Con ballate malandrine Rowland torna a sognare di Enzo Gentile

Con ballate malandrine Rowland torna a sognare Con ballate malandrine Rowland torna a sognare STORICAMENTE, nel quadro della musica del nostro decennio, Kevin Rowland è uno dei .pallini» più seguiti e rincorsi da parte dei buongustai del rock. Sta a cuore il lavoro di questo signore con la faccia da avventuriero, baffoni taglienti e sguardo da maliardo, perché all'esordio assoluto, alla guida dei suoi Dexys Midnight Runner, confezionò un eccitante collage di stili e citazioni, tra soul, rhythm and blues e arguto recupero di suoi folk e tradizionali dell'area anglo-celtica. E nel suoi spettacoli degli anni immediatamente successivi si ri¬ trovava un palco affollato, violini e strumenti a fiato distribuiti senza badare a spese, trame furbe e persuasive, assai divertenti, anche se ingegnose, più che geniali. Forse per carattere, forse per l'incostanza e la volubilità spesso denunciata dalla stampa specializzata che non l'ha mai amato incondizionatamente, Kevin Rowland ha alternato a qualche album lunghi silenzi, la band si è praticamente sfasciata, mantenuta come sigla d'appoggio per i suoi progetti solisti, di cui questo The wanderer (Mercury) è il primo capitolo nella possibile rifonda- zlone del personaggio. Si comincia dalle note di copertina e già c'è una sorpresa, il nome del produttore, quell'Eumir Deodato, tastierista sudamericano, di solito coinvolto nel jazzrock e nella fusion. Ma ci si acquieta presto, la sua mano è forse solo servita ad alleggerire in senso pop (nel significato buono del termine) la sintassi di Rowland, non a spingerlo su Udì pericolosi. The wanderer, comunque, è prova piuttosto lontana dagli esordi discografici di Kevin, conclusione di una traettoria che sarebbe stato lecito pensare r iù ardita e di tendenza: le dieci trac¬ ce dell'album rientrano nella categoria della nobile musica leggera d'intrattenimento, senza troppe peripezie, né capriole di linguaggio. Si ascoltano ballate malandrine come Walk aioay. belle e carezzevoli pagine d'autore, forte della pace dei sensi (7 want e Remember me), ma nulla farebbe pensare a Kevin come il motore di un rinnovamento sostanziale, come il «nouveau philosophe» del pop britannico che avevamo sognato. Il Principe Azzurro avrà altre sembianze: il pubblico-Biancaneve, può attendere fiduciosamente. Enzo Gentile

Persone citate: Deodato, Kevin Rowland