Ecco Napoleone dalla A alla Z di Gabriella Bosco

Ecco Napoleone dalla A alla Z , il maggiore studioso di Bonaparte, ci parla del suo dizionario Ecco Napoleone dalla A alla Z mominato «il ionie sue 1789 , 205 storici al •oléon deve la attedratico in > des Hautes l'impresa ha ua esperienza rande Impero . «Era inevitaèssi» dice Turi di cui si ciriverit à del suo nibile al dialoa una mimica ersazione. nino strumenti —. Recentee, ma fatto da:isioni. Lo scoti dirimediare .cune sull'epo•hedato tutti i senatori, con■esciaUi, genel'intero persoti le istituzioni le parole chiaconomia, bor- o poi sommati •sigenze di un nua Tulard —, riante, al riceravoro una volmno indotti a redatte. Svila vita, abbiamo ì alla riflessio•iicolo "blocco pettiva nuova del continente' > Trafalgar co)gnì articolo fa ■ àtive all'argozon una bibliolesideri un opere». laiono riuscite re: quella che vorrebbe seme interessante ", il padre del enuto a Parigi, napoleonica e e all'Anfiteatro vestii riprodu! e altri numeri tamente la sto- lente storico e \rò impossibile '.ggendario delcui rendiamo . E' stata la di¬ namica stessa della vicenda di Napoleone a generare il mito: nato dal niente, ha raggiunto le sommità della gloria per ritornare poi a Sant'Elena al nient/e. Ed è un mito senza frontiere: ho notizia che anche a Tokyo è stata pubblicata di recente una biografia di Napoleone. Del resto, non c'è da stupirsi, se si pensa per esempio che l'odierna rete stradale dell'isola dì Giova, all'epoca colonia olandese, è un'eredità napoleonica». — Lei è testimone oggi in Francia di un fanatismo relativo a Napoleone? «Oggi, quelli che definirei "napoléonàtres" si possono dividere in due categorie. La prima, dei discendenti dell'Imperatore, quelli legati a lui anche dai più minuscoli rami dell'albero genealogico; sono molto suscettibili e non ammettono imprecisioni di sorta. Se manca anche un solo generale, loro si offendono. La seconda categoria invece è quella dei devoti, e questi sono i veri fanatici. Esiste un'associazione ehe si chiama "Souvenir Napoléonien" i cui membrifengono vivo un vero e proprio culto di Napoleone, il loro Dio della guerra, e non ammettono critiche di sorta, negano con ostinazione gli oggettivi errori commessi. E'impensabile quantificarli, ma sono molto numerosi. Provengono da tutti gli strati sociali, ma ovviamente sono per la maggior parte militari. Inversamente però, c'è il gruppo dei fanatici anti-napoleonici, e in genere sono persone di estrema sinistra. Ma anche di estrema destra: Charles Maurras e i suoi, lo erano». — E' vero, come ha affermato Stendhal, che la storia di Napoleone andrebbe riscritta ogni anno? «Si, perché costantemente si ritrovano dei documenti, negli archivi privati per esempio, che vengono a modificare le idee acquisite. La figura di Murat e il suo cosiddetto tradimento solo ora possiamo dire di conoscerli davvero. O la bolla di scomunica di papa Pio VII: solo adesso che si è potuto accedere agli archivi Bertier de Sauvigny, si è in grado di valutare il ruolo che ebbero i "cavalieri della fede" nella diffusione della bolla. In questo senso c'è evoluzione storica». — Di che tipo erano i rapporti di Napoleone con gli intellettuali dell'epoca? «Erano rapporti molto tesi, difficili. Non sopportava gli ideologi, gli eredi degli illuministi. Chateaubriand, il marchese de Sade, Madame de Staci che dovette andare in esilio, Constant sono gli esempi più noti. Detestava che .gli venissero dati dei consigli, non ammetteva che altri avessero un cervello, e così puniva qualsiasi intromissione politica da parte degli intellettuali. C'è però un altro aspetto dì cui tener conto, ed è l'atteggiamento tutto opposto degli intellettuali della generazione successiva, dei romantici: Hugo, Balzac, Stendhal furono affascinati dalla sua figura, e furono i primi e principali artefici del sorgere del mito napoleonico». — Hegel scrisse di aver visto in Napoleone lo spirito del mondo che passava a cavallo. «L'ho detto, non solo i francesi hanno subito il fascino del suo personaggio. Anche la Germania ha i suoi esempi, uno è Hegel, ma c'è anche Marx per il quale Napoleone contribuì ampiamente a distruggere ilfeudale.simo, e Goethe, che accettò da lui la Legion d'Onore. Anche la Spagna ha avuto i suoi entusiasti sostenitori- Moratin, Llorente. La Germania però, a un dato momento, si è sollevata contro Napoleone. Precursore Fichte, c'è stata una vera e propria rivolta ideologica contro di lui, ci sono stati Kórner, Kleist...». — Robespierre nel suo ultimo discorso alla Costituente dell'8 termidoro (26 luglio 1794) mise in guardia l'Assemblea dal pericolo dei generali. Secondo lei fu perché aveva saputo vedere in Buonaparte il dittatore oppure perché per legge storica i periodi rivoluzionari si chiudono con una dittatura militare? •Quando Robespierre si espresse in quel modo, era nell'ardore della sua ostilità per la guerra contro l'Austria. Aveva previsto il ruolo che avrebbero assunto i generali anche perché, prima-dì''Nflpoléone, altri generali avevano tentato' colpi dì mano; falliti ma esemplari: Lafayette ad esempio, o Dumouriez, quello della battaglia di Valmy. — Le elezioni presidenziali ormai vicinissime in Francia, generano paragoni tra Napoleone e i vostri candidati. Si è letto di recente che l'imperatore starebbe all'ideologia rivoluzionaria come Mitterrand a quella socialista. Lei che cosa ne pensa? •Napoleone ha ottenuto il potere sulla scia dell'ondata rivoluzionaria, grazie ad essa, dopodiché è diventato conservatore. Così, non è difficile essere socialisti quando si è poveri e cessare di esserlo quando si diventa ricchi. Mitterrand al potere evolve verso la moderazione, il conservatorismo; ma forse la sua è solo una tattica. In ogni modo, non posso anticipare nulla, è noto che lo storico predice l'effetto solo quando conosce le risposte». — Una curiosità: come si spiega che lo studioso di Napoleone e di storia di Francia Jean Tulard, sia anche l'autore di un Dizionario del Cinema? «7n genere la gente crede in un caso di omonimia, non pensano che si tratti della stessa persona. Il cinema per me è una passione a parte. Comunque, un punto di contatto glielo posso trovare senza difficoltà: Napoleone è il personaggio storico (se non si tiene conto di Cristo, che non definirei solo storico), più portato sugli schermì in assoluto; certo, prendendo in considerazione non solo ifilm di cui è il protagonista, ma anche quelli in cui si tratta del suo entourage o del suo periodo, come ad esempio "The duellis'ts" di Ridley Scott (il regista di "Alien"): un film del 1977, uno dei migliori mai girati sull'epopea napoleonica, il cui soggetto è tratto da una novella di Conrad; Napoleone non compare come personaggio, ma è una presenza costante per tutto il film. Giovanna d'Arco, Lenin e Lincoln messi insieme, e ho preso a proposito tre Grandi di tre Paesi diversi, non totalizzano il numero di film cui arriva Napoleone». Gabriella Bosco e d Napoleone a Ratisbona, in un dipinto di Gautherot

Luoghi citati: Austria, Francia, Gautherot, Germania, Lincoln, Parigi, Sant'elena, Spagna