, accomunando la ripresa di elementi tradizionalistici e tecniche di comunicazione modernamente populistiche. Un recente libro di Guido Verucci, La Chiesa nella società contemporanea. Dal primo dopoguerra al Concilio Vaticano II, edito da Laterza, nella sua pagina conclusiva con queste parole indica le questioni aperte del cattolicesimo odierno: «Il cattolicesimo e la Chiesa sembrano vivere una delle crisi più gravi della loro storia. E'un'epoca di transizione, e verso che cosa? E'un'epoca destinata a durare e a prolungare i suoi effetti dissolvitori nel tempo? E'un'epoca destinata a riportare in vigore forme antiche o a sboccare in forme nuove di cristianesimo?». Queste domande, poste da uno studioso esperto e acuto, sono realmente cruciali. Ma mi pare che i problemi della «crisi» della Chiesa di cui parla Verucci vadano posti in collegamento con quelli relativi ad altre crisi. In questo modo è possibile spiegare come i travàgli interni alla Chiesa non facciano ostacolo ad una vigo¬ rosa rivitalizzazione del cattolicesimo, oggi energicamente interpretata da Giovanni Paolo II. Occorre, insomma, tener conto che la Chiesa va mettendo a frutto le «crisi» di altri: del marxismo, del socialismo, del comunismo da un lato e dall'altro del laicismo e del razionalismo. Tutti attualmente indeboliti, per varie cause. E' un dato di fatto che questo indebolimento dell'idea mondana del progresso (di cui è componente decisiva la grande perdita di smalto dei trionfi industrialistici, con il giganteggiare della questione ecologica), contribuisce in maniera determinante ad un revival di religiosità che la Chiesa convoglia verso di sé, rinfocolando ormai apertamente un'anima egemonizzante e chiusa al dialogo con i non credenti (quel dialogo invece così importante nello spirito di Giovanni XXIII). Chi sia interessato alla vita della Chiesa nel periodo tumultuoso compreso fra il primo dopoguerra e il Concilio Vaticano II può dunque trovare un fecondo motivo di riflessione nell'opera di Verucci. Il libro non è però malgrado il tìtolo un esame della presenza dei cattolici nel seno della società e della loro molteplice azione sociale, culturale e politica, E' piuttosto l'analisi della politica della Chiesa in quanto istituzione centrale di fronte ai problemi della società quali filtrati dai movimenti politici, dalle istituzioni e in particolare dagli Stati (essenzialmente in Europa). In una simile ottica, un posto privilegiato finiscono inevitabilmente per avere i papi, di cui il Verucci traccia una serie di ritratti «politici» efficaci. In particolare, tali sono soprattutto quelli di Pio XII e della sua «antitesi», vale a dire papa Roncalli. Forse la parte dove Verucci riesce meglio a comunicare il senso della sua ricerca, volta a mettere in luce le varie strategie di costruzione della diffìcile identità del cattolicesimo contemporaneo, è quella dedicata al Concilio Vaticano II: il momento del grande confronto fra le anime del cattolicesimo del nostro tempo. Un confronto che, secondo l'autore, pur con tutte le sue aperture problematiche, non ha però dato alla Chiesa «una identità veramente nuova». Massimo L. Salvadori Guido Verucci, «La Chiesa nella società contemporanea. Dal primo dopoguerra al Concilio Vaticano II», Laterza, 494 pagine, Lire 45.000. ' '»•—•

Luoghi citati: Europa