La rivoluzione del Compact ci restituisce il Toscanini più originale

La rivoluzione del Compact ci restituisce il Toscanini più originale Dagli archivi si recuperano storiche incisióni del grande direttore protagonista di un film alla Mostra di Venezia La rivoluzione del Compact ci restituisce il Toscanini più originale La figura e l'arte di Arturo Toscanini tornano ad essere protagonisti della scena musicale italiana. Mentre alla Mostra del cinema di Venezia lunedi 5 sarà presentato il film di Franco Zeffirclli «Il giovane Toscanini», l'industria discografica mostra un rinnovato interesse per le incisioni del grande direttore d'orchestra: grazie alle moderne tecniche di riproduzione vengono offerte sul mercato numerose incisioni storiche. Su questo rifiorire di dischi abbiamo chiesto un intervento ad Harvey Sachs, il maggiore studioso di Toscanini LA «rivoluzione compact» nel mondo discografico ormai sta influenzando anche le reputazioni postume dei grandi interpreti musicali del passato, ed è naturale che'uno dei principali bene ci ari sia Arturo Toscanini. La Rea incominciò tre anni fa a ripubblicare la maggior parte del proprio catalogo toscaniniano, che dovrebbe essere quasi completo entro pochi anni — anche se da alcuni mesi l'uscita di nuovi dischi della serie è stata sospesa, causa problemi contrattuali, che tuttavia si prevede verranno risolti entro la fine dell'88. Nel frattempo altre case hanno già pubblicato molte registrazioni non approvate dal maestro ma comunque di grande interesse. Per convincersi della superiorità dei Cd nei confronti dei vecdhi dischi Lp, basta ascoltare una dopo l'altra le due riproduzioni di una sola esecuzione, e per tale test le registrazioni della Rea servono benissimo. Prendiamo per esempio 1'«Eroica» incisa nel 1949: faceva parte dell'album integrale delle nove sinfonie di Beethoven pubblicato per la prima volta negli Anni Cinquanta, ma quasi tutti la consideravano inferiore alle altre due versioni (1939 e 1953) uscite in epoche diverse, sempre presso la Rea — la prima leggermente più flessibile, la seconda acusticamente più gradevole. Ma ecco che, sorprendentemente, l'«originalità coraggiosa» di Toscanini — come la definisce James Levine, direttore stabile del Metropolitan newyorkese — spunta fuori da questa versione (Rea RD87197) forse ancora meglio che non dalle altre due. Non si tratta più, come una volta, di falsi effetti stereofonici che finivano per appesantire e imbruttire il suono, ma di una vera ripulitura, un ritorno alla matrice. Ormai il catalogo Toscanini-Rca-Cd comprende altre sinfonie di Beethoven (nn. 1,2,7,9 - dischi nn. RD87197/8, 85936), nonché il Concerto per violino di Beethoven, solista Heifetz, abbinato ad una edizione non molto riuscita del Terzo concerto per pianoforte, solista Rubinstein (RD85756). C'è un disco dedicato a Berlioz (Aroldo in Italia - più pezzi vari - RD85755), oltre ad uno di «classici leggeri» (Bizet, Brahms. Dukas, Rossini, Saint-Saéns, Smetana, Sousa; RD86205) e — forse il più bello di tutti — un disco wagneriano che comprende per intero l'ultima scena del primo atto di La walkiria, registrata dal vivo nel 1941, con Helen Traubel e Lauritz Melchior nei ruoli ri¬ spettivamente di Sieglinde e Slegmund. Bastano i primi trenta secondi di questa registrazione per capire perché sia il figlio di Wagner Siegfried sia i più celebri direttori di scuola tedesca (Nikisch, Klemperer, Walter, Kleiber, Fritz Busch e persino Furtwàngler, seppure con qualche riserva) consideravano Toscanini come uno dei più grandi wagneriani in assoluto. E qui ci inciampiamo nel noto equivoco toscaniniano: questa registrazione risale appunto al 1941, quando Toscanini aveva soltanto 74 anni, mentre la stragrande maggioranza delle sue registrazioni pubblicate dalla Rea sia in Lp sia in Cd risalgono agli ultimissimi anni della sua carriera, quando egli aveva già superato l'ottantina. Anche i dischi degli ultimi anni sono per lo più bellissimi e validissimi; rappresentano però solo la punta dell'iceberg. Chi basa in gran parte il proprio giudizio di Toscanini sulle sue registrazioni da ultraottantenne si squalifica. Siamo contrari in principio alla pirateria discografica, ma d'altra parte sono già passati più di trent'anni dalla morte di Toscanini e si è aspettato invano un accordo globale e lungimirante tra la Rea e gli eredi del maestro; non fosse per i pirati, due generazioni intere di musicisti e musicofiù non avrebbero fatto la conoscenza dell ' - alt ro •> Toscanini. Tra i più interessanti Cd non ufficialmente approvati bisogna annoverarne dunque alcuni usciti presso la Arturo Toscanini Recordings Association (Atra) americana e la Relief svizzera (prima che altri lo facciano per me, dichiaro di aver scrìtto note di copertina per alcuni loro dischi, ma ciononostante non posso fare a meno di lodare alcune delle loro imprese). La prima ha pubblicato tra l'altro le meravigliose trasmissioni registrate nel 1940 del Requiem verdiano (CD-240; abbinato al Te Deum dai Quattro pezzi sacri) e dalia Messa solenne di Beethoven (259; accompagnata duna fantasia corale beethoveniana, suonata pessimamente da Anta Dorfrnan), nonché una bella «Eroica» (264), una interessantissima 9a Sinfonia (3007) del '38, una rara edizione della Sinfonia di Cesar Franck con altre musiche dello stesso compositore (274) e un paio di dischi mendelssohniani (268; le ultime tre sinfonie più le musiche per il Sogno di una notte di mezz'estate). Molto discutibile come pratica ma anche molto interessante come risultato è una Traviata, sempre dell'Atra (271), messa insieme dalle registrazioni dalle prove generali per la nota edizione radiofonica/discografica del 1946: ci sono delie vere sorprese, soprattutto nel primo atto e nella prima metà del secondo, chequi sono in genere molto meno tese, più espressive che non nella versione Rea. La Atra ha pure pubblicato alcune affascinanti prove lavorative per la trasmissione del Falstaff del 1950 (248). Anche tra i Cd toscaniniani della Relief spiccano due in - cisioni di prove estremamente istruttive, una tratta dal finale secondo della Traviata (CR1812), l'altra dalla Sinfonia •Hoffner» di Mozart (CRI831; la registrazione è del 1946). Ad un bellissimo Cd haydniano del 1938 — Sinfonia nn. 31 e 98 (CR1842) — se ne sono aggiunti di recente due beethoveniani, dalle trasmissioni radiofoniche del 1939: le Sinfonie nn. 1 e 4 (CR1881) enn.2e5 (CR1871). Mentre l'orchestra in tutti i summenzionati dischi è quella della Nbc americana, presso la Fonit-Cetra italiana sono già uscite tre delle quattro sinfonie di Brahms (CDE1016, 1031, 1040) che un Toscanini 85enne diresse con la Philarmonia Orchestra di Londra nel 1952 — il suo estremo commiato alla capitale inglese. Per lo più si tratta di esecuzioni un po' più rilassate, più solari e canore di quelle registrate con la Nbc nello stesso periodo, ma la qualità sonora di queste ultime è molto migliore (colpa non della Fonit ma delle fonti). Il problema del suono ha indotto i dirigenti di diverse case discografiche a scegliere registrazioni tratte dalle ultime stagioni attive di Toscanini: la Fonit-Cetra ha pubblicato un album wagneriano (CDC3; 1952-54); la Atra ha pubblicato l'ultimissimo concerto del maestro (3008; 4 aprile 1954 — tutto Wagner) e un album di musiche ciai- kovskiane (260) eseguite nel '53; e la Nuova Era italiana ha offerto un «tutto Ciaikovski» (0136322), un «tutto Debussy» (0136328), musiche di Schubert e Weber (0136315) e un programma misto (Mendelssohn, Richard Strauss, Weber, Dvorak, Mussorgskji; 0136311/2) —tutti comprendenti soltanto registrazioni fatte durante le ultime tré stagioni. Con poche eccezioni si tratta di esecuzioni musicalmente poco diverse e spesso inferiori a quelle già pubblicate dalla Rea, e cosi si fa un cattivo servizio a Toscanini e si toglie l'unica valida raison d'atre alle edizioni «pirate». Dalla Emi inglese invece provengono (solo in Lp finora, ma presto, si spera, anche in Cd) le autorizzatissime edizioni della 7* Sinfonia e l'ouverture Prometeo di Beethoven, di La Mer di Debussy e delle Variazioni 'Enigma» di Elgar (EX2909303 e EH2913451), registrate da Toscanini negli Anni Trenta con l'orchestra della Bbc. Sempre in Lp ci sono le varie pubblicazioni (non autorizzate) della Dell'Arte, una piccola casa inglese: notevoli un programma misto del 1938 con la Residentie-Orkest dell'Aia (DA9007) e un concerto russo (Kalinnikov, Glinka e Mussorgskij) del 1943 con la Nbc (9011). E' entrata in lista anche la londinese Arturo Toscanini Society, che offre ai propri soci registrazioni sinora inedite del maestro in un repertorio svariato: Liszt, Rubinstein, Vieuxtemps, Goldmark (ATS100); Copland, Barber, Harris, Sousa (101); Bazzini, Bossi, Foroni, Franchetti, Bolzoni, due tempi del Quartetto di Verdi e l'Inno di Garibaldi (102), uno straordinario El amor brujo di De Falla insieme a musiche di Castelnuovo-Tedesco ed altri (103); Bach, Haendel, Boccherini e Kozeluh (104); brani belliniani, verdiani e wagneriani ( 105) ; e così via. L'indirizzo della Society è: 54 Lymington Road, London NW61YB. Tra gli altri Lp che ci permettono di conoscere meglio Toscanini ci sono i due album-doppi della Paragon di Milano con musiche di Giuseppe Martucci (2-LBI 53008 e 53011) e, ancora della Atra, la 2» Sinfonia di Schubert abbinata alla 2* di Schumann (3003), la 4' Sinfonia ed altre musiche di Sibelius (3006), un «tutto Wagner» con pezzi raramente eseguiti da Toscanini (le ouvertures di Rienzi e dell'Olandese volante e brani del Parsifal e del 7"annhàuser; 3002), un intero concerto del 1945 con la Filarmonica di New York (3009) e musiche di Bach, Haydn, Beethoven, Dvorak, Strauss e Sciostakovic registrate con la Nbc prima della guerra (30011). Lo si creda o no dunque, Toscanini rimane tutto da scoprire — e si pensi che T80-90 per cento delle sue registrazioni rimane tuttora completamente inedito — per non parlare dei dieci concerti televisivi che dovrebbero uscire su videocassette nel prossimo futuro. Harvey Sachs Toscanini e Winifred Wagner a Bayreuth

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