Nell'ultima Bachmann un delitto «perbene» contro una donna
Nell'ultima Bachmann un delitto «perbene» contro una donna Tradotto in Italia «Il caso Franza», romanzo postumo Nell'ultima Bachmann un delitto «perbene» contro una donna SUL treno che sbuffa lungo le pendici del Semmering alla volta di Vienna un giovane geologo rigira fra le mani un lungo telegramma: è il grido d'aiuto della sorella Franziska, detta Franza, un gemito che affastella sillabe di disperazione. Lui, Martin Ranner, doveva in realtà essere In Egitto per ricerche scientifiche; lei, probabilmente, a casa sua, nell'appartamento che divi-! de con il marito, noto psichiatra viennese. O non sarà piuttosto nella clinica di Baden, nel pressi della capitale, dov'era stata ricoverata per disturbi psichici? A dir il vero Franza è introvabile, in fuga, forse su quella stessa linea ferroviaria del Sud che scende verso l'Italia, un tempo per lei e 11 fratello legame diretto con la vita, l'unico modo per entrarvi e dissipare 1 fantasmi di quotidiane inquietudini. Il caso Franza di Ingeborg Bachmann si apre con un viaggio e qualche interrogativo su una donna scomparsa. E' il romanzo postumo, disseminato di frammenti, della grande scrittrice austriaca morta a Roma nel 1973 in circostanze mai del tutto chiarite. Lo propone ora Adelphl nella esemplare traduzione di Magda Olivetti, brava al punto di restituirci il ritmo rotto e sincopato, le martellanti scansioni dell'originale oltreché i suoi folgoranti raptus lirici. Il volume include anche 11 testo incompiuto Requiem per Fanny Goldmann, cronaca di un destino femminile snaturato e distrutto da una passione ricambiata con l'egoismo e il puro interesse. Sono amare e coinvolgenti storie di donne a cui si affianca l'altro significativo romanzo, Molina, anch'esso edito da Adelphi lo scorso anno: un ciclo, una sorta di trilogia che la Bachmann ha pensato come investigazione degli eventi mostruosi che soffocano infinite esistenze femminili Ne ha proposto anche un titolo collettivo: Cause di morte. Cause inquietanti e spesso indecifrabili, radicate in una profondità che nessun detective riuscirà mai a illuminare. Individuate dall'autrice come delitti, esse appartengono alla tettonica dei rapporti umani: germinano e crescono nel sostrati dell'anima e nella proterva indifferenza dell'uomo al destino della donna. Sono assassini dell'anima che la Bachmann ha così postillato: «7 delitti che hanno bisogno dello spirito, che turbano il nostro spirito e meno i nostri sensi avvengono senza spargimento di sangue e la strage si compie entro i limiti del lecito e della morale...». La storia di Franza è minata da un corrosivo ed estenuante rapporto col marito; la sua discesa nella malattia, l'invischiarsi nel terrore dell'altro. -Lui mi elaborava, mi preparava, ero il suo caso», confessa la moglie-paziente. La convivenza soggiace ai ruoli, approda ad un impari conflitto fra vittima e carnefice. H suo resoconto sta a metà del romanzo: sono schegge di un passato ineludibile, brevi abbozzi scanditi da i una voce monologante che incespicai ' sul proprio dolore. Ribaltando luoghi1 comuni, la Bachmann individua l'aggressività maschile sotto la maschera del perbenismo, della stessa ragione ed intelligenza come strumenti di raffinata sopraffazione. La «tenebra egizia», terza parte del caso Franza, in cui la donna accompagna il fratello fra Egitto e Sudan, e dove morirà per mano di un bianco, è riassumibile a sua volta nella metafora del viaggio verso le origini. In un mondo in cui tutto viene profanato, l'itinerario di Franza, in parallelo con quello della sua coscienza femminile, rasenta i luoghi presunti della rinascita e fa riemergere la liberazione dal dolore. Il lavacro è offerto dalle acque del Nilo in piena che monda, sull'onda di una scrittura visionaria e lirica, la realtà da ogni violenza e sembra dilavare il mondo intero trasformandolo in luce e buio, in pura attesa Siamo ormai lontani dalla splendida prima parte del romanzo, nella natia Carinzia, dove Martin ha ritrovato la sorella. Franza è dunque qui, tra le pareli dell'infanzia, spezzata, abulica, piagata dai ruoli che il partner le ha cucito • addosso per stringerla in una morsa letale. Eppure questo viaggio nella malattia e nella morte, coi suoi accenti esagitati e nevrotici e il suo permanente grido di dolore, lascia incontaminato il bisogno di dolcezza che talora si ravviva tra i ricordi: l'amore di Franza per il Sire, un comandante inglese ai tempi dell'occupazione, o il sodalizio con il fratello. Anche se il giardino del passato è oscurato da ombre soffocanti, come verificò a suo tempo lo scomparso scrittore Uwe Iohnson in un protocollare sopralluogo culturale ed umano dal titolo Un viaggio a Klagenfurt uscito recentemente in edizione italiana da SE. in una suggestiva nota alla ristampa del Trentesimo anno (Bompiani), che raccoglie i racconti della Bachmann, Giuliana Morandini ha sottolineato come l'esigenza di autenticità sedimentata in molte pagine della scrittrice austriaca, non trovi adeguata soddisfazione in quelli che vengono definiti gli «spazi delle origini» (la natia Klagenfurt, il brusio dolceamaro di Vienna). Altrove si estende la geografia della speranza: nell'esistenza, forse tra le vie di Roma, dove la Bachmann visse per anni; nel Coso Franza, tra i paesaggi metafisici del deserto. •C'è davvero poco che possa illuminarci — scrisse del resto la Bachmann — eia giovinezza non ne fa parte — e • neppure la città in cui si è trascorsa». Di qui però è iniziato quel viaggio totale che conduce la stessa Franza sulle sponde del Nilo, preda di una violenza che ella, come la sua autrice, ha sempre stigmatizzato. Consapevoli ambedue, come si legge nel romanzo, che l'amore è irresistibile, specie per lei, Ingeborg Bachmann, la più significativa scrittrice austriaca di questo secolo, che ha creduto noti di rado di dovergli resistere inabissandosi in un dolore senza fine. Luigi Forte I libri di cui si parla. Ingeborg Bachmann: «Il caso Franza», trad. di Magda Olivetti, Adelphi, 198 pagine, 18.000 lire; «D trentesimo anno», a cura di Giuliana Morandini, Bompiani, 208 pagine, 7000 lire; Uwe Johnson: «Un viaggio a Klagenfurt», a cura di Luigi Reitani, SE, 111 pagine, 15.000 lire. Ingeborg Bachmann
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